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 2014  maggio 18 Domenica calendario

«NON TEMO DI INVECCHIARE PER QUESTO MI ATTACCANO»


«Quel giornale è usato come un’arma, per amici e nemici. Se non fai più parte del cerchio, sei un nemico. Ne avrei fatto volentieri a meno, ma adesso basta: dico quel che penso».
Ha deciso di rompere il silenzio per difendere «il diritto a invecchiare». Della vecchiaia Veronica Lario non ha paura, per questo ha deciso di reagire a quello che definisce «il dibattito» promosso da Chi e ripreso da tutti i quotidiani, da tutti i siti online, sul suo corpo di donna nata nel 1956.
CHIRURGHI ESTETICI
Il servizio fotografico del settimanale, corredato da didascalie e interviste a chirurghi estetici che le consigliano liposuzioni e «interventi al collo», risale a una settimana fa, ma Veronica Lario, ex Berlusconi, non reagisce mai a caldo. Prima di decidere, valuta. Non lascia che una ferita, per quanto bruciante, abbia la meglio sulla riflessione. Poi, una volta presa la decisione, non torna indietro, non si lascia influenzare dal parere di altri, fossero anche persone di cui ha la massima stima. Quando decide che la misura è colma, lo dice e accetta di pagare il prezzo. Un prezzo fatto anche di agguati fotografici, accuse a mezzo stampa, disinformacjia sull’entità milionaria di un divorzio del quale, di recente, si è anche scritta un’ultima cifra: 540 milioni di euro per mettere la parola fine al contenzioso tra lei e Silvio Berlusconi. Peccato che non sia vera.
FIGURA PUBBLICA
«Ci sono tre motivi per cui torno a parlare ad un giornale. Il primo è che considero il servizio del settimanale un attacco inaccettabile alle donne che, come me, vogliono invecchiare senza assoggettarsi allo stereotipo del ”giovane a tutti i costi”. Ho quasi sessant’anni, probabilmente secondo gli attuali canoni ossessivi non sto invecchiando bene, non mi curo del mio giro vita o delle rughe sul collo. E’ un motivo sufficiente perché un giornale consideri invecchiare una colpa? E’ un motivo sufficiente per suggerirmi il ricorso al chirurgo estetico, suggerirlo a me e, deduco, a tutte le mie coetanee? Non sono una figura pubblica, non sono più sposata con un presidente del Consiglio, tra l’altro lui non è neppure più presidente del Consiglio. Che cosa vogliono? Aggiungo: quale esempio diamo alle sedicenni che oggi chiedono come regalo di compleanno la liposuzione? E’ una società sempre più ipocrita. Da un lato condanna l’anorressia e finge di promuovere le modelle curvy. Dall’altro, colpevolizza chi, dopo i 50 anni, col suo giro vita rotondo convive serenamente».
Non sono riflessioni nate oggi, sull’onda dell’indignazione per l’articolo. Veronica queste cose le pensava già dieci anni fa, quando nella biografia ”Tendenza Veronica”, anno 2004, parlava del suo futuro nel capitolo ”Prossima tappa; invecchiare bene”. «Come immagino la mia vecchiaia? La considero un approdo a cui arrivare dopo aver superato tutte le passioni, tutti i tormenti. Immagino la vecchiaia in tutta la sua bellezza».
Dieci anni dopo, rivendica il diritto a pensarla come allora: «Sono una donna che invecchia normalmente, senza pretendere di fermare il tempo».
DORIAN GRAY
Nel film ”Last Vegas”, una commedia recente dove quattro maschi settantenni festeggiano a Las Vegas l’addio al celibato dell’amico che sta per sposare una trentenne, l’anziano Michael Douglas, ammette: «Il fatto è che il mio cervello non può adattarsi all’idea di essere racchiuso in un corpo così vecchio».
