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 2014  maggio 20 Martedì calendario

FALDONI A 007 E SEGRETARI. SCAJOLA E IL NUOVO GIALLO SULL’ARCHIVIO DEL VIMINALE


Che ci fa un archivio riservato del Viminale a casa di un agente dei servizi segreti dell’ex Sismi, oggi Aise? E perché appunti vergati dall’allora ministro dell’Interno, Claudio Scajola, finiscono a casa del suo capo della segreteria? Misteri che si aggiungono ad altri misteri. E che vedono Claudio Scajola in questo momento al centro di tre inchieste della magistratura: Reggio Calabria, Roma e Bologna.
Tre inchieste diverse, naturalmente. Quella che lo vede in carcere per aver favorito la latitanza dell’imprenditore colluso con la ’ndrangheta Amedeo Matacena. A Roma, nell’ambito di una inchiesta che vede coinvolti in una truffa i Salesiani è indagato il suo ex capo segreteria del Viminale, Luciano Zocchi. E a Bologna perché ritrovando pezzi d’archivio di Scajola sono usciti appunti sul giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse.
Dunque, il 9 luglio del 2013, nell’ambito della inchiesta sulla truffa a danno dei Salesiani, viene perquisito (e indagato) Luciano Zocchi. Gli investigatori trovano nella sua abitazione di tutto e di più: un faldone con la pratica della pensione di Claudio Scajola. E appunto manoscritti e ritagli di giornali sulla vicenda Biagi. Ricordate «quel rompicoglioni» che voleva una scorta a tutti i costi, «mica possiamo proteggere tutti..»... Sì, il povero professore Biagi trucidato dalle Br? E Scajola che dieci anni e passa dopo manda la sua scorta a prelevare la moglie del latitante Matacena, Chiara Rizzo, per accompagnarla da lui a Imperia. Nelle carte di Scajola conservate da Zocchi c’è tutto un carteggio relativo a Mario Ledda. Condannato per truffa, in carcere, (oggi è deceduto), avrebbe addirittura minacciato Scajola per ottenere aiuti. Si racconta che sarebbe stato Ledda a presentare Scajola al presidente Silvio Berlusconi. Circostanza smentita dall’ex ministro dell’Interno.
Accanto a bloc-notes con raccomandazioni varie, appunti del ministero dell’Interno, e atti della Cassazione sul G8 di Genova (nel 2001 era Scajola ministro dell’interno), gli investigatori hanno trovato un quaderno rosso con l’elenco dei fascicoli consegnati a un agente di polizia segnalato al direttore del servizio segreto estero, Niccolò Pollari, e tutt’ora funzionario dell’Aise.
Il giorno dopo la perquisizione, Zocchi fu interrogato dagli inquirenti e spiegò loro che una volta sfrattati dal Viminale, le segretarie di Scajola spedirono tutto l’archivio in scatoloni al segretario organizzativo di Forza Italia che a sua volte gliele ha inviate.
Zocchi si è rivolto all’amico poliziotto transitato all’ex Sismi. Buste di plastica, sacchi neri della spazzatura. Decine e decine di documenti. L’inchiesta è ancora in corso. Una parte del materiale, quella su Marco Biagi, è stata inviata a Bologna.
Dunque, di un immenso archivio disponeva Scajola. Una parte affidata al suo capo della segreteria. Poi gli uomini della Dia di Reggio Calabria hanno trovato e posti i sigilli a un altro corposo archivio. E solo qualche agenda e faldone sono stati analizzati.

Guido Ruotolo, La Stampa 20/5/2014