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 2014  maggio 15 Giovedì calendario

RUGGERO MAGNONI E LA LETTERA DA 17 MILIONI


Mentre la nave Sopaf era affondata da un pezzo, Ruggero Magnoni, l’ex banchiere Lehman e il più illustre dei tre fratelli, manteneva il suo consueto aplomb. Eccolo mandare a metà maggio del 2013 una giovane avvocatessa presso un ufficio postale di Roma per spedire (via posta ordinaria) 20 certificati obbligazionari del valore di 17 milioni di euro. A chi? A se stesso o meglio alla sua holding lussemburghese Likipi. L’episodio surreale è narrato dal Pm di Milano Gaetano Ruta nella lunga richiesta di custodia cautelare nei confronti di 7 persone tra cui i 4 componenti della famiglia che possedeva Sopaf. I titoli subito sequestrati furono poi dissequestrati dal Riesame perchè all’epoca mancavano prove di connessione con la bancarotta. Un episodio, uno solo tra i tanti di distrazione di fondi che la Procura attribuisce ai Magnoni, complici per il Pm del naufragio della Sopaf. Che viene da troppo lontano per non destare sospetti. Possibile che in soli 4 anni quasi ogni attività comprata da Sopaf sia finita a gambe all’aria, tanto da bruciare oltre 130 milioni di valore delle sole partecipazioni? Il tutto senza mai mettere un quattrino, negli anni della caduta a picco, da parte della famiglia. E lasciando con il cerino in mano le banche e gli obbligazionisti. Vatti a fidare di certi blasonati banchieri.

Fa.P., Il Sole 24 Ore 15/5/2014