Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 17 Sabato calendario

VUOI SCHIVARE LA NAJA? GIOCA UN BEL MONDIALE


Si può giocare un Mondiale per vincere il titolo o per passare il girone, per entrare nella lista del Pallone d’oro o farsi nominare cavaliere, per segnare un gol o avere soltanto l’obiettivo di andare in campo un minuto. Si può giocare un Mondiale anche per farsi dispensare dal servizio militare, come capiterà a 15 dei 23 convocati della Corea del Sud: lo raccontano Guilherme Nagamine, André Donke e Jean Pereira Santos di espn.uol.br in una rubrica. Il lato B del Mondiale, nella quale abbondano le storie a latere. Questa dei coreani è fra le più interessanti anche perché ci ricorda un episodio nero nella storia della nostra Nazionale, l’eliminazione del 2002: con la collaborazione dell’arbitro Moreno la Corea del Sud ci buttò fuori negli ottavi, e col sostegno di un altro fischietto, l’egiziano Al-Ghandour, nei quarti ebbe ragione della Spagna ai rigori.
L’ultimo penalty tirato, quello decisivo per passare, toccò a Hong Myung-Bo, il capitano allora trentatreenne che con quel tiro decretò l’ingresso dei padroni di casa in semifinale. Per quanto platealmente “aiutato”, il risultato ebbe un formidabile impatto a Seul: così forte da far accettare all’opinione pubblica la concessione agli eroi di Hiddink (il c.t. olandese di quella squadra) di un privilegio raro e generalmente molto contestato: l’esenzione dal servizio militare. Se la cosa vi suona strana, sappiate che i 21 mesi di naja della Corea del Sud sono il terzo obbligo di leva più lungo del mondo dopo quelli di Israele (tre anni i maschi, due le femmine) e Singapore (da 22 a 24 mesi). La cosa si spiega con lo stato di guerra latente – per quanto improbabile – che continua ad affliggere le due Coree: ufficialmente, infatti, dal 1953 è in vigore un cessate il fuoco che Seul e Pyongyang non hanno mai trasformato in trattato di pace.
Per ottenere la dispensa, uno sportivo deve vincere qualsiasi medaglia olimpica, una medaglia d’oro ai Giochi asiatici o centrare un risultato che le autorità giudichino eccezionale. Lo fu il quarto posto al Mondiale 2002, lo è stato il bronzo olimpico a Londra (otto convocati l’hanno conquistato e hanno già l’esenzione in tasca, da cui i 15 su 23). Hong Myung-Bo oggi è il c.t., e la sua opera di motivazione punta forte sulla naja da evitare: «È decisiva per lo sviluppo delle vostre carriere: pensate al successo che Park Ji-Sung e Lee Young-Pyo si sono guadagnati in Europa dopo quel Mondiale. Avessero ancora avuto obblighi di leva, non sarebbero potuti andare a Manchester Utd e Psv». Non male, come stimolo. Devono avvertirlo soprattutto Lee Keun-Ho e Joo-Ho Park. Il primo, miglior giocatore asiatico del 2012 dopo la Champions vinta con l’Ulsan, è stato chiamato di leva ed è sparito dai radar (gioca in B, in un club geograficamente vicino all’Accademia militare); il secondo, stella del Mainz, dovrebbe tornare in patria per due anni dal 2015. Mettete dei palloni nei vostri cannoni.