Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2014, 17 maggio 2014
PRIMO: NON TWITTARE I COMANDAMENTI DEL GENTLEMAN 2.0
“Un gentiluomo”, scriveva Oscar Wilde, “è colui che non ferisce mai i sentimenti altrui involontariamente”. Ma il grande scrittore inglese amava le battute dissacranti. Per il dizionario, viceversa, gentiluomo è chi appartiene a una famiglia nobile o una persona di comportamento signorile o che agisce con rettitudine. In Inghilterra, dove il termine “gentleman” si è diffuso all’epoca di dame e cavalieri, ancora oggi si ritiene che significhi aprire la porta alle signore, dire sempre “thank you” e “please”, vestire in modo appropriato. Ma il concetto va adeguato ai tempi e la rivista Country Life ( Vita di campagna), che non si rivolge ai coltivatori diretti bensì a proprietari terrieri e aristocratici, ha stilato nel suo ultimo numero una lista di comandamenti del “moderno gentiluomo”.
Alcuni sono effettivamente collegati ad abitudini contemporanee: come “non Twittare” (un gentiluomo non si aspetta che il prossimo sia interessato alle sue opinioni), non bere Malibù (un cocktail a base di rum, vodka e succo d’arancia, considerato più femminile che maschile), non indossare pantaloni rosa fucsia (nel medio Evo non usavano). Altri vanno bene per ogni epoca: essere sempre puntuali, non parlar male delle proprie ex (perlomeno in pubblico), allacciarsi da soli il cravattino a farfalla, non essere eccessivamente competitivi (per esempio un gentiluomo non umilia l’avversario a tennis, lasciandogli sempre vincere almeno qualche gioco). Altri ancora possono apparire obsoleti: la raccomandazione di fare l’amore “on the elbows”, sui gomiti, “perfino gli inglesi sono diventati un po’ più avventurosi di così in materia di sesso”, commenta Peter York, autore dell’Official Sloane Ranger Handbook, sorta di manuale del gentiluomo d’oggi; o quella di non possedere un gatto (ritenuto un animale domestico più adatto alle donne, magari anziane e sole, diversamente dal cane, preferibilmente un labrador, adatto agli uomini di un certo stile).
Quanto al vestire, i precetti di Country Life includono non indossare uno slip da bagno Speedo (meglio boxer o bermuda), non portare il cappello a tavola (dimenticando che oggi giorno quasi nessuno porta più il cappello) e non mettere mai scarpe di color marrone dopo il tramonto. Viene in mente una vecchia battuta di Richard Nixon, secondo cui un “vero uomo” non indosserebbe mai mocassini marron ma soltanto scarpe nere con i laccetti: sebbene, vista la fine che il presidente americano fece con lo scandalo Watergate, non sembri possibile annoverarlo fra i perfetti gentiluomini. «Quando le donne vanno al primo appuntamento », taglia corto un altro esperto inglese del ramo, William Hanson, autore del Bluffer’s Guide to Etiquette, «gli guardano con attenzione l’orologio e le scarpe, pensando che, se un uomo non è capace di prendersi cura delle proprie scarpe, non potrà certo prendersi cura di loro». Nere o marroni, insomma, dovrebbero essere pulite e ben lucidate. E l’orologio? «Oggi molti uomini non lo portano più», spiega Hanson, «perché tanto possono leggere l’ora sul telefonino, ma estrarre un telefonino per controllare l’ora è poco chic». Così come scrivere una lettera con una biro, sempre secondo il decalogo di Country Life: va scritta rigorosamente con la stilografica, meglio con inchiostro nero che blu. Vale solo, s’intende, per i gentiluomini che spediscono ancora lettere, invece di comunicare via email, Facebook oppure (orrore!) Twitter.
Enrico Franceschini, la Repubblica 17/5/2014