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 2014  maggio 15 Giovedì calendario

STORIA DI QUALCHE FALSO DA NAPOLEONE A HIMMLER


A quasi 70 anni dal suicidio di Heinrich Himmler (il 23 maggio 1945 spezzò una capsula di cianuro che aveva inserito in una fessura fra i denti) sarebbero state ritrovate a Tel Aviv le lettere che il gerarca nazista, capo delle SS, avrebbe scritto alla moglie Marga. A me interesserebbe molto leggerle ma ricordo con disappunto che i supposti diari di Hitler si rivelarono una truffa di cui fu vittima il Times : 60 quaderni, pagati quasi 4 milioni di dollari semplicemente contraffatti. Ci si può fidare stavolta?
Ubaldo Di Ubaldo


Caro Di Ubaldo,
I personaggi storici, soprattutto quando accendono l’immaginazione e suscitano consenso o riprovazione, hanno una seconda vita: quella in cui parlano dall’oltretomba grazie a testi autografi che appaiono improvvisamente sul mercato editoriale e giornalistico. Dopo Waterloo e l’esilio di Napoleone nell’isola di Sant’Elena, cominciarono a circolare documenti che gli venivano attribuiti. Il caso più interessante fu quello di un «Manoscritto pervenuto misteriosamente da Sant’Elena» che aveva, a prima vista, il crisma dell’autenticità. Era scritto nello stile dell’imperatore, conteneva giudizi e analisi interessanti. In Inghilterra fu pubblicato da John Murray, uno dei maggiori editori del tempo, ed ebbe varie edizioni anche in Italia. Napoleone era ancora vivo, ne ricevette una copia a Sant’Elena, lo lesse rapidamente e lo dichiarò falso. Cominciò allora una caccia all’autore che finì per puntare il dito sul circolo ginevrino degli amici di Madame de Staël. Ma qualcuno continuò a credere che fosse opera di Napoleone e lo stesso André Malraux, intellettuale e ministro della Cultura, negli anni Settanta del secolo scorso rischiò di cadere nella trappola.
Terminata la Seconda guerra mondiale, i falsi più diffusi furono quelli attribuiti a Hitler e a Mussolini. I diari del primo furono considerati autentici persino da uno dei maggiori storici inglesi, Hugh Trevor Roper, autore di un buon libro su Gli ultimi giorni di Hitler apparso nel 1947. Erano falsi, come lei ricorda nella sua lettera, ma l’errore di Trevor Roper fu trattato dai suoi colleghi britannici come un perdonabile incidente di percorso. Nella storia dei falsi mussoliniani, l’ultimo episodio invece è quello del 2007 quando Marcello Dell’Utri annunciò di essere entrato in possesso di diari relativi al periodo dal 1935 al 1939. Suscitarono molti dubbi ma furono pubblicati, sia pure con un caveat nel titolo («veri o presunti»), dall’editore Bompiani. Qualche tempo dopo, presso Bollati e Boringhieri, apparve uno studio di Mimmo Franzinelli intitolato Autopsia di un falso.
Per concludere, caro Di Ubaldo, credo che di queste rivelazioni dovremmo essere sempre molto diffidenti e attendere il responso degli esperti che in questo caso sono gli storici e i grafologi.