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 2014  maggio 17 Sabato calendario

PERISCOPIO


I deputati di Forza Italia votano contro l’arresto di Genovese: «Sei sprecato nel Pd». Spinoza. Il fatto.

Prandelli: «La gomitata di Chiellini non è un gesto violento». Grillo: «Vado a Porta a Porta perché non è un talk show». È bello quando i politici parlano la stessa lingua della società civile. Il rompi-spread. MF.

Scale - La politica è fatta a scale, Renzi scende e Grillo sale. Jena. La Stampa.

A un certo punto della vicenda alcuni rappresentanti ufficiali europei ci presentarono uno schema per cercare di forzare alle dimissioni il premier italiano Silvio Berlusconi. Volevano che noi rifiutassimo di supportare eventuali prestiti che il Fondo monetario internazionale aveva in mente di concedere all’Italia finché Berlusconi non si fosse dimesso. Parlammo al presidente Obama di questo sorprendente invito, ma, per quanto ci fosse comodo avere leadership migliori in Europa, decidemmo che non potevamo essere coinvolti in un piano così. Disse che noi non potevamo avere il sangue di Berlusconi sulle nostre mani. Timothy Geithner, ex ministro del tesoro Usa, in Stress test, Crown Pub. 2014.

Ad avere causato le dimissioni di Berlusconi furono fattori esterni, non interni alla politica. La crescita esponenziale dello spread, l’attacco prima ai titoli di stato italiani, poi ai titoli di borsa della scuderia Berlusconi, furono i carri armati di quel golpe. Non fu un attacco autonomo dei mercati, e lo si è capito negli anni successivi. Tutti i fondamentali dell’economia italiana, a quell’epoca, erano migliori di quel che sarebbe avvenuto dopo. Migliore il rapporto deficit-pil, migliore il tasso di crescita dell’economia italiana, migliore il rapporto debito-pil, migliore il tasso di disoccupazione. Gli indicatori fondamentali dell’economia italiana erano più vicini di quel che sarebbe accaduto in seguito con Mario Monti, con Enrico Letta e perfino ora con Matteo Renzi, rispetto alla media dell’area dell’euro. Quello spread non fotografava quindi l’economia italiana. Quello spread è stato semplicemente il carro armato utilizzato per ottenere, in altro modo, quel che Obama e Geithner si erano rifiutati di fare. Il sangue di Berlusconi è restato a macchiare i mercati e non le mani della politica americana. Ma è evidente che è del sangue della democrazia italiana che si sono lordate molte mani delle istituzioni d’Europa. E chiudere gli occhi davanti a una testimonianza così rilevante nel modo così meschino scelto dal presidente della Repubblica non fa certo onore a chi dovrebbe garantire l’indipendenza e la sicurezza dell’Italia. Franco Bechis. Libero.

Nasco dalemiano, però Renzi non mi dispiace. Fabio, 33 anni, giornalaio.

«È vero», dichiara, restando serio, il segretario renziano del Pd torinese Fabrizio Morri, «non poteva certo negare a Primo Greganti di avere contatti con il mondo del Pd o di partecipare agli eventi, ma, a quanto ne so, non aveva rapporti con i dirigenti. Mi dispiace molto a livello umano, Greganti cercava di risollevarsi dal punto di vista professionale. Ma certamente faceva tutto per sé, non per il partito». Ecco, cercava di risollevarsi, tutto per sé. Purtroppo dalle carte dell’inchiesta di Milano, risulta che grazie a Greganti la cupola di Frigerio & C. arrivava ai «sindaci comunisti», cioè Pd, contattava i vertici Pd e il commissario Expo Giuseppe Sala (un altro che non c’entra mai) per piazzare «un amico» nella commissione aggiudicatrice. «Bisogna parlare con Primo», diceva Frigerio, «perché il comune è di sinistra_ Sala è un uomo di sinistra, non di Pisapia, è più legato alla gente che Primo conosce_ al Pd». Greganti confermava: «Devo scendere a Roma a parlare con gli amici miei». Saranno stati amici di bisbocce, perché il Pd non c’entra, ci mancherebbe. Marco Travaglio. Il Fatto.

Palmiro Togliatti era, a Mosca nel 1937 col bulgaro Dimitrov, il finlandese Kuusinen e il sovietico Manuilski, uno dei membri della segreteria del Comintern. Furono loro ad avallare lo sterminio di tutti i dirigenti del partito comunista polacco (con l’eccezione di Gomulka) a opera della polizia staliniana con una sentenza di condanna politica. Quali fossero le ragioni che potevano aver indotto Stalin a liberarsi del partito comunista polacco, appare evidente dal particolare momento in cui si svolsero quegli avvenimenti: Mosca stava per accordarsi con Hitler attraverso il patto del 1939 che avrebbe portato alla spartizione della Polonia e allo scoppio della guerra. Il Pc polacco rappresentava un ostacolo a tale spartizione e perciò Stalin lo eliminò per spianarsi la strada alla eliminazione della stessa Polonia come stato indipendente. Piero Ostellino su La nuova storia contemporanea.

Non crediamo che l’alcol sia una cosa da prendere sotto gamba. Una volta bevuto un bicchiere si è prigionieri dell’alcol. Lo si può sospendere anche per tanti anni, ma dall’alcol non si esce più, una volta bevuto il primo bicchiere. E quindi bisogna ragionare con i ragazzi e far loro vedere questo pericolo. Ma non perché smettano di bere. Perché pretendere che un giovane non beva è come pretendere che non piova. Il problema oggi dei giovani non è la droga. La droga fa raccattare qualche voto politico. Il grave problema dei ragazzi è il bere, l’alcol. Perché bevono male, in maniera pericolosissima anche per loro. Mauro Corona, scrittore. Il Fatto.

Bei tempi, quelli. Allora, solo i marinai si tatuavano e Capri era un isola. Raffaele La Capria. Il Foglio.

I paracadutisti tedeschi sono in gran parte imberbi ma già ben addestrati. Quelli di 25 o 30 anni sono rari, tutti superstiti di Norvegia, Olanda e Creta, dei miracolati, per ognuno dei quali ci sono 15 compagni sottoterra (forse la cifra è esagerata). Il tenente De Rita dice che tutti hanno il piglio di Sigfrido da o di semidei, ma quando hanno visto i guastatori italiani al lavoro, la loro boria è scesa di qualche gradino. I nostri avanzavano agili e snodati sotto i fili incandescenti delle traiettorie, evitando mine e proiettili, con perizia consumata. Loro si muovevano compatti e impettiti, allineati come se fossero stati mossi da meccanismi, indifferenti a una carneficina che era inevitabile in tali contingenze e resi ottimisti dalla simpamina ingurgitata prima di partire. Paolo Caccia Dominioni, El Alamein 1933-1962. Longanesi.1966

Nessuno sarà mai se stesso se non lotterà con le unghie e con i denti per diventarlo. Roberto Gervaso, il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 17/5/2014