Fulmini 16/5/2014, 16 maggio 2014
FORTUNA
«Dopo la Seconda guerra mondiale i miei nonni paterni sono partiti da Fraine, in Abruzzo, per cercare fortuna. E lo stesso hanno fatto i genitori di mia madre, arrivati dal Molise. I miei genitori si sono incontrati a quindici anni, alla Clifton Hight School, dove alla fine sono diventati entrambi insegnanti» (Giuseppe Rossi).
PASTA «A Udine sto bene. Non è Buenos Aires dove c’è più vita… È tranquilla. Il clima è freddo. Ma c’è il rispetto della gente che è eccezionale. In Argentina non è così. E poi ho imparato ad amare pizza e pasta. Ora la pasta la mangio sempre» (la mezz’ala argentina dell’Udinese Roberto Pereyra).
GUIDA «Roma è un torneo che mi piace molto, anche se non sopporto come guidano in questa città» (Rafa Nadal).
STORIA «La Polonia non è un posto dove ci sono tanti giocatori di tennis, sono molto contenta di far parte della storia dello sport del mio paese. Se ora ci sono più giovani che giocano a tennis, magari è anche grazie a me» (la numero 3 al mondo Agnieszka Radawanska).
CRAVATTA «Mandorlini scherza quando dice che aspetta il mio rinnovo prima di prolungare a sua volta. Siamo entrambi vicini alla firma, io devo ancora discuterne a casa con la famiglia. Il ruolo dirigenziale però lo escludo. Non metterò la giacca e la cravatta qui a Verona» (Luca Toni).
NULLA «Rappresentare il proprio Paese è un onore, ma indossare la maglia centocinquanta volte e non vincere, significa che non hai combinato nulla. In Brasile ho una nuova occasione » (Wayne Rooney).
IN TEMPO «Voglio essere giudicato per quello che faccio in campo, non fuori. Devo rispettare le scelte del c.t. dell’Argentina Sabella, ma sono ancora in tempo a fare due Mondiali» (Mauro Icardi, che sperava in una convocazione per il torneo brasiliano).
LIMITI «Il mio limite è non credere abbastanza in me stesso. Negli ultimi due anni sono migliorato, mi segue Michele Bartoli, che è preparatore e motivatore, bravissimo. Spesso parto e mi sento già battuto» (Diego Ulissi).
INTELLIGENZA «Ulissi ha un’intelligenza tattica fuori dal comune. Nel vivo della corsa è sempre molto lucido. Poi umanamente è simpatico. Da livornese è sempre pronto alla battuta. Ma è anche determinato, malizioso nella tattica. Ha poco da imparare» (il ct azzurro Davide Cassani).