Francesco Semprini, La Stampa 14/5/2014, 14 maggio 2014
LA NIGERIA ORA TRATTA SULLE STUDENTESSE OBAMA INVIA I DRONI
La spietata prova di forza di Boko Haram ha spinto il governo nigeriano ad aprire trattative con il gruppo di estremisti islamici per la liberazione delle liceali rapite. Questo nel giorno in cui nella capitale, Abuja, è arrivato il comandante delle forze statunitensi in Africa, il generale David Rodriguez, per coordinare le operazioni di ricerca e soccorso.
Si articola su un doppio binario la strategia volta a risolvere un dramma che ha spinto alla mobilitazione il Pianeta intero. Sono state le immagini di quelle giovani donne dagli sguardi impauriti e prigionieri di veli imposti, costrette a leggere il Corano, fatte girare ad arte da Boko Haram, a spingere Goodluck Jonathan ad accettare il dialogo. Il ministro per gli Affari speciali, Tanimo Turaki, ha annunciato che ci sono i margini per trattare, ma solo se il leader di Boko Haram dimostra serietà: il capo della formazione, Abubakar Shekau, ribadisce di volere uno scambio con prigionieri per liberare le ragazze. Tra loro c’è anche la figlia di Dumoma Mpur, dirigente della scuola Chibok dove sono state rapite le ragazze il 14 aprile, e madre di una delle 223 studentesse (delle 276 rapite), ancora nelle mani degli islamisti: nel video ha riconosciuto sua figlia.
Turaki, ha chiesto a Shekau di inviare un suo emissario a incontrare la commissione per la riconciliazione, ma dal fronte dei jihadisti ancora non è giunta risposta. Nonostante la presenza sul terreno degli 007 di diversi Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, Israele), la mediazione sembra la via da seguire per un Paese ostaggio dei suoi terroristi, mentre Jonathan ha chiesto al Parlamento un prolungamento di sei mesi dello stato di emergenza nel nord-est del Paese. Il presidente tenta ogni via per riscattarsi dopo l’immobilismo delle settimane passate che gli sono costate critiche severe, anche per il rifiuto di aiuto da parte di altri Stati nelle prime battute di questa vicenda.
Ieri sono iniziate le consultazioni tra Rodriguez, le autorità locali e il team inviato dagli Usa. La squadra americana è composta da 27 persone, cinque sono esperti del dipartimento di Stato, dieci del Pentagono, sette sono specialisti di Africom, e gli altri agenti scelti dell’Fbi addestrati in negoziati e operazioni di salvataggio. Alcuni velivoli Usa stanno sorvolando la Nigeria in accordo col governo nigeriano. Il presidente Barack Obama sta anche valutando l’ipotesi di inviare droni.
Prosegue intanto la mobilitazione sotto l’hashtag «#BringBackOurGirls», anche da parte di personaggi illustri come le due ex premières dames di Francia, Valérie Trierweiler e Carla Bruni, che ieri a Parigi hanno partecipato a una marcia per le donne. E sulla vicenda è intervenuta da Washington, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, secondo cui «serve il massimo coordinamento tra i servizi di sicurezza in campo», con il «ruolo guida dell’Ue».
Francesco Semprini, La Stampa 14/5/2014