Giuseppe Baldessarro, la Repubblica 16/5/2014, 16 maggio 2014
CONTI ESTERI E CASE, AL SETACCIO IL TESORO DELL’EX MINISTRO
REGGIO CALABRIA.
La villa di Imperia su cinque terrazzamenti, alcuni terreni, diversi immobili e la barca. Ma soprattutto i conti correnti sia in Italia e, sospettano gli inquirenti, anche all’estero. La Procura di Reggio Calabria si sta muovendo per ricostruire il patrimonio di Claudio Scajola. Secondo i magistrati, infatti, l’insieme dei beni dell’ex ministro non sarebbe giustificato dalla sia pur remunerativa attività politica dell’esponente del centrodestra. Per questo nelle prossime ore gli investigatori avvieranno una serie di verifiche patrimoniali. Accertamenti che poi saranno incrociati con le intercettazioni, oltre che con la documentazione sequestrata giovedì scorso. L’inchiesta che ha portato all’arresto di Scajola, accusato di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena e di aver tentato di farlo trasferire a Beirut facendogli ottenere l’asilo politico, si allarga a macchia d’olio. Gli uomini della Dia, il Pm della Dda Giuseppe Lombardo e l’aggiunto della Dna, Francesco Curcio, stanno scandagliando ogni elemento che affiora dalle registrazioni captate tra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014. In questo senso sono numerose le conversazioni nelle quali l’ex ministro discute di conti correnti, società e di diversi interessi economici. Quanto basta per far convincere i magistrati che su alcuni argomenti bisogna approfondire. Argomenti che saranno trattati nel corso dell’interrogatorio a Scajola previsto nella tarda mattinata di oggi a Regina Coeli.
La Dia sta organizzando anche per un’altra trasferta. Questa volta la destinazione sarà Porto Venere, in Liguria, dove è già stato posto sotto sequestro uno yacht nella disponibilità di Matacena. L’ex parlamentare di FI condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, organizzava incontri ad alto livello a bordo di un’imbarcazione di 40 metri di proprietà di una società di leasing sulla quale gli investigatori della Dia di Reggio Calabria vogliono accendere i riflettori. La circostanza è emersa dalle telefonate tra l’ex politico, attualmente a Dubai, e il procacciatore d’affari Bruno Mafrici. Quest’ultimo, da cui si è partiti per arrivare a Matacena prima e a Scajola poi, è indagato, dal 2012, nell’altro filone di Breakfast che coinvolge anche l’allora tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. Un troncone nel quale a Belsito e Mafrici viene mossa l’accusa di riciclaggio, con l’aggravante di avere favorito la cosca di ‘ndrangheta dei De Stefano. Lo yacht, che si trova in un rimessaggio a Porto Venere era stato affittato dalla società “Ulisse” che, secondo l’inchiesta, fa capo allo stesso Matacena. Oltre che di investimenti, Matacena e Mafrici parlavano spesso dello yacht e in più occasioni si erano dati appuntamento sul natante in compagnia di altre persone al momento sconosciute. L’imbarcazione infatti sarebbe stato luogo di incontri politici e non solo.
Giuseppe Baldessarro, la Repubblica 16/5/2014