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 2014  maggio 20 Martedì calendario

UNO SCEICCO DEL QATAR PER DEUTSCHE


Ai mercati non è piaciuto il nuovo aumento di capitale da 8 miliardi, annunciato domenica sera da Deutsche Bank, che fa diventare la famiglia reale del Qatar primo azionista del primo istituto di credito tedesco, con una quota del 6% e un investimento di 1,75 miliardi di euro. Il titolo ieri ha chiuso in discesa dell’1,74%, a 30,20 euro, sul listino di Francoforte, ma nel corso della seduta era arrivato a perdere oltre il 2%, trascinando al ribasso l’intero settore bancario europeo.
A entrare nell’azionariato di Deutsche Bank, tecnicamente, è Paramount Services holding, un veicolo di investimento posseduto e controllato dallo Sceicco Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al-Thani del Qatar, al quale il gruppo tedesco ha ceduto circa 60 milioni di azioni, al prezzo di 29,20 euro a titolo, per un controvalore complessivo di 1,75 miliardi. Gli ulteriori 6,3 miliardi di aumento saranno chiesti agli altri soci, che sono prevalentemente fondi, con in testa l’americano BlackRock, finora maggiore azionista con una quota del 5,14% della banca tedesca (al 31 dicembre 2013). Il prospetto per emettere fino a 300 milioni di nuove azioni è atteso per il 5 giugno, dopo il via libera della BaFin, l’autorità di controllo sui mercati tedeschi, e ci sarà tempo fino al 24 giugno per sottoscriverlo.
Il nuovo aumento di capitale, appena 13 mesi dall’ultimo, servirà a rafforzare il patrimonio di una banche meno capitalizzate d’Europa, alla vigilia degli stress test della Bce. E aiuterà l’istituto ad affrontare «le sfide impreviste», ha affermato Anshu Jain, co-ceo di Deutsche Bank durante una conference call con gli analisti, ammettendo che è «impossibile quantificare» le richieste ulteriori che i regolatori potrebbero domandare per rendere il sistema finanziario più resistente verso le crisi. Con l’aumento di capitale, Deutsche Bank farà salire il suo Common Equity Tier 1, uno degli indicatori più importanti della solidità di un istituto di credito, dal 9,5 all’11,8%. Ma non è soltanto l’Unione bancaria, in vigore da novembre, a costringere le banche dell’eurozona ad accumulare riserve, i famosi cuscinetti di capitale, per far fronte ai nuovi standard europei. Deutsche Bank si prepara anche ad affrontare un futuro pieno di «contenziosi difficili e imprevedibili», ha spiegato il direttore finanziario Stefan Krause, nonostante abbia già stanziato miliardi per far fronte a multe e cause legali.
L’ingresso dell’emirato arabo serve a rendere meno doloroso il contributo dei soci attuali. La scelta del Qatar? «Abbiamo deciso per la società Paramount Services, società di investimento controllata da Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al Thani del Qatar, perché ha intenzione di diventare un investitore centrale e di rimanere», ha affermato Jain.
D’altronde l’emirato non è nuovo a incursioni nelle banche europee. Nel 2008 Qatar Holding, il braccio di investimento diretto della Qatar Investment Authority, e Challenger, un altro veicolo di investimento dello sceicco Al-Thani, nel 2008 hanno investito 6,1 miliardi di sterline in Barclays, permettendole in questo modo di non ricorrere al salvataggio pubblico. Il fondo di investimento del Qatar ha inoltre il 6% del Credit Suisse e partecipazioni in Bank of America e in Agricultural Bank of China. Ma anche in Italia il piccolo emirato, sia attraverso il fondo sovrano sia la famiglia reale, è molto attivo, soprattutto nel settore immobiliare e della moda, con investimenti nel complesso di Porta Nuova a Milano (possiede il 40%), in Costa Smeralda, rilevata dal tycoon americano Tom Barrack, in Valentino e Pal Zileri. Sono suoi inoltre gli hotel Baglioni e il Four Seasons di Firenze e il Gallia di Milano.