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 2014  maggio 15 Giovedì calendario

GLI EX «PARADISI» DEL NORD EUROPA ORA FANNO PAURA PIÙ DEI «PIGS»


Ormai di «Pigs» non parla più nessuno. Portogallo, Italia, Grecia e Spagna non sono più considerati i «maiali» dei mercati finanziari. In compenso la fervida fantasia degli economisti sta iniziando ad inventare giochi di parole poco lusinghieri per alcuni Paesi che erano sempre stati considerati «safe havens», cioè «paradisi sicuri»: c’è chi, come gli analisti di Rbs, inizia infatti a chiamare Gran Bretagna e Scandinavia «fake havens». Cioè «paradisi tarocchi». Perché i nuovi rischi si trovano sempre meno nel Sud e sempre più nel Nord.
Il Sud Europa, in effetti, si sta riformando. Il Portogallo è appena uscito dal programma di aiuti. La Spagna migliora. Anche l’Italia sta facendo apprezzati (seppur limitati) passi in avanti. Il Nord, invece, inizia a mostrare i postumi delle grandi iniezioni di liquidità: gigantesche bolle immobiliari. In Gran Bretagna la banca centrale ha più volte lanciato l’allarme per la corsa dei prezzi delle case (cresciuti di oltre il 10% solo lo scorso anno): peccato che per ora la stessa banca centrale non abbia fatto nulla per sgonfiare questa bolla. E anche in Paesi come la Svezia e la Norvegia la bolla immobiliare si sta gonfiando a vista d’occhio. Mentre il Sud migliora, insomma, il Nord inizia a preoccupare.
I mercati sembrano percepirlo. Se gli investitori fanno arrivare al Tesoro italiano 20 miliardi di euro di ordini d’acquisto per comprare un nuovo BTp quindicennale, significa che non vedono più «maiali» in questa parte dell’Europa. Ma opportunità. Per contro, mentre i rendimenti dei BTp crollano grazie ai grandi flussi di acquisti, a salire sono i tassi d’interesse dei titoli nordici. Che vengono venduti. I decennali inglesi negli ultimi 12 mesi sono lievitati di 0,69 punti percentuali. Nello stesso periodo, invece, i tassi dei BTp decennali sono scesi di 2,95 punti. Tanto che ormai i titoli italiani pagano appena 33 centesimi in più di quelli britannici. È ovvio che questo movimento dipende in gran parte alle diverse prospettive della politica monetaria (Oltremanica sono attesi rialzi dei tassi nel 2015, mentre in Eurolandia si prevedono tagli), ma può anche essere causato da un riequilibrio nella percezione dei rischi globali. In poche parole: il mercato si accorge che non sono più tutti al Sud.
Eppure non si può non notare come questo riequilibrio sia, in fondo, causato dalla stessa medicina globale: le grandi iniezioni di liquidità. È la liquidità che crea la bolla immobiliare nel Nord. È la liquidità che investe i BTp e la Borsa di Milano. Anni di politica monetaria ultra-espansiva stanno insomma creando i primi effetti collaterali. E, per un’ironica legge del contrappasso, rischiano di mandare all’«inferno» anche i vecchi «paradisi».
m.longo@ilsole24ore.com

Morya Longo, Il Sole 24 Ore 15/5/2014