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 2014  maggio 21 Mercoledì calendario

Ci sono voluti tre processi per condannare i cinque imputati per l’uccisione di Anna Politkovskaja, la giornalista russa, assassinata a colpi di pistola davanti alla sua casa di Mosca il 7 ottobre del 2006

Ci sono voluti tre processi per condannare i cinque imputati per l’uccisione di Anna Politkovskaja, la giornalista russa, assassinata a colpi di pistola davanti alla sua casa di Mosca il 7 ottobre del 2006. Dopo otto anni una giuria ha emesso la sentenza che ha individuato nel ceceno Lom-Ali Gaitukayev l’organizzatore del delitto, insieme ai complici, i suoi tre nipoti, Rustam, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov, e all’ex dirigente della polizia moscovita Sergehi Khadzhikurbanov che avevano respinto ogni addebito. Nel primo processo, Ibragim e Dzhabrail Makhmudov e Khadzhikurbanov erano stati assolti per insufficienza di prove, Rustam era ancora latitante e Gaitukayev era stato ascoltato come teste. Ma la Corte Suprema aveva annullato la sentenza per gravi vizi procedurali. Dopo alcuni mesi, accogliendo un ricorso della famiglia Politkovskaja, la Corte aveva sospeso il processo bis appena iniziato, inviando gli atti alla Procura per unificarli con l’inchiesta sul mandante (ancora sconosciuto) e sul presunto killer, Rustam Makhmudov, che nel frattempo era stato catturato in Cecenia. In un processo stralcio, l’ex poliziotto Dmitri Pavlyuchenkov, pur collaborando con la giustizia, è stato condannato a 11 anni di carcere duro per aver pedinato la vittima, partecipato all’organizzazione del delitto e fornito l’arma al killer.