Stefano Elli, Il Sole 24 Ore 15/5/2014, 15 maggio 2014
INCHIESTA UBI, PATTO OCCULTO E TRUFFA
MILANO
Ore 9,45: le agenzie danno conto dell’approvazione da parte del consiglio di gestione di Ubi Banca dei risultati trimestrali. Ore 9,49 il tono compassato dei primi flash cambia completamente. I militari del Nucleo speciale di polizia valutaria sono già entrati in banca da oltre un’ora con un decreto di perquisizione firmato dal pm Fabio Pelosi e dal capo della procura di Bergamo Francesco Dettori. Due i filoni di inchiesta: il primo su un patto parasociale non dichiarato e il conseguente ostacolo alle funzioni di vigilanza, l’altro su una serie di presunte truffe nel settore del leasing (e il riciclaggio dei loro proventi). Infatti, contemporaneamente, i finanzieri si sono presentati alla sede di Ubi Leasing e negli uffici dei principali manager della branch di Ubi specializzata nella locazione finanziaria. E ancora, a Milano negli uffici di Giovanni Bazoli a Banca Intesa Sanpaolo e, di nuovo, nelle sedi delle due associazioni Amici di Ubi Banca e Amici Banca lombarda e piemontese. Alla fine della giornata saranno venti i siti visitati dalle fiamme gialle. Nel frattempo i contorni della notizia si chiariscono così come i nomi degli indagati. Nomi altisonanti della finanza italiana. Giovanni Bazoli, sotto indagine soltanto nella sua veste di presidente dell’associazione Banca Lombarda Piemontese, che proprio ieri mattina era a colloquio con il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, Emilio Zanetti, storico ex presidente del gruppo e referente dell’altra associazione, Andrea Moltrasio a capo del consiglio di sorveglianza, Franco Polotti a capo del consiglio di gestione e Mario Cera, vicepresidente del cds, Victor Massiah, consigliere della banca, sono sotto inchiesta per ostacolo alle funzioni di vigilanza. Italo Lucchini (cds) e Polotti sono sotto indagine anche per violazioni dell’articolo 136 del Tub (operazioni condotte in conflitto d’interesse). Proprio Massiah, impegnato nella riunione del consiglio di gestione per l’approvazione della trimestrale, ha commentato: «Abbiamo fiducia che le nostre ragioni saranno capite, questa è una "non storia", sfortunatamente è stata rilanciata per non so quale ragione - e ha aggiunto – mi dispiace aver dovuto fare questo commento prima della presentazione. Ma ora torniamo al business, torniamo alle cose reali». L’inchiesta per truffa aggravata e riciclaggio che si incardina nella branch del leasing di Ubi (vedere articolo in basso) vede tra gli altri indagati il presidente di Italcementi Giampiero Pesenti. Mentre quella che ipotizza il patto occulto nasce da tre distinti esposti: quello presentato dell’ex senatore Elio Lannutti (Adusbef), quello siglato da Giorgio Jannone (ex parlamentare di Forza Italia) e quello di cinque consiglieri della banca, tra cui il docente della Bocconi Andrea Resti. In tutti si denunciava la sussistenza di accordi parasociali non dichiarati che condizionavano in modo pesante la governance della banca. Gli accordi - per gli inquirenti – avrebbero consentito di escludere dalla gestione dell’istituto i soggetti esterni alle due associazioni. Di più, nel decreto di perquisizione si fa menzione anche di una complessiva gestione «patronale e familistica» dell’istituto bancario da parte dei membri dei suoi organismi di vertice. Insomma una sorta di «conventio ad excludendum» che, di fatto, avrebbe inibito ad eventuali antagonisti alle due cordate di partecipare ai giochi per il controllo della banca. Un gioco dell’alternanza condotto con la tacita intesa di un ribaltamento dei rapporti di potere interno al turno di assemblea successivo. Ed è stato proprio Giorgio Jannone, ex deputato di Forza Italia vicino a Giulio Tremonti, ed estensore di una delle proposte di legge di riforma sulle banche popolari, ad avere depositato al tribunale delle imprese di Brescia una citazione che punta ad impugnare gli esiti dell’ultima assemblea del gruppo Bancario Ubi. La prima udienza è prevista il prossimo 5 giugno. Intanto il titolo di UniBanca, in Borsa, dopo un avvio difficile, ha chiuso a 6,26 euro con una flessione dell’1,8 per cento.
Stefano Elli, Il Sole 24 Ore 15/5/2014