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 2014  maggio 22 Giovedì calendario

PERISCOPIO


Ci informa La Stampa, in prima pagina, che Matteo Renzi sta per regalare a tutte le puerpere «parti senza dolore» (l’unico miracolo che non era venuto in mente a B.). Marco Travaglio. Il Fatto.



Cosa - Qualcuno di voi ha capito per cosa si vota domenica?. Jena. La Stampa.



Il Bari a Paparesta. Per una volta, un arbitro si compra una squadra di calcio, e non viceversa. Il Rompi-spread. MF.



Renzi: «In futuro pagheremo le tasse con un sms». Berlusconi: «Io non ho campo». Spinoza. Il fatto.



Procura di Milano, tutti a contendersi la preda grossa: «Berlusconi è mio!», «No, è mio!», «Prima io!», «Ti taglio le mani!». Vignetta di Vincino su Il Foglio.



Io Silvio Berlusconi lo conosco bene. So che non disdegna la menzogna, so che faccia fa, quando bluffa. In genere, aggrotta la fronte e assume un’aria compunta, come a dire: «Purtroppo è così, non posso farci nulla». Simula gravità ed è una cosa che gli riesce piuttosto facilmente. La gente ci casca quasi sempre. È terrorizzato dalle minacce e vulnerabile ai ricatti. Tanti piccoli faccendieri lo hanno capito al volo, hanno agito di conseguenza e ci hanno costruito una fortuna. Vittorio Dotti, L’avvocato del diavolo. Chiarelettere.



Dominique Strauss-Kahn passerà alla storia come il primo politico giustiziato dalla vera arma di distruzione di massa del nostro tempo: i media. Guai al potente che cade dal piedistallo, perché tutta la vellutata ipocrisia da cui era circondato si trasforma in uno tsunami di rivelazioni, non importa quanto autentiche, che lo abbatterà. Nanni Delbecchi. Il Fatto.



Alfonso Signorini, direttore di Chi, rischia il posto perché non piace alla Pascale, la fidanzata di Berlusconi. Sta perciò disperatamente cercando di rientrare nel cerchio magico e sa bene che Marina Berlusconi non sopporta l’ex matrigna, Veronica Lario, come pure la sorella Barbara. Ecco perché Signorini ha pubblicato le foto dei figli di Barbara da soli, con il nuovo fidanzato di lei, per metterla in cattiva luce. Non a caso, Chi ha l’ordine di rifiutare tutte le foto di Barbara Berlusconi che diano una bella immagine di lei, perché le due sorelle (Marina e Barbara) si detestano. E Signorini, per non perdere il suo enorme potere, ce la sta mettendo tutta. Infatti ricollocare Signorini fuori da Chi, nonostante le risorse infinite dell’impero berlusconiano, non sarebbe semplice dopo flop in libreria (vedi la biografia di Marilyn Monroe) e ascolti deludenti in tv. Non a caso, Signorini ha già messo le mani avanti su Panorama: «Me ne andrò presto dalla direzione di Chi: io nasco e morirò professore». Beatrice Borromeo. Il Fatto.



Michele Santoro ha detto: «Io mi auguro che Grillo la smetta con questi toni illiberali, deve cambiare registro e iniziare a rispettare i giornalisti altrimenti anch’io potrei andare nelle piazze dove è passato lui e dire come stanno le cose, battendomi per la libertà di informazione». Non mi pare che Michele Santoro sia il pulpito più adatto in tema di «toni illiberali». Comunque una delle maggiori responsabilità della tv italiana è stata quella di creare questo tipo di conduttori di talk-show che confondono la potenza del mezzo con la propria e credono di essere dei padreterni. Massimo Fini. Il Fatto.



Renzi è un leader trentenne che si è rotto i coglioni della guerra civile ideologica e dei suoi vecchi apparati e macchine da guerra della sinistra perdente, un tipo da sbarco che si legittima in quanto persegue, non già la segreteria di un partito e del suo caminetto di capicorrente, fatto ampliamente strumentale, quanto invece un programma di radicale rinnovamento delle forme della politica e della comunicazione, e dei mezzi riformatori capaci di garantire al paese una effettiva ripresa. Sounds familiar? Torniamo al ’94? Ora, in questo c’è molto paradosso, ma fino a un certo punto. Giuliano Ferrara. Il Foglio.



Con John Fitzgerald Kennedy inizia un’era sinistra della politica, non solo americana, in cui l’immagine fa premio sulla sostanza, la parola sulla realtà. Con Kennedy si entra a vele spiegate in quella politica-spettacolo, oggi diventata norma, dove il successo di un leader dipende dalla capacità, sua e del suo staff di pubblicitari, di bene impressionare, con la complicità dei media compiacenti, l’opinione pubblica, più che ragioni di sostanza. Massimo Fini. Il Fatto.



Se noi guardiamo quello che è il simbolo delle femministe, un gesto fatto con le due mani e che rappresenta una vulva aperta in attesa di essere ovviamente penetrata, io dico che le femministe, fintanto che mantengono quel simbolo lì, in realtà si contraddicono. Perché, nel momento stesso in cui rifiutano il maschio, dicono invece che sono lì in attesa del maschio. Bisognerebbe fare un gesto diverso, con le dita unite a catenaccio, questo potrebbe essere il simbolo del loro atteggiamento verso la sessualità. Invece, quel simbolo lì, è proprio il ritorno del rimosso. Noi non vogliamo il maschio, dicono. Però si presentano in una condizione di penetrabilità. Cesare Musatti, psicanalista, in Milano no, Edizioni Elle, di Gigi Moncalvo, 1977.



Tilgher mi dice di aver conosciuto, giorni fa, una signora finlandese molto intelligente, che gli ha raccontato questa storia: «Ospitammo in casa nostra un soldato russo, ferito. Era un giovane di 19 anni, un vero gigante, buono, con occhi chiari e dolcissimi. Una mattina entrò nella mia stanza e vide l’immagine di Gesù Cristo che tenevo sul letto. «Chi è questo signore?», mi domandò. «È vostro padre, signora?». «No, è Gesù Cristo». «E chi è?». «Vedi», mi dice Tilgher, «in soli 20 anni che cosa si può distruggere?». Leo Longanesi, Parliamo dell’elefante. Longanesi, 1947.



Lungo sospiro di incertezza di mio padre: «Mah, adesso vanno tutti in paradiso. Anglicani, luterani, eretici, preti con l’amante donna, preti con l’amante uomo, preti con figli, mariti con una moglie ufficiale e una segreta, omosessuali e lesbiche, tutti. Anche gli assassini. Dicono perfino che l’inferno è vuoto. Ma caro mio», si girava per guardarmi fisso negli occhi, «la verità è tutto il contrario: L’Inferno è pieno, il Paradiso è vuoto. E le due bis-nipotine italiane, sono battezzate cattoliche?». Ferdinando Camon, La mia stirpe. Garzanti, 2011.



Come si fa ad aprire una piccola impresa? Se ne apre una grande e si aspetta. Battuta che circolava in Gb ai tempi della Thatcher. The Economist.



Destra e sinistra non sono due dottrine politiche, ma due veicoli di carriera. Roberto Gervaso.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 22/5/2014