Sara Faillaci, Vanity Fair 21/5/2014, 21 maggio 2014
«CARO, IL LETTO TOCCA A ME»
«L’uomo giusto, quello con cui passare tutta la vita, lo riconosci subito. Chi pensa che non esista è perché non l’ha ancora incontrato. Anch’io, prima di conoscere Marco (Bocci, ndr), avevo mille dubbi: saremo compatibili? Basta la passione a tenerci uniti? Invece, quando trovi “lui” senti tutte le voci del mondo che ti dicono “eccolo, è la tua parte mancante” e ti accorgi che lo reputi migliore di te».
Laura Chiatti è un’inguaribile romantica. L’avevo già capito cinque anni fa, la prima volta che l’ho intervistata per Vanity Fair, quando mi disse che l’amore veniva al primo posto e che per la famiglia avrebbe volentieri sacrificato il lavoro. Era il 2009 e la Chiatti, allora ventottenne, era all’apice del successo: lanciata tre anni prima dall’Amico di famiglia di Paolo Sorrentino con cui era andata al Festival di Cannes, aveva inanellato esperienze con registi importanti, da Francesca Comencini a Pupi Avati, a Carlo Verdone. Poi, però, ci sono stati lavori meno riusciti, accoglienze più fredde, come quella che ha avuto il suo ultimo film da protagonista, Il volto di un’altra, di Pappi Corsicato. In compenso, la sua vita privata va a gonfie vele: l’attrice ha trovato qualche mese fa l’amore vero e «l’uomo giusto», come lo definisce lei: è il collega Marco Bocci (ex di Emma Marrone), con cui sta per sposarsi. Le nozze, di cui chiede di non parlare, sono previste per il 4 luglio a Perugia. Intanto, il 29 maggio la vedremo al cinema in Pane e burlesque, commedia della esordiente Manuela Tempesta. Nel film la Chiatti interpreta una donna che ha rinunciato alle proprie ambizioni per il marito ma che per necessità scopre l’arte del burlesque, che le regalerà sviluppi di vita inaspettati.
La vedremo ballare e cantare?
«Ho scoperto che il burlesque, che credevo di conoscere perché Dita Von Teese è una mia icona di stile, è un’arte molto precisa e difficile. Abbiamo avuto poco tempo per impararla. Comunque, ho capito una cosa: per il ballo non sono tagliata».
Il canto invece è da sempre una sua passione.
«Mi dà emozioni così forti che non le provo nemmeno quando recito».
Per questo la sua carriera non ha avuto gli sviluppi che ci si aspettava?
«Forse aver iniziato presto con film importanti ha reso le cose più difficili. Potevo solo sperare che mi richiamassero i registi con cui ho lavorato».
Non è successo. Perché?
«Si vede che volevano scoprire nuovi talenti».
Lei è stata «scoperta» da Paolo Sorrentino, che quest’anno ha vinto l’Oscar con La grande bellezza. Avrebbe voluto far parte del cast?
«Sarebbe piaciuto a tutte. Ma io mi sono sentita gratificata ad avere lavorato con lui che è diventato un premio Oscar. Per le donne, nel cinema italiano ci sono meno possibilità, rispetto agli uomini, di interpretare personaggi diversi. Soprattutto se sei bella, è difficile che un regista ti prenda per trasformarti: scelgono direttamente attrici meno piacenti. E alle belle restano i soliti ruoli. L’unica eccezione è Valeria (Golino, ndr), che è un connubio perfetto di bellezza e bravura».
Siete amiche?
«Sono Golino-dipendente. Sono molto amica di Riccardo, e quindi anche sua».
Perché non si propone per i suoi film, visto che ora fa la regista?
«Non mi proporrei, devo essere scelta».
Spesso aspettare che le cose succedano da sole è pericoloso.
«Allora vuol dire che quello è il mio destino, sono fatalista. Forse sbaglio, forse è meglio avere rimorsi che rimpianti, ma ognuno deve accettarsi per il carattere che ha. Io sono pigra, non sono creativa nel mio lavoro, non mi metterei mai a scrivere un film. Mi trovo meglio a delegare agli altri l’organizzazione della mia vita».