Veronica Lario, invece, con quest’idea convive serenamente: «Aggrapparsi alla giovinezza che passa può andar bene per altri, non per me. E’ storia vecchia, meglio di tutti l’ha raccontata Oscar Wilde in Dorian Gray. Nel tentativo esasperato di mantenere l’immagine dei tuoi vent’anni, ti allontani sempre più dalla realtà, perfino dagli affetti. Cambia tutto, tranne te. Io invece penso che invecchiare abbia effetti negativi, certo, ma porti anche la bellezza di una serenità nuova. Perché ridicolizzare chi si accetta? Ho una vita normale, faccio la nonna. Devo essere insultata per questo? O perché non mi chiamo più Berlusconi?».
Ecco la seconda ragione per cui Veronica Lario ha deciso di interrompere il suo silenzio: il fatto che a «indire il dibattito» sia stato un giornale di famiglia. «Mi ferisce che il settimanale al quale devo questo miserabile agguato appartenga al mio ex marito. E’ vero, non sono più una Berlusconi e dunque non ho più diritto alle foto ritoccate, ai photoshop, addirittura al ritiro di certe immagini dal mercato, ma stavolta è venuto meno il rispetto dei fondamentali. Il rispetto per una donna che è comunque la madre dei figli di Silvio Berlusconi».
Da quando si è separata, racconta Veronica, i fotografi non le danno tregua. «Eppure - sorride - portano a casa solo foto di me a cavallo o al parco con i miei nipoti». L’ultimo servizio del settimanale, però, l’ha colpita anche per l’intrusione nella sua vita: «Continuano a segnalare miei indirizzi privati, fregandosene della privacy».
ESPERTI SPREGIUDICATI
Non è questa comunque la terza ragione per cui è tornata a parlare. Del servizio giornalistico la indigna, e molto, anche altro: la disponibilità data da due esperti che si sono prestati a giudicare il suo collo, il suo giro vita, le gambe. «Trovo deontologicamente riprovevole che un medico si permetta consigli non richiesti senza conoscere niente della persona di cui parla. E se io fossi ingrassata in seguito a problemi di salute? Che medico è quello che per una piccola autopromozione si presto a questo genere di visite a distanza»?
A Veronica Lario piace la vita appartata. Dopo il j’accuse del 2009, e la conseguente separazione, non ha mai reagito ai titoli dei giornali, alle punzecchiature più o meno fantasiose. Quest’estate, dopo la sentenza di condanna per il processo Mediaset, confidò al Messaggero di aver telefonato all’ex marito per esprimergli affettuosa solidarietà. Da allora, nessuna intervista. Non le interessa neppure sentirsi dire «aveva ragione Veronica», anche se a dirlo, ora, in privato, sono gli stessi che all’epoca della separazione la trattarono da «velina ingrata».
LE FESTE A VILLA CERTOSA
Le cito la recente polemica ingaggiata dall’eurodeputata di Forza Italia Susy De Martini contro un’altra forzista, Licia Ronzulli: la De Martini accusa la Ronzulli di essere in lista per le europee «solo perché, come Nicole Minetti, organizzava feste a Villa Certosa». Le ricordo quanto, lei, Veronica, aveva dichiarato a proposito delle europee del 2009 e delle candidate di Forza Italia a Bruxelles. «Quel che emerge dai giornali - disse allora all’Ansa - è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere».
Che cosa pensa oggi quando vede che, a cinque anni di distanza, è un’eurodeputata di Forza Italia a sostenere analoghi concetti? «Penso che siamo un Paese rassegnato al peggio e che per questo, forse, lo scatto non riesce. Ogni giorno c’è qualcosa di peggio da giustificare. Ci si potrebbe indignare, e invece... La mattina in cui ho appreso degli arresti per Expo 2015 mi è tornata in mente una vecchia canzone di Enzo Jannacci. La conosce? ”Maria me porten via, m’han ciapaa me on lader, ma ai fioeu ti dighel no”. Ecco, il pudore allora c’era. Perfino il ladro non voleva che i figli sapessero che l’avevano arrestato».