Diletta Parlangeli, Il Fatto Quotidiano 20/5/2014, 20 maggio 2014
SONO PARECCHIO MORTO MA CONTINUO A TWITTARE PER VOI
And I feel like I’m someone else/E mi sento come qualcun altro”: è da non credersi, ma l’essenza del “Fake”, l’aveva già riassunta Mick Hucknall (Simply Red), nel 2003, in un brano che proprio così s’intitolava.
Ma ci sono fake, e fake. Per chi si sente qualcun altro in rete, vanno usati pesi e misure differenti. Tralasciando i furti d’identità con scopi ingannevoli, generatori di spam e bufale di vario ordine, la lista dei ‘cari estinti’ celebri è terreno di gioco per l’esercizio della creatività. Seguiti, retwittati, condivisi. Da questo punto di vista, i social network consentono continue reinterpretazioni del pensiero e delle azioni di noti personaggi della storia, della letteratura, della cultura tutta.
E Twitter, anche per la sua struttura – post brevi che ben si adattano alle massime, e alla condivisione – è il loro nuovo regno.
C’è un Napoleone (@NapoleonAigle) a cui piace vincere facile, che il 5 maggio pubblica un “Oggi mi sento morire”.
Promette bene un’ancora sottovalutata – online – partente dell’imperatore, la sorella Paolina Borghese (@Paolina_BB), piuttosto polemica. Il 5 maggio risponde all’account del Museo Canova “Come sarebbe a di’ che è morto mi’ fratello, ma se stava a tuitta’ solo un attimo fa…” e fa polemica sulla Notte dei Musei di Roma, durante la quale Galleria Borghese è rimasta chiusa. Risponde all’assessore capitolina Flavia Barca che illustrava il successo dell’evento: “e io No. #GalleriaBorghese-FAIL” .
Cosimo De’ Medici (@Cosimo_deMedici) mette i puntini sulle “i”: “Gli uomini della dinastia Medici non erano brutti, e che avevamo dei ritrattisti di m***a”.
Uno dei migliori regnanti (più che defunti) da seguire è Made in England, ed è niente di meno che Enrico VIII (@KngHnryVIII), godereccio rappresentante della dinastia Tudor, tutto dedito a bacon, sesso, e odio per i francesi. “Il vino è la cosa migliore che mi sia successa in tutta la giornata”; “Se ti senti solo, perso e triste, è probabile che tu non abbia assunto abbastanza carne e alcol”; “Oggi: 1) fare la lista delle cose da fare, 2) leggerla forte con voce d’impatto, 3) fare cose sulla lista che sono davvero sexy 4) non fare quelle noiose 5) torta”.
Giulio Cesare (@Julius_Caesar), rivisita la storia: “Bruto è a Roma. Io mi trovo in Gallia. Ma bene. Indagherò sui suoi affari. Sto cercando di pianificare l’invasione. Per favore, piantatela di farmi esplodere il telefono” scrive il 15 marzo. Evakatrina, giustamente, gli risponde: “Hai qualcosa dietro la schiena”.
All’estero non lesinano sul brio. Attivissimo Charles Darwin, con i suoi 18.5k followers (varrà anche per loro, la selezione naturale?) che viaggia e riporta le impressioni d’incontri e scoperte: “L’educazione dei gauchos è eccessiva; tuttavia sembrano abbastanza pronti, qualora si presentasse l’occasione, a tagliarti la gola”.
Prolifici poeti, scrittori, drammaturghi. Tra gli orgogli nazionali spicca Dante Alighieri (@DanteSommoPoeta), 24.8k seguaci e, naturalmente, la rima: “M’aprite sempre qualche cicatrice/tutte le volte che qui si discorre, di chi risponde al nome di Beatrice...” e ancora, attento all’attualità (per il 40° anniversario del cubo di Rubik, con relativo Doodle dedicato): “Ai tempi miei e a quelli dei miei avi, di quadre v’eran sol le nostre palle , da far girare quando t’annoiavi #Rubik”.
Chi ha scelto di dar voce a Oscar Wilde (@BestOscarWilde ) è caduto sul morbido, vista la quantità di aforismi dello scrittore e drammaturgo. Tra una massima e l’altra tuttavia, anche qualche stralcio dalle opere teatrali. Può tirar fuori un “This suspance is terrible. I hope i twill last”, tratto dall’Importanza di chiamarsi Ernesto, alle 9 del mattino. Così.
Sessantottomila e rotti follower per l’account di Wiliam Shakespeare (@WWm_Shakespeare), attivissimo e ispirato: il 16 maggio twitta un “Let it be” di beatlesiana memoria, tanto che qualcuno gli risponde che sul copyright potrebbe esserci qualche questione sospesa.
E a proposito di Beatles, Twitter restituisce un John Lennon (@John_Lennon) monocorda, fedele solo alla linea “Imagine”: retwitta altri contenuti, ma produce solo post che iniziano con “imagine”. Merita una menzione speciale l’operazione del gruppo Se i quadri potessero parlare, su Facebook. Un’interpretazione a maglia larga di fake: quadri famosi (o meno), vengono pubblicati con i sottopancia. E così sotto “Mangiatori di patate” di Van Gogh appare la scritta “Questo è l’ultimo mese. Da maggio abbiamo 80 euro in più”. E sotto “La dama con l’Ermellino”: “Quando schiatta me faccio ‘na pelliccia che te dico fermate”.
Diletta Parlangeli, Il Fatto Quotidiano 20/5/2014