È mai successo che un regista si innamorasse di lei?
«Preferirei non rispondere. Ma credo che i registi si innamorino, dal punto di vista artistico, di tutte le attrici che scelgono».
E a lei è mai capitato di innamorarsi di un regista?
«No. Non sono mai stata attratta dagli uomini più grandi, e nemmeno dal potere. Avance ne ho ricevute, ma diciamo che sono brava a far capire che non c’è trippa per gatti. Ho rapporti con poche persone del mio ambiente, ho sempre tenuto separato il lavoro dalla vita privata. Anche fisicamente, vivo più in Umbria che a Roma».
Ma si è trovata un fidanzato, Marco Bocci, che fa il suo mestiere.
«Ma è umbro! Ho sempre detto che considero gli attori autoreferenziali e troppo presi dalla propria professione; da questo punto di vista, mi sento un pesce fuor d’acqua: sono piuttosto insicura, recitare è un lavoro che faccio per mantenermi, la vita è un’altra cosa. Ho trovato una persona che, pur essendo un bravissimo attore, la pensa come me».
Diceva che ha subito capito che era l’uomo della sua vita. Che sensazione le ha dato questa scoperta?
«Rinascita, serenità, pura felicità».
Il detto «moglie e buoi dei paesi tuoi» quindi è vero?
«Avere in comune le radici, lo stile di vita aiuta, ci si riconosce profondamente. Io poi ho mantenuto un legame forte con le mie origini, torno sempre dalla mia famiglia, sono una madre più che una zia per i miei nipoti».
Voglia di un figlio suo?
«Tanta, da sempre».
Sarebbe ancora disposta a rinunciare al lavoro per la famiglia?
«Sì, nel senso che non metterei mai la famiglia in secondo piano; non riuscirei mai a star lontano fisicamente dai miei figli o a delegare a qualcuno. Quando succederà mi fermerò, almeno per due anni. Non mi peserà, non vedo l’ora di farlo».
I suoi come vedono Marco?
«Sono sempre stati ipercritici sui miei amori, Marco invece è stato promosso a pieni voti. Mi hanno educato alla indipendenza, soprattutto economica, ma di natura sono tradizionalista, favorevole alla divisione dei ruoli: non farei mai fare il letto al mio uomo, spetta a me».
E cucinare?
«Purtroppo nessuno dei due è forte ai fornelli, ma siamo bravi entrambi a ordinare».
Pappe e pannolini spetteranno quindi solo a lei?
«No, ho un modello davanti, mia sorella e suo marito, che sono bravissimi a dividersi le incombenze. Gli uomini di oggi sono molto padri, e anche per noi varrà lo stesso principio».
Per una cena a due con lui, si mette in tiro o preferisce un look da casalinga?
«Io adoro truccarmi, quindi tendo a mettermi in stratiro, anche se lui dice che mi preferisce nature».
Lo dicono molti mariti e fidanzati.
«Mi chiedo il perché. Magari è una carineria nei nostri confronti, oppure diamo l’idea di essere più vere senza trucco. Anch’io del resto dive come Kate Moss e Charlize Theron le preferisco senza artifici: la bellezza arriva in maniera più violenta».
Prima di Marco, aveva mai pensato al matrimonio?
«No, non avevo incontrato l’uomo giusto, anche se ho avuto lunghi fidanzamenti».
In effetti non è quasi mai stata single.
«Tra la mia storia precedente e Marco, solo un mese. Succede perché mi piace condividere la vita con qualcuno e non perdere tempo in avventure, voglio sempre trovare un senso in una storia, anche se poi mi accorgo che non è quella giusta».
Cinque anni fa diceva di sé che è una partner difficile. Oggi va meglio?
«Ho molte più consapevolezze; sono diventata più sicura perché ho lavorato su me stessa, con l’analisi e ora con la bioenergetica, che mi ha fatto scoprire piccole tecniche di allenamento per vivere con meno ansia. Sintonizza il corpo con la mente e aiuta a stare ancorati a terra, in tutti i sensi».
Finirete a vivere in campagna?
«Magari: in un casale. Sarebbe il mio sogno».