M. Antonietta Calabrò, Corriere della Sera 20/5/2014, 20 maggio 2014
TRANSAZIONI SOSPETTE DA 6 A 202 IN UN ANNO
ROMA — Il 2013 è stato un anno-record per quanto riguarda la segnalazione di operazioni finanziarie sospette in Vaticano. Sono passate dalle sei del 2012 a ben 202 dell’anno passato. La metà di queste segnalazioni (per la quasi totalità riguardanti lo Ior) si sono concentrate negli ultimi due mesi del 2013 (novembre e dicembre), visto che al Comitato Moneyval ne erano state segnalate (a far data dal 30 ottobre 2013) 105.
Questa crescita, ha spiegato il direttore dell’Aif René Bruelhart, illustrando il Rapporto annuale,«riflette sia lo sviluppo della strumentazione legale, sia un miglioramento sostanziale della performance operativa delle entità soggette alla supervisione dell’Aif». Cinque di tutte le segnalazioni sono state inoltrate al Promotore di giustizia per le indagini penali.
Il direttore Bruelhart ha parlato anche dell’ispezione interna allo Ior, sollecitata dal Comitato Moneyval. In particolare in relazione alla esistenza dei cosiddetti «conti misti ». Lo Ior infatti è cliente delle banche estere e come tale possiede dei suoi conti, ma il danaro che muove non è solo suo, ma anche quello dei propri clienti.
Questo problema è emerso nel corso dell’ispezione e dovrà essere risolto: si tratta del nodo centrale nei rapporti con la Banca d’Italia e con il sistema bancario italiano.
Proprio a motivo dell’esistenza di «conti misti» sono partite le indagini della magistratura italiana per il reato di riciclaggio, a partire dal sequestro di 23 milioni di euro nel 2010. E dal 2011 è stata «congelata» tutta l’operatività dello Ior in Italia, con circa 120 milioni di euro ancora «bloccati» presso le banche italiane corrispondenti.
Quanto al fatto che lo Ior ha annunciato a oltre mille clienti che non avevano più diritto a possedere un conto, Bruelhart ha precisato che nessun conto è stato chiuso per sospetto riciclaggio, né poteva esserlo, perché i conti sospetti devono essere monitorati secondo le procedure dell’autorità finanziaria (così come avviene in tutti i Paesi) e non semplicemente chiusi. L’Aif ha lavorato con quattro controparti estere, tra cui l’Uif della Banca d’Italia: 28 sono state le richieste di informazioni inoltrate dal Vaticano; 53 le richieste di informazioni ricevute. Tra le informazioni inviate in Italia anche quelle relative ai conti dell’arcivescovo emerito di Siena Gaetano Bonicelli e del manager bergamasco Giovanni Morzenti.