l. mi., la Repubblica 21/5/2014, 21 maggio 2014
PURE SULLE NOMINE LITE TRA LE TOGHE OGGI LA DECISIONE SU TRE PROCURATORI
ROMA.
Poltrone eccellenti, che valgono molto nello scacchiere delle inchieste, le procure di Torino, Firenze e Bari. I capi dei tre uffici. Tre possibili vincitori, nell’ordine Armando Spataro, Giuseppe Creazzo, Giuseppe Volpe. Oggi pomeriggio si vota al Csm, prima per Bari, poi per Firenze, Torino è in coda. Incombe però il caso Robledo con la sfida mortale tra destra e centro-sinistra della magistratura. Tra due mesi si vota per il nuovo Csm, gli schieramenti si misurano. Serpeggia nelle mailing list una forte polemica su come si arriva a una nomina, sui “cartelli” delle correnti che determinano il vincitore, sulla libertà effettiva del voto, sui tempi delle scelte.
L’ex segretario dell’Anm Giuseppe Cascini, toga storica di Magistratura democratica, lancia un’accusa che rimbomba nella sua e negli altri gruppi. Parla di «veleni ». Ipotizza accordi «di bassa cucina» tra il suo gruppo, Area, frutto della fusione tra Md e Movimento Giustizia, e Unicost, la corrente centrista. Argomento, da sempre, caro al consigliere dissidente di Area Nello Nappi, che subito risponde a Cascini e dice «io l’avevo detto». Ovviamente Cascini tiene fuori da tutto questo la figura di Spataro, «che merita di essere nominato procuratore esclusivamente per le sue qualità professionali e non certo sulla base di scambi da bassa cucina». Lo definisce «uno dei magistrati migliori in servizio, un pm “completo” per esperienza professionale, capacità investigative, doti organizzative, cultura dell’indipendenza». Chi conosce Cascini, rigido pm a Roma, feroce e caustico negli scontri professionali e nelle polemiche di corrente, non può che stupirsi.
Che succede al Csm? La consigliatura volge al termine, e siamo alla guerra. Sicuramente i riflettori dei media giocano un ruolo. Oggi si prevedono faville. Perché la tornata di nomine — «State proprio esagerando » dice il presidente della quinta commissione Roberto Rossi che ha gestito la faticosa selezione — è stretta tra Robledo, le accuse di Cascini, lo scontro elettorale. Una settimana fa, in plenum, si è arrivati alla rissa sul voto per il segretario generale. Finito in parità: ha prevalso Paola Piraccini, segretario della Scuola della magistratura, sul procuratore di Trento Giuseppe Amato, “portato” da Area con Unicost. Ma un esponente di Unicost è passata dall’altra parte. Parte da qui la polemica di Cascini, che parla di «presunto accordo tra Area e Unicost» e, da integralista qual è sempre stato, chiede che venga smentita «con nettezza ogni ipotesi di accordo o di scambio con Unicost sulle nomine». Ovviamente un “veleno” colpisce di striscio pure lui, perché al Csm corre la voce che Cascini, perdente alle primarie per la candidatura al prossimo Csm, sarebbe in rotta di collisione con il suo stesso gruppo e ne contesterebbe le scelte. Fatto sta che il suo messaggio già viene cavalcato dalla destra politica e da Magistratura indipendente che, per le tre città, ha votato per i suoi candidati.
Al Csm ieri minimizzavano. Tra Unicost e Area si poteva cogliere questo commento: «Non c’è nessuno accordo sotto banco, ma una normale dinamica nella scelta dei candidati. In commissione s’è discusso a lungo. I più votati sono magistrati con un curriculum di grande rilievo». A Bari, il sostituto pg della Cassazione Giuseppe Volpe, di Area, la spunterebbe sull’attuale procuratore aggiunto Pasquale Drago, e su Fausto Zuccarelli, appoggiato da Mi. A Firenze vincerebbe Giuseppe Creazzo contro Alfredo Morvillo, il noto cognato di Giovanni Falcone, oggi capo della procura di Termini Imerese. Non c’è storia a Torino, dove Spataro ha come concorrente il procuratore di Novara Francesco Saluzzo, votato da Mi e dal centrodestra. Procure vacanti da mesi, tanti solleciti da Napolitano, oggi al Csm giornata al cardiopalma.
l. mi., la Repubblica 21/5/2014