Paolo Condò, SportWeek 17/5/2014, 17 maggio 2014
VUOI SCHIVARE LA NAJA? GIOCA UN BEL MONDIALE
Si può giocare un Mondiale per vincere il titolo o per passare il girone, per entrare nella lista del Pallone d’oro o farsi nominare cavaliere, per segnare un gol o avere soltanto l’obiettivo di andare in campo un minuto. Si può giocare un Mondiale anche per farsi dispensare dal servizio militare, come capiterà a 15 dei 23 convocati della Corea del Sud: lo raccontano Guilherme Nagamine, André Donke e Jean Pereira Santos di espn.uol.br in una rubrica. Il lato B del Mondiale, nella quale abbondano le storie a latere. Questa dei coreani è fra le più interessanti anche perché ci ricorda un episodio nero nella storia della nostra Nazionale, l’eliminazione del 2002: con la collaborazione dell’arbitro Moreno la Corea del Sud ci buttò fuori negli ottavi, e col sostegno di un altro fischietto, l’egiziano Al-Ghandour, nei quarti ebbe ragione della Spagna ai rigori.
L’ultimo penalty tirato, quello decisivo per passare, toccò a Hong Myung-Bo, il capitano allora trentatreenne che con quel tiro decretò l’ingresso dei padroni di casa in semifinale. Per quanto platealmente “aiutato”, il risultato ebbe un formidabile impatto a Seul: così forte da far accettare all’opinione pubblica la concessione agli eroi di Hiddink (il c.t. olandese di quella squadra) di un privilegio raro e generalmente molto contestato: l’esenzione dal servizio militare. Se la cosa vi suona strana, sappiate che i 21 mesi di naja della Corea del Sud sono il terzo obbligo di leva più lungo del mondo dopo quelli di Israele (tre anni i maschi, due le femmine) e Singapore (da 22 a 24 mesi). La cosa si spiega con lo stato di guerra latente – per quanto improbabile – che continua ad affliggere le due Coree: ufficialmente, infatti, dal 1953 è in vigore un cessate il fuoco che Seul e Pyongyang non hanno mai trasformato in trattato di pace.
Per ottenere la dispensa, uno sportivo deve vincere qualsiasi medaglia olimpica, una medaglia d’oro ai Giochi asiatici o centrare un risultato che le autorità giudichino eccezionale. Lo fu il quarto posto al Mondiale 2002, lo è stato il bronzo olimpico a Londra (otto convocati l’hanno conquistato e hanno già l’esenzione in tasca, da cui i 15 su 23). Hong Myung-Bo oggi è il c.t., e la sua opera di motivazione punta forte sulla naja da evitare: «È decisiva per lo sviluppo delle vostre carriere: pensate al successo che Park Ji-Sung e Lee Young-Pyo si sono guadagnati in Europa dopo quel Mondiale. Avessero ancora avuto obblighi di leva, non sarebbero potuti andare a Manchester Utd e Psv». Non male, come stimolo. Devono avvertirlo soprattutto Lee Keun-Ho e Joo-Ho Park. Il primo, miglior giocatore asiatico del 2012 dopo la Champions vinta con l’Ulsan, è stato chiamato di leva ed è sparito dai radar (gioca in B, in un club geograficamente vicino all’Accademia militare); il secondo, stella del Mainz, dovrebbe tornare in patria per due anni dal 2015. Mettete dei palloni nei vostri cannoni.