Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 16 Venerdì calendario

QUI CI SCAPPA L’ITALIA


Vogliono far credere che gli 
italiani stiano pensando al voto, all’Expo e al malaffare. Ma non è così. Gli italiani hanno un solo desiderio: fuggire. Lasciare baracca e burattini. Fuggire dalla crisi, dal lavoro, dalla moglie, dal brutto, dal fisco, dal voto, dai giudici, dai capataz, dai migranti, dalla Malaitalia, dall’Europa. Quante facce di deportati in ufficio, in auto, in metrò, in bus. Ognuno coltiva la voglia di mollare: spera in una vincita, un incontro, una bonazza, un colpo d’ala o di culo che gli darà il passaporto per il paradiso. Sono evasi potenziali, hanno facce impazienti e spaventate, inseguite dalla vecchiaia o da Equitalia. Sognano la svolta, ma personale, altro che Matteo. Sognano di cambiare verso e passo, ma loro, mica l’Italia. Che voglia di andar via col vento. Ma dopo aver mentalmente chiuso le valigie, guardano dall’oblò quei faccini tapini di famiglia, la moglie teleseduta, il figlio disoccupato, la nonna abbandonata, l’amico sgarrupato,e si stringe il cuore. Pensare di portarseli insieme, i meschini, sarebbe come restare in infermeria. Ma si può fuggire in paradiso contro di loro? Allora li prende il magone. Ci vuole più coraggio a fuggire o a restare? C’è chi s’accontenta della fuitina part time, a volte esotica, a volte erotica, a volte paranoica. Pochi sono i fuggitivi veri. I restanti la vita li riacciuffa e li riporta dentro. Non sanno più restare né partire, stanno nel mezzo, anche in Europa, su un barcone vacillante. Migranti mentali. Altro che Renzi-Grillo-ocheso-io...