Enrica Ventura, Libero 22/05/2014, 22 maggio 2014
AI FRATELLI MUSULMANI L’ERGASTOLO, A MUBARAK TRE ANNI
Oltre cinquanta ergastoli contro tre anni di prigione. Ieri, in un Egitto dove la tensione è altissima in vista delle presidenziali di lunedì e martedì, è stata la giornata dei processi. L’ex-presidente egiziano Hosni Mubarak, 86 anni, è stato condannato da un tribunale del Cairo a tre anni di reclusione, quattro anni invece ai suoi figli Alaa e Gamal. I tre sono accusati di avere sottratto fondi per ristrutturare ville e il palazzo presidenziale. Si tratta di 13,5 milioni di euro che i tre avrebbero attinto dal bilancio del palazzo presidenziale.
Ma per l’ex rais il processo più delicato sarà quello per la morte di centinaia di manifestanti avvenuta durante la rivolta all’inizio del 2011: l’accusa, che prevede l’ergastolo, è “complicità in omicidio”, per la quale Mubarak è già stato condannato al carcere a vita nel giugno del 2012, insieme al suo ex ministro dell’Interno, Habib al Adli, anche se nel gennaio del 2013 la Corte di Cassazione egiziana aveva annullato la sentenza e disposto un nuovo processo.
Nelle stesse ore in cui veniva letta la sentenza contro l’ex presidente e i suoi figli, un altro tribunale condannava 155 sostenitori dei Fratelli Musulmani: per 54 di loro l’ergastolo, mentre per gli altri si tratta di una detenzione tra i tre e i 10 anni di carcere. Le condanne si riferiscono alle violenze dello scorso agosto a Mansour, nella regione del Delta del Nilo, poco dopo la destituzione dell’ex presidente Mohammed Morsi. Tra le accuse figurano quelle di istigazione alla violenza e al caos e di adesione a un gruppo fuorilegge, visto che ormai la Fratellanza è stata messa al bando. Queste condanne sono indice del nuovo corso contro i Fratelli musulmani intrapreso da quasi un anno dall’Egitto retto dai militari che hanno destituito Morsi (membro del movimento islamista) a seguito delle proteste popolari di luglio.
E intanto arrivano le prime indiscrezioni sulle presidenziali. L’ex capo delle forze armate Abdel Fattah al Sisi ha raccolto il 94,5 per cento dei voti degli egiziani all’estero, mentre il suo principale avversario, il leader della Corrente popolare Hamdeen Sabahi, si è fermato al 5,4 per cento. Lo ha annunciato la Commissione suprema delle elezioni al termine del conteggio dei voti nei 141 seggi elettorali allestiti in oltre 124 paesi nel mondo. A inizio maggio al Sisi, durante una intervista, aveva dichiarato che se eletto «non ci saranno più i Fratelli musulmani». Alla domanda se il movimento fosse «finito», Sisi ha detto: «Non l’ho eliminato io, ma lo avete fatto voi egiziani». E al giornalista che gli ha chiesto se questo significasse che sotto la sua presidenza i Fratelli musulmani non sarebbero più esistiti, l’ex generale ha risposto: «Sì».