Gianna Fregonara, Corriere della Sera 22/05/2014, 22 maggio 2014
QUELL’INSANO ENTUSIASMO PER I TEST CANCELLATI
La ministra Stefania Giannini ha inaugurato l’altro ieri la riforma via Facebook abolendo con un post, dopo quindici anni, il test di ammissione alla facoltà di Medicina. Dal 2015 tutti gli studenti diplomati potranno accedere al primo anno, la selezione si farà dopo. Non è dato sapere ancora come, per quanti, con quali criteri. Né che cosa faranno i non ammessi: ripiegheranno su biologia, fisica, forse matematica, che al secondo anno diventeranno ghetti di lusso per i non idonei a proseguire medicina? Forse, o forse no. Che cosa succederà con il numero degli studenti che quintuplicheranno immediatamente almeno nei primi anni? Riusciranno le facoltà ad accoglierli? E i fondi? Non si sa.
E non ne sa nulla neppure la ministra della Salute Lorenzin che, via agenzie di stampa, chiede di discutere del nuovo criterio di ammissione tutti insieme. La ministra Giannini si è limitata a far sapere che i problemi «si risolvono uno per volta».
Sicuramente ci sono tanti metodi di selezione degli studenti. I test di medicina, la cui preparazione è stata affidata ultimamente a società straniere, non hanno brillato per efficacia e sicuramente meriterebbero di essere molto aggiornati e molto migliorati. Ma non meritano di essere cancellati con un post. Cambiare il sistema di ammissione a Medicina — e dunque indirettamente anche alle altre facoltà che lentamente sperimentano forme di ingresso con test — è una vera e propria riforma, che andrebbe proposta, discussa e verificata.
Rispetto agli altri metodi di selezione di cui si è parlato in questi anni i test nazionali hanno avuto senz’altro il vantaggio indiscusso di essere un sistema in cui i candidati sono anonimi e dunque tutti uguali. Potrebbe avere un effetto simile anche il voto di maturità se si riuscisse a fare una prova nazionale, senza lasciare il voto al giudizio delle commissioni e basta.
Il messaggio che passa con questo annuncio è comunque un altro: poiché la riforma del sistema di ammissione per ora non c’è — i dettagli si conosceranno solo a luglio — resta soltanto la cancellazione del test. Medicina libera per tutti, si entusiasmano gli studenti e i movimenti che hanno combattuto per l’abolizione. Gli esami, i test, non si fanno: in un Paese che si ribella a qualsiasi valutazione, in cui qualsiasi giuria è soggetta a ricorso, qualsiasi criterio a revisione continua, è un messaggio che ci porta indietro. Senza contare che ovunque le facoltà migliori ormai selezionano i propri studenti. E questo lo sanno tutti, gli studenti, i genitori, i professori. E i ministri.