Libero 15/5/2014, 15 maggio 2014
SENTINELLE, COMITATI, WEB: FEDELI IN AZIONE
C’è chi prega e chi invece rimane in piedi in silenzio, a leggere. Senza curarsi troppo dell’opinione della Curia locale. Anzi, proprio a prescindere dalle gerarchie ecclesiastiche perché, se fosse stato per loro, non sarebbero mai nate le iniziative come quella delle Sentinelle in Piedi, che ormai dilagano in tutt’Italia. Ormai sono migliaia le persone che, da Trento a Messina, si radunano periodicamente per esprimere la loro opposizione al progetto di legge Scalfarotto, attualmente all’esame del Senato, sul contrasto all’omofobia e alla transfobia. Ovviamente li hanno già tacciati di promuovere l’odio e le discriminazioni. Solo perché sono contrari al carcere per chi pensa che il matrimonio gay non sia un diritto e osa dirlo. Quel testo, spiegano gli organizzatori, «rischia di introdurre il reato d’opinione nel nostro ordinamento giuridico. Se il provvedimento dovesse diventare legge dunque chiunque affermi che un bambino per crescere ha bisogno di una mamma e un papà potrebbe essere accusato di omofobia».
Per paura di finire nel mirino, e anche un po’ pilatescamente, i vescovi italiani si sono sottratti al confronto sul tema. E così facendo hanno accettato di relegare le loro convinzioni religiose, filosofiche, politiche nel privato. Anche alcuni movimenti ecclesiali, scottati dalle inchieste su loro esponenti, hanno deciso di prendere le distanze dalle iniziative. Eppure le Sentinelle, il prossimo 17 maggio, saranno in piazza XXV Aprile a Milano e in altre città, dove veglieranno per la libertà d’espressione: Bergamo, Cuneo, Terni, Salerno.
Certo, la questione della difesa della famiglia sembra non rientrare fra le priorità delle varie Consulte diocesane del laicato. C’è chi tende a minimizzarla perfino all’interno del Forum delle Associazioni familiari. Così stanno sorgendo nuove e dinamiche realtà, aiutate dai social network. a fianco della grande rete di sigle che sconfissero i Pacs con il Family Day del 12 maggio 2007 a Roma.
In Italia è già sbarcata, grazie all’ex deputato Udc Luca Volontè, la versione nostrana della Manif pour Tous che in Francia ha portato milioni di persone in piazza contro la legge Taubira. Intanto, da Torino alla Sicilia, nascono i comitati Sì alla Famiglia, che propongono ai candidati alle prossime elezioni, europee e locali, di sottoscrivere un impegno per un’accoglienza rispettosa delle persone omosessuali, ma anche per un no al riconoscimento giuridico delle unioni civili, all’adozione da parte di coppie gay e all’indottrinamento obbligatorio all’ideologia del gender. Nell’ambito della difesa della vita, Sì alla famiglia si occupa anche di droga e del tentativo in parte riuscito di smantellare la legge Fini-Giovanardi. Insomma, sono moti spontanei del popolo cattolico che continuano a fare da avanguardia. Nelle retrovie, rimangono le istituzioni ufficiali, a chiedersi perché stanno continuando a perdere terreno, dopo essere state le prime a concederlo.