Paola Valentini, MilanoFinanza 20/5/2014, 20 maggio 2014
BOOM DI DEPOSITI SUI CONTI CORRENTI
Altro che consumi; in attesa di capire se gli 80 euro aggiunti dal governo Renzi nelle buste paga di milioni di lavoratori torneranno nel circuito dell’economia, per ora gli italiani si confermano più formiche che cicale e pensano più a risparmiare che ad aumentare le spese. Unimpresa stima che in un anno le famiglie hanno depositato in banca 15,4 miliardi in più, mentre crolla di 25,8 miliardi la liquidità degli istituti di credito, che hanno aumentato di 32,7 miliardi gli investimenti in titoli di Stato. «La crisi e i timori di nuovi scossoni finanziari bloccano i consumi e, nonostante la crescita dei depositi, riducono i fondi delle banche, che cercano guadagni facili con Bot e Btp», sottolinea un rapporto del centro studi di Unimpresa, secondo cui i salvadanai delle famiglie sono passati dagli 854,1 miliardi di marzo 2013 agli 869,6 di marzo 2014, in aumento dell’1,8%; la liquidità degli istituti è invece diminuita da 346,9 a 321,1 miliardi (-7,4%).
Secondo il rapporto di Unimpresa, basato su dati Bankitalia, le famiglie hanno dunque risparmiato di più. Anche i fondi delle imprese risultano in crescita da 191,7 a 196,7 miliardi (+2,6%). In aumento anche quelli di assicurazioni e fondi pensione da 25 a 26,8 (+7,3%) e quelli delle onlus di 1,1 miliardi da 22,3 a 23,4 miliardi (+4,8%). Stabili i depositi delle imprese familiari, passati da 44,5 a 44,4 miliardi (-0,2%). Cala nel frattempo la liquidità delle banche da 346,9 miliardi a 321,1 miliardi (+7,4%), diminuzione che si spiega con il contemporaneo aumento degli investimenti in obbligazioni pubbliche: da marzo a 2013 a marzo 2014 infatti nei portafogli bancari Bot, Btp, Cct e Ctz sono passati complessivamente da 362,8 a 395,6 miliardi (+9,1%). Nello stesso periodo i finanziamenti ai privati sono calati da 1.461,8 a 1.431,3 miliardi: una riduzione che interessa sia le famiglie (-6,9 miliardi) sia le imprese (-23,5 miliardi). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese complessivamente del 2,09% nell’ultimo anno. «Analizziamo due fenomeni preoccupanti: da una parte l’aumento delle riserve delle famiglie, che preferiscono risparmiare il più possibile riducendo i consumi con ricadute negative sulle possibilità di ripresa delle aziende», commenta Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa. «Dall’altro lato vediamo come le banche, che nel giro di un anno hanno ridotto i prestiti di 30,5 miliardi al settore privato, spostano la liquidità su asset sicuri: invece di finanziare imprese e famiglie, mettono i soldi in titoli di Stato, con guadagni facili e sicuri ma basati si un progetto di basso profilo».
Paola Valentini, MilanoFinanza 20/5/2014