Sergio Romano, Corriere della Sera 21/5/2014, 21 maggio 2014
Dopo anni di colpevole silenzio sulla carneficina operata dalla setta islamica del Boko Haram, contro i cristiani in Nigeria (si parla di oltre 10 mila morti) ora tutto il mondo si è commosso per il rapimento delle studentesse
Dopo anni di colpevole silenzio sulla carneficina operata dalla setta islamica del Boko Haram, contro i cristiani in Nigeria (si parla di oltre 10 mila morti) ora tutto il mondo si è commosso per il rapimento delle studentesse. Governo nigeriano, Usa, Francia stanno concertando le misure idonee per ottenerne la liberazione. Chi e quando ha portato il cristianesimo in Nigeria, che pare seguito da una percentuale consistente della popolazione? Chi finanzia Boko Haram? Carmen Bellavista carmenbellavista@outlook.com Cara Signora, Non credo che vi sia stato silenzio. I mezzi d’informazione, soprattutto nell’era della globalizzazione, sono costretti a saltare da un continente all’altro. Ma non passa giorno senza che la stampa e la televisione riservino spazio alla crescente ondata del terrorismo islamista nel Sahel, in altre zone dell’Africa a sud del Sahara e nel Corno d’Africa. Il fenomeno è almeno in parte collegato alle resistenze con cui gli islamisti si sono scontrati, dopo gli attentati dell’11 settembre, negli Stati Uniti, nell’Europa centro-occidentale e in Russia. Tenuti a bada in Occidente, hanno spostato le loro operazioni nel continente africano dove i loro attentati hanno un obiettivo strategico: dimostrare che i governi più o meno laici e filo-occidentali non sanno garantire la sicurezza dei loro cittadini. Ogni attentato, soprattutto quando colpisce le aziende straniere e le istituzioni della società civile, denuncia l’impotenza delle autorità e scoraggia gli investimenti stranieri. Il denaro necessario alla loro organizzazione viene spesso dall’uso criminale (ricatti, estorsioni, contrabbando) delle risorse naturali del Paese in cui stanno operando. In Nigeria, per esempio, la maggiore fonte dei loro finanziamenti è probabilmente il petrolio. Alla sua domanda — chi ha portato il cristianesimo in Nigeria? – devo dare la stessa risposta che darei se lei mi avesse interrogato sulla diffusione della cristianità in qualsiasi altro Paese africano: il colonialismo. Mentre l’Islam si diffondeva fra le popolazioni animiste grazie ai mercanti musulmani che operavano soprattutto lungo le coste occidentali e orientali del continente, il cristianesimo marciava con le truppe conquistatrici delle potenze europee. Per l’evangelizzazione cattolica del continente furono creati nuovi ordini religiosi fra cui i Missionari comboniani del cuore di Gesù (dal nome di Daniele Comboni, primo vescovo di Khartum) e la Société des missionaires d’Afrique, meglio noti come pères blancs, fondata nel 1868 da Charles Lavigerie, arcivescovo d’Algeri. La diffusione del cristianesimo protestante, invece, fu dovuta principalmente ai missionari britannici e di altri Paesi di lingua inglese. La Nigeria è uno dei Paesi in cui i due volti della cristianità sono presenti, più o meno, alla pari. I cattolici sono 30 milioni e i protestanti poco meno, ma con un largo ventaglio di confessioni: 17 milioni di anglicani, 6 milioni di battisti, 4 milioni di presbiteriani, 1 milione e mezzo di evangelisti. Le segnalo infine, cara Signora, che gli anglicani dell’Africa sono oggi una delle maggiori componenti della Comunità anglicana ed episcopale nel mondo. Grazie al loro numero fanno del loro meglio per frenare le tendenze «troppo» liberali dei loro fratelli inglesi e americani, soprattutto quando occorre decidere se un vescovo possa vivere nel palazzo vescovile con il suo compagno. STATI UNITI La pena di morte Caro Romano, sul no alla pena di morte sono persuaso che la maggioranza della gente sia d’accordo. Ciò non dovrebbe però indurre ad astenersi dall’interrogarsi sulle ragioni che spingono talune civiltà avanzate (ad esempio gli Stati Uniti) a considerare la pena capitale una misura valida ed efficace. Una volta scartata l’ipotesi che sia il senso di inumanità a dettare la scelta, rimane quella del deterrente e della lezione da dare a chi si macchia dei delitti più efferati. Ma se le statistiche poi sconfessano detta tesi, a che pro certe nazioni perpetuano il diritto di uccidere i colpevoli anche con sofferenze (queste sì) inumane? La ragion di Stato è ancora così forte da additare la morte a soddisfazione della pretesa punitiva e a strumento di contrasto al crimine violento? Alessandro Prandi alessandro.prandi51@ gmail.com Mi limito a una risposta breve, limitata agli Stati Uniti e necessariamente parziale. Molti americani continuano a pensare, biblicamente, che il sangue si lava con il sangue e che soltanto la morte dell’assassino può dare soddisfazione ai parenti della vittima. CAPITALI DALL’ESTERO Solo speculazioni? Blackrock, la più grande società di investimenti del mondo, è entrato in Intesa Sanpaolo, in Unicredit e in Mps. People’s Bank of China, la banca centrale cinese, ha rilevato azioni di Eni e di Enel. Altri capitali stranieri sono entrati recentemente. Da una parte, si afferma che l’Italia è diventata un terra di conquista; dall’altra si risponde che è il segnale dell’interesse degli investitori stranieri per il mercato italiano. Fino a che punto ciò possa fare bene alla nostra economia è tutto da vedere. Gli investimenti non generano sviluppo e posti di lavoro. Semplicemente si tratta di investimenti speculativi. Giorgio Volonteri Imperia «GOMORRA» Il cartello pubblicitario Di fronte all’Altare della Patria, in Piazza Venezia, giganteggia un cartellone di propaganda per «Gomorra». Non si poteva scegliere un posto meno solenne per esporre le facce volutamente da galera dei protagonisti, risparmiando al Milite Ignoto l’umiliante vista di quel che rimane della sua gloria dimenticata? Corrado Rubeo rubcor@libero.it stile e sobrietà Rinuncia alle auto blu Il Capo della Polizia ha rinunciato a scorta e auto blindata preferendo una più economica berlina. Dopo aver notato il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri che da tempo arriva alle cerimonie ufficiali con una vettura non di rappresentanza, fa piacere osservare che alcuni altissimi dirigenti dello Stato stiano dando esempio di sobrietà e stile. Carlo Panucci, Roma NOLE DJOKOVIC Gesto da imitare Al nobilissimo gesto del tennista Nole Djokovic, il quale ha dato in beneficenza il proprio montepremi del Torneo di Roma, non sarebbe male se seguisse la stessa azione di qualche milionario operante in altri campi, primo fra tutti quello della politica! Mauro Mai, Rieti LIMITE DI ETà a 70 ANNI Presidenti di seggio Un amico che per moltissimi anni è stato presidente di seggio durante le tornate elettorali, mi riferisce che per le elezioni europee non può più ricandidarsi —secondo la legge — perché ha superato i 70 anni. Se la legge prevede per tale incarico una norma cosi restrittiva, considerato che esso, secondo la mia opinione, è meno importante e meno delicato rispetto a quello svolto dai parlamentari, mi domando: per quale legge soprannaturale una norma simile non è prevista per i politici in Parlamento? Enzo Marchiori, Bresso (Mi)