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 2014  maggio 14 Mercoledì calendario

SERVIZI SOCIALI E PAPPAGALLO, LA SECONDA VITA DELLA VEDOVA GUCCI


MILANO — Dice di sentirsi «giovane». Che questi sedici anni sono «volati». Sedici anni da quel 31 gennaio ‘97 quando Patrizia Reggiani venne arrestata dai poliziotti della Criminalpol con l’accusa d’aver commissionato a un killer l’omicidio dell’ex marito Maurizio Gucci. Ora la «dama nera» potrebbe essere affidata ai servizi sociali.
Lo ha chiesto al Tribunale di sorveglianza il suo avvocato Danilo Buongiorno. E ieri il sostituto procuratore generale di Milano Federico Prati ha dato parere «favorevole». I giudici si sono riservati la decisione, il verdetto arriverà entro quattro giorni. Le relazioni degli assistenti sociali del carcere di San Vittore sono «positive». Patrizia Reggiani è stata in questi anni una «detenuta modello». Non ha mai abbandonato le relazioni con la propria famiglia e anche l’anziana madre e le figlie Azzurra e Allegra non hanno mai fatto mancare il loro affetto. Anche la relazione redatta dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione pena esterna diretto da Severina Panarello (lo stesso ufficio che ha seguito l’affido ai servizi sociali dell’ex premier silvio Berlusconi), ha dato «parere favorevole».
I legali della Reggiani hanno chiesto l’affido a una griffe di alta bigiotteria, l’Argea srl che controlla il marchio «Bozart» (elegante showroom in via Goldoni, a Porta Vittoria), e di comune intesa con l’Uepe la possibilità di svolgere attività di volontariato alla Caritas.
L’omicidio di Maurizio Gucci avvenne la mattina del 27 marzo ‘95. L’ex amministratore della maison Gucci venne freddato da un killer in via Palestro, in pieno centro di Milano, mentre entrava nei suoi uffici. Nell’agguato rimase ferito anche il custode del palazzo Pino Onorato, che ancora attende un risarcimento dalla Reggiani di fatto «nullatenente».
Le indagini puntarono sulla pista economica legata all’attività dei Gucci, poi la scoperta del piano «diabolico» ideato dalla Reggiani e dalla maga Pina Auriemma. La vedova Gucci venne condannata a 26 anni di carcere. Concessione straordinaria della direzione del carcere, alla Reggiani venne permesso di tenere nella sua cella un furetto.
Lady Gucci aveva ritrovato la libertà otto mesi fa, proprio in attesa della decisione dei giudici sull’affido ai servizi sociali per i prossimi tre anni. Ha trascorso in carcere solo 16 dei 26 anni di condanna.«Non vedo l’ora di lavorare e fare volontariato — racconta l’oggi 65enne Patrizia Reggiani —. Questi anni non sono stati lunghi, sono volati via, mi sento giovane. Ho letto molto, ho partecipato ai corsi di scrittura, di ricamo, giardinaggio e teatro. E poi potevo scendere in giardino e stare con i miei animaletti».
Carattere eccentrico, sopravvissuta a una delicata operazione per l’asportazione di un tumore al cervello, ora vive con le figlie e la madre. E un pappagallo. Lo stesso che porta sulla spalla mentre viene fotografata con un’amica nella lussuosa via Monte Napoleone. L’omicidio? «Mi dichiaro non colpevole», ripete in tribunale. Il suo legale chiarisce quelle poche parole: «Si colpevolizza per certe sue amicizie che hanno rovinato la vita a lei, alle sue figlie e alla sua famiglia, ma è del tutto estranea a ciò che è accaduto».