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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

DAL TEXAS ALLA CALIFORNIA LA GRANDE SETE DELL’AMERICA “DIVENTIAMO UN DESERTO”


Una dozzina di Comuni del Texas rischiano di restare senza acqua nel giro di 45 giorni. Altri 34 hanno riserve per tre mesi al massimo. Se si somma questo allarme alla siccità che ha colpito la California, assediata nelle ultime settimane dagli incendi soprattutto nella zona di San Diego, si comincia a capire cosa intendeva la Casa Bianca, quando qualche giorno fa ha pubblicato un rapporto in cui diceva che gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti negli Usa.
La Texas Commission on Environmental Quality tiene la contabilità delle riserve idriche dello Stato, e gli ultimi dati pubblicati sono allarmanti, se si tiene conto che stiamo andando verso l’estate. Paesi come Pebble Beach, nella Bandera County, sono praticamente a secco: «Non annaffio le piante del mio giardino da settembre dell’anno scorso», ha detto Joe Mooneyham parlando con una emittente locale. «Tutto era verde qui - ha continuato - ma adesso è tutto secco». Un’emergenza che sta arrivando a minacciare la possibilità di sopravvivere in intere regioni del Texas. Il dipartimento all’Agricoltura ha deciso di stanziare 350.000 dollari, per consentire agli abitanti di Pebble Beach di scavare un nuovo pozzo più profondo che consenta almeno di garantire la sussistenza, mentre si pensa di costruire riserve più ampie per conservare quantità di acqua maggiori. Se però il cielo non darà una mano, alla lunga questi rimedi potrebbero non bastare.
Il problema della siccità quest’anno ha colpito duramente anche la California. Impressionante era stato soprattutto il confronto fra la neve che l’anno scorso copriva le montagne intorno a regioni come quella di Lake Tahoe, e le rocce scoperte dell’inverno appena finito. Il risultato sono una serie di incendi, che con l’arrivo della primavera stanno già colpendo soprattutto la zona meridionale dello Stato. Circa una dozzina ne sono scoppiati nelle ultime settimane, bruciando 20.000 acri di terreno e causando danni per 20 milioni di dollari. Oltre 8.000 soldati sono stati mobilitati per contenerli e soccorrere la popolazione.
In un caso la polizia ha arrestato un piromane, Alberto Serrato di 57 anni, fermato mentre aggiungeva sterpaglie ad un fuoco già acceso. È possibile quindi che dietro agli incendi ci siano anche atti dolosi, ma sono le condizioni climatiche poi a favorirli.
La siccità sembra contraddire i dati di uno studio appena pubblicato dalla Union of concerned scientists, che elenca i luoghi storici e i monumenti americani a rischio di essere allagati a causa dell’innalzamento dei mari. Nella lista ci sono anche la Statua della Libertà a New york, e i due centri della Nasa a Cape Canaveral e Houston. Sono l’altra faccia della stessa medaglia, ossia il riscaldamento globale, che sta squagliando circa 159 milioni di tonnellate di ghiaccio all’anno in Antartide. Effetti già tangibili dei mutamenti climatici.

Paolo Mastrolilli, La Stampa 21/5/2014