Massimo Rebotti, Corriere della Sera 21/5/2014, 21 maggio 2014
PADOAN, L’ANIMALISTA DI TSIPRAS: IL DUDÙ ACT È POSITIVO
MILANO — «Quella di Berlusconi sugli animali è strategia elettorale dell’ultimo minuto, tuttavia — da abile comunicatore— prende Dudù perché sa che sul tema esiste una grande sensibilità».
Per Daniela Padoan, scrittrice e saggista, candidata nella lista Tsipras per le Europee ( e due gatti in casa) il rapporto tra «umani e animali» è «certamente un argomento da campagna elettorale». «L’animalismo — spiega— non è una questione per signore che hanno tanto tempo a disposizione, ma una battaglia culturale: il rispetto dei viventi, uomini o animali, è, o dovrebbe essere, a fondamento della politica».
Quindi per lei è positivo che Forza Italia abbia proposto quel «Dudù Act» su cui si è molto ironizzato?
«Ma sì, è positivo. Berlusconi è un animalista dell’ultimo minuto, per convenienza elettorale. Ma nel suo partito c’è chi su questi temi lavora da tempo come Michela Vittoria Brambilla».
Ma che animalismo è quello di Forza Italia?
«Diciamo che loro hanno un’idea degli animali un po’ da salotto, restringono il discorso sull’animale domestico, li fanno sembrare tutti dei pelouche. Propongono misure sensate — poter portare il cane in albergo o al ristorante — ma lasciano, come dire, intatto il resto del mondo. E invece non possiamo fingere che attorno a noi non ci sia una realtà terribile. Per non pensarci, distogliamo lo sguardo dagli allevamenti industriali, lasciamo che si riducano gli animali a cose e i nostri figli, che non li conoscono più, si commuovono per il maialino dei cartoni animati. Ragionare sugli animali, invece, significa ripensare l’etica».
Cosa vuole dire?
Che una persona — cioè il soggetto di un diritto — è chi sente, chi è capace di affetto, chi con il suo sguardo ci interpella. Quindi anche gli animali, e non solo gli umani. Schopenhauer parlava dell’ “essenziale legame tra tutti gli occhi che guardano il sole”. Insomma, cambiando il nostro sguardo sugli animali, cambia — e migliora — la qualità della nostra convivenza. Come è successo in Uruguay.
Cosa è successo in Uruguay?
Il presidente della Repubblica Pepe Mujica, che ha un passato da guerrigliero ai tempi della dittatura, ha proposto una legge magnifica: definisce per gli animali cinque libertà basilari: libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal dolore, dalla paura, dalla costrizione e dalla sofferenza. È una legge che insegna a rispettarne la dignità — e infatti gli animali non possono essere usati nei circhi — e che stabilisce, giusto per fare un esempio, che gli asini non debbano portare carichi eccessivi o che impedisce di lasciare i cavalli legati sotto il sole per troppo tempo senza protezione. Un mio amico, uno scrittore uruguaiano, dice che per il Paese è stata una svolta: si guardano gli esseri viventi, tutti, da un’altra prospettiva. Migliore.
Deve averle fatto male quella battutaccia di Grillo su Dudù e la vivisezione.
Se è per questo Grillo ha usato anche la Shoah: è una strategia comunicativa, basta fare notizia e far parlare di sé. Ciò che mi preme è altro: io arrivo a queste posizioni sugli animali proprio perché mi sono occupata molto di razzismo e genocidi. I regimi costruiscono i propri nemici privandoli della loro umanità, definendoli “sottouomini” o animali. Se invece noi mettiamo il rispetto per tutti i viventi al centro della agenda politica costruiamo una società senza violenza: e sarebbe una rivoluzione».