Raffaella Serini, Vanity Fair 14/5/2014, 14 maggio 2014
IO IMPERO
[Emma Marrone] –
«Mamma, ma secondo te, io potrei mai salire sul palco senza mutande?». È sera a Copenaghen, e mentre nella hall dell’albergo Emma guarda al computer la semifinale dell’Eurovision, mamma Maria le telefona dall’Italia, preoccupata per le foto cosiddette osé circolate in rete durante il giorno, che in patria hanno suscitato tanta indignazione. Papà Rosario, sul divano accanto alla figlia, alza gli occhi al cielo: «Mi ero raccomandato di non dirle niente, così la fa solo arrabbiare». E infatti Emma si arrabbia. Però poi mette giù il telefono, fissa il monitor, vede le concorrenti polacche che sul palco cantano simulando un bucato sexy e con un sorriso dice: «Vabbè io in confronto sono Madonna, dai».
Dell’avventura di emma marrone all’Eurovision Song Contest 2014 di Copenaghen, dove ha rappresentato l’Italia con il brano La mia città («non è andata bene ma fa niente, in Italia sono comunque fortissima», ha commentato dopo la finale), si è visto e detto molto, talvolta a sproposito. Noi però che l’avventura l’abbiamo vissuta lì con lei e con il suo staff, papà, fratello e cognata compresi, preferiamo raccontarvi un altro viaggio, un’altra Emma. Non solo la spavalda cantante social che, al motto di «si selfie chi può», è salita in tenuta imperiale sul palco della Danimarca «per espandere il “Sacro Marrone Impero”», come diceva lei. Ma anche la ragazza in tuta del camerino, quella che, prima dell’esibizione, per rilassarsi guardava una puntata di Uomini e donne al cellulare; che al trucco inveiva contro Lady Gaga, colpevole di postare video in cui agita il cagnolino per aria. La ragazza che era lì «per conquistare l’Europa» ma non vedeva l’ora di «tornare a casa a fare il Vodka Sour con le amiche» e che a Copenaghen ha mangiato quasi solo italiano, perché il cibo danese le «rimaneva sullo stomaco».
Non è solo una questione di cucina. Fuori dal suo habitat «naturale» Emma Marrone non sembra del tutto a suo agio. Ma per fortuna a tranquillizzarla qui sono venuti anche i suoi affetti, le persone che la chiamano «Chicca» e che lei chiama «amò».
Il primo «amò» è Rosario, il papà musicista per diletto che per primo l’ha messa su un palco, a 9 anni. «Lei là sopra all’inizio non ci voleva stare, era sempre imbronciata. Poi però ci ha preso gusto e non è voluta più scendere», ricorda lui. L’orgoglio per la figlia che ce l’ha fatta, e da sola, è grande: «Quante volte le ho detto “se vuoi ti aiuto a cercare un lavoro”, e lei “no, papà, piuttosto vado a fare la cameriera ma voglio continuare a cantare”». Rosario la aiuta a gestirsi dalla vittoria di Amici, nel 2010, da quando, poco prima della finale, Maria De Filippi gli disse: «Tua figlia non è un fuoco di paglia: se le vuoi davvero bene, da adesso seguila». E lui non l’ha mollata più. La figlia oggi è single, ma quando era fidanzata non è stato geloso. «Diffidente sì», dice però, «e finora non mi sono sbagliato mai». Tre anni fa, «quando è andata male con il primo ragazzo (Stefano De Martino, ndr)», Rosario e la moglie hanno regalato a Emma l’adorato cane bulldog Gaetano, che adesso vive con loro perché la figlia è sempre via, ma che per lei resta il compagno più fedele che c’è. «Lui la fa felice come nessun altro, e non può deluderla», spiega Rosario. Emma chiama suo padre scherzosamente «disagio»: spesso fa cose buffe che la mettono in imbarazzo (come cercare di arrampicarsi sulla statua della Sirenetta mentre lei è intervistata dalla Tv russa). Ma «è comunque l’unico uomo della mia vita».
Sicuramente il primo che corre ad abbracciarla quando qualcosa va storto e lei s’imbroncia di nuovo. Come durante le prove all’Eurovision, in cui si è fatta male perché un’altra concorrente le è passata accidentalmente sul piede coi pattini.
Emma a Copenaghen ha dormito poco. Ma non per le notti brave (feste zero: a letto sempre prima dell’una), bensì per gli acari nella stanza, a cui è allergica, e per gli operai che ogni mattina alle 7 cominciavano a «martellarle i coglioni», come dice lei, sotto la finestra.
Di solito, appena si sveglia, Emma resta a letto come un gatto per un po’. Il rito del mattino è prendere il cellulare, controllare Twitter, Instagram e «tra un selfie e l’altro» leggere che cosa dicono di lei in rete e rispondere «ai commenti cattivi».
I commenti cattivi sono la sua ossessione e la indispettiscono, sempre. Ma durante l’Eurovision di più. «Perché siamo un
Paese assurdo: vengo qui a rappresentare l’Italia, e mentre da noi si spara negli stadi, attaccano me per un paio di shorts. Possibile che in questi giorni i complimenti più belli li abbia ricevuti dall’estero?». La faccenda dei pantaloncini non le dà pace: venir criticata per aver mostrato un pezzo di (interno) coscia le sembra impossibile. «Gli italiani si scandalizzano per me, ma non per una suora che si fa un selfie con banana in Tv». Su suor Cristina di The Voice, Emma non si tiene. «È un insulto a quelli che come me sono nello showbiz: in Tv ci vai per avere successo, altrimenti se hai un dono prendi i bambini dalla strada e ci fai un coro», dice infervorata.
A Emma capita spesso d’infervorarsi. Ed è il suo bello, perché, lo sappiamo, la sua irruenza è la miccia che la fa accendere sul palco. Ma è pure una condanna, perché talvolta rimane ostaggio della rabbia anche fuori. Alla fine però stempera sempre con una battuta. O imitando le hostess dell’aereo, come si divertiva a fare in pullman durante i trasferimenti a Copenaghen.
Il 25 maggio Emma compie trent’anni. Che festeggerà probabilmente da sola, in tranquillità. Quando le chiedi se inizia a sentire il famigerato tic tac, ti risponde così: «Avere figli mi piacerebbe, ma sono per il destino. Se succederà bene, sennò amen». L’intervento all’utero a cui si è sottoposta anni fa non sembra aver lasciato problemi. Ciò che manca, al momento, è l’amore: «Non frequento nessuno, e sono tanto impegnata col lavoro che, pur volendo, quando la piazzi una cena con uno?».
Eppure a Emma è perfino capitato di cucinare per il rapper Kanye West. «Ci siamo incontrati a una festa, l’estate scorsa. Lui aveva fame e così mi hanno chiesto di cucinare, visto che sono brava. Gli ho fatto un piatto di pasta con pomodorini, ricotta e formaggio salentini e lui è rimasto estasiato: continuava a dire “Wow”». Sarebbe potuta finire sulla copertina di Vogue al posto di Kim Kardashian? «Diciamo che nella vita avrei potuto fare tante cose, ma ho un grande buon senso. E quindi meglio un servizio di Vanity Fair oggi che una copertina di Vogue domani».