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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

LA BORSA NERA CHE HA STUPITO IL MONDO


Lo stile è decisamente “vintage” ma funzionale: è diventata la borsa porta documenti più famosa del mondo. La cartella nera di papa Francesco. Quella che stringeva nella mano sinistra mentre saliva sulla scaletta dell’aereo per recarsi in Brasile, lo scorso mese di luglio per la Giornata mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.
La stessa borsa che ogni mattina il Pontefice porta da solo quando esce dalla Casa Santa Marta, dove risiede, per raggiungere il suo studio nel palazzo apostolico. Naturalmente non è una borsa di marca: è di pelle nera, morbida, con la doppia tasca anteriore a soffietto, senza tracolla. Semplice e sobria, senza pretese. La stessa che Bergoglio portava sulla metropolitana o sul bus quando girava per le strade di Buenos Aires e nelle “villas miserias”, le baraccopoli della città. A poco a poco sta diventando un oggetto di «culto» tra molti sacerdoti che ne cercano una uguale nei numerosi negozi di abbigliamento e accessori per il clero che circondano il Vaticano. C’è anche chi ha pensato di donarne al Papa una di ricambio: in occasione della visita nella parrocchia romana di san Gregorio Magno alla Magliana, il 6 aprile scorso, i fedeli gliene hanno fatta trovare una identica, cucita appositamente in una conceria in Toscana. Il parroco, don Renzo Chiesa, l’ha consegnata e al Pontefice come segno di riconoscenza per la visita e il Santo Padre ha mostrato di gradirla particolarmente. Aprendola Francesco ha trovato una sorpresa: centinaia di messaggi di auguri e richieste di preghiere da parte dei parrocchiani.
Tanti si chiedono cosa ci sia in quella borsa e perché il Papa non l’abbia lasciata al suo maggiordomo Sandrone Mariotti neppure per salire sulla scaletta dell’aereo. Il Pontefice ha riso di questa curiosità. E conversando con i giornalisti ha svelato l’arcano: «Non c’era la chiave della bomba atomica! Mah! La portavo perché sempre ho fatto così: io, quando viaggio, la porto. E dentro, cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda, c’è un libro da leggere – ne ho portato uno su Santa Teresina di cui io sono devoto. Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali ... Non so... è un po’ strano che ha fatto il giro del mondo quella foto. Ma dobbiamo abituarci a essere normali. La normalità della vita».
Quando fa la spola tra Casa Santa Marta e il palazzo apostolico la borsa invece è piena delle carte e dei documenti di lavoro del Pontefice. Ma non manca mai il breviario e qualche lettera dei fedeli che il Pontefice porta con sé per ricordarsi di recitare una preghiera per qualcuno o per fare una telefonata a sorpresa, tanto attesa dalle migliaia di persone che gli scrivono.