Giovanna Mancini, Il Sole 24 Ore 13/5/2014, 13 maggio 2014
LA SCALA APPROVA I CONTI E RINVIA PEREIRA
MILANO
Dice il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che la giornata di ieri ha portato due buone notizie per il mondo del teatro cittadino: la prima è il pareggio di bilancio della Scala, approvato in mattinata dall’assemblea dei soci (con un utile di circa 60mila euro), per il nono anno consecutivo. La seconda è la conferma, da parte del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a impegnarsi «per restituire l’autonomia ai teatri più importanti del nostro Paese», quindi la Scala stessa e, auspica Pisapia, anche il Piccolo Teatro.
Ma quello che la città e i lavoratori del teatro attendevano ieri, da parte del consiglio di amministrazione, era una parola chiara sul destino del futuro sovrintendente, quell’Alexander Pereira designato a succedere a Stéphane Lissner, ma sul quale un mese fa è esplosa una polemica per conflitto di interesse e abuso della sua posizione. Pereira ha infatti impegnato la Scala ad acquistare quattro produzioni dal Festival di Salisburgo (per un valore di 690mila euro) di cui è attualmente ancora direttore, senza avere titolo per farlo (dato che entrerà in carica solo a partire dal 1° ottobre) e senza passare per il cda della Scala. Il quale si è diviso sull’opportunità o meno di confermarlo nel suo futuro incarico. Ma la «parola chiara», attesa per ieri, è stata rinviata.
«Entro una settimana riconvocheremo il cda per decidere», ha assicurato a margine del consiglio il sindaco Pisapia, che è anche presidente del board. La data più probabile dovrebbe essere giovedì o, al più tardi, lunedì prossimