Natalia Aspesi, la Repubblica 19/5/2014, 19 maggio 2014
VERONICA E LE ALTRE LIBERE DI INVECCHIARE
Sarà più da compatire un uomo di 78 anni che si lascia fidanzare da una rapace ragazza di 30 anni o una signora di 58 che consente agli anni il loro inevitabile avanzare? Vivrà con maggior serenità un quasi ottantenne diventato inguardabile in televisione, tanto il bisturi e le tinture hanno lavorato troppo e male? L’ex moglie di Berlusconi Veronica Lario O UNA quasi sessantenne che si vive per quello che è, non più sottile, non più levigata, non ossessionata da una giovinezza che nulla può ricuperare e che quindi è inutile inseguire?
Veronica Lario vive da anni nell’ombra, non è più Berlusconi, probabilmente osserva da lontano la strenua, perduta lotta dell’ex marito contro il tempo, con compassione, ritenendosi salva dal dovere dell’immagine, dall’essere costretta ad apparire quello che non si è più, con apprensione, paura, dolore. E invece no, il suo diritto di invecchiare viene usato come un arma per denigrarla, per ferirla, per suggerire l’esclusione che dovrebbe colpire le donne che, nella mentalità dei vecchi maschi terrorizzati dal loro stesso frollare, sono tali solo se giovani e appetibili.
Il solito giornale di servizio di casa B. ha pubblicato leccandosi i baffi per lo scoop, intrusive fotografie della signora Lario che è stata una donna bellissima, e di quella bellezza si sta liberando giorno per giorno, in assoluta tranquillità. Ma quelle fotografie, quel modo, crudele, volgare e scemo di metterla alla gogna, mentre la decrepitezza del suo ex coniuge desta solo festosi accoppiamenti con una ragazza più giovane dei suoi due primi figli e coetanea della terza, l’hanno ferita. E ancor più, l’hanno indignata l’avventata intromissione di due maleducati cosiddetti esperti di bellezza che si sono permessi di dare consigli assolutamente non richiesti, su come riacquistare il giro vita e il collo di cigno, come una inderogabile necessità per liberarsi dal peccato inaccettabile del naturale invecchiamento.
È vero, capita, per esempio in certe serate della buona borghesia milanese, di trovarsi in mezzo a signore ultracinquantenni, impegnate ad essere belle e sexy come lo erano vent’anni prima, un impegno faticoso che rende i loro sguardi inquieti e le loro risate eccessive. Sono ossessionate dalla loro immagine che non ritengono un’arma di seduzione ma di potere, e non vogliono essere solo belle, ma giovani. Intervengono i famosi bisturi che gelano per un po’ corpi e volti in una finta perfezione, alterandoli, rendendoli estranei alla persona, alla sua storia. Ma è un paradiso cui tante donne non riescono a resistere, il tempo dell’eterna giovinezza sempre più amare e caricaturale, e che nella realtà dura pochi anni dentro una lunga vita. Certo viviamo nell’epoca in cui tutto è giovane, anzi adolescenziale, e le ragazzine sono disponibili per gli uomini maturi e la pubblicità si serve solo di minorenni (anche maschi però) e la moda pretende gambe lunghissime e ventri piatti. Un primo ministro giovane ha riempito il suo governo e i posti di potere di sue coetanee, tra l’altro preparatissime, belle soprattutto perché giovani. Una ragione in più per capire che il confronto è impossibile, che le età vanno vissute per quello che sono, certo aiutate nel renderle più gradevoli.
Nessuno proibisce alle donne di invecchiare, se non qualche rimasuglio di maschilisti fuori tempo, proprio come il suo ex marito, che le giudicano solo se scopabili o no. A parte il fatto che le poste del cuore e i siti internet abbondano di ultrasessantenni pacificamente avventurose e molto ricercate, il problema è che sono le donne stesse, spesso, a non accettare la fine della giovinezza. Sono loro a perdere la testa, a soffrirne, anche perché prima o poi ogni sforzo risulterà vano. Poi sono milioni le donne come la signora Lario, che data l’opulenza finanziaria potrebbe affidarsi annualmente ai massimi guru da diva, ma che per sua fortuna ha un vita non solo da nonna sufficientemente piena per dimenticarsi delle rughe.
Va anche ricordato che una star come Nicole Kidmann, che troppo giovane si era affidata alla chirurgia plastica perdendo ogni fascino, con un nuovo intervento riparatore è tornata come prima, bellissima ma meno giovane. Tanto più che la vera vecchiaia prima o poi arriva, e per non disperarsi, è meglio abituarcisi a poco a poco, godendo dei piaceri del proprio tempo, senza rimpianti per ciò che si è avuto e non si avrà mai più.
Signorini, direttore di Chi, stomaco di acciaio, voleva insultare, invece ha ridato alla signora Lario, pur offesa, e alle sue coetanee, il senso del valore dei loro anni, l’orgoglio di tutto ciò che l’età regala arricchendo la loro vita e quella di chi sta loro vicino, uomini compresi.
Natalia Aspesi, la Repubblica 19/5/2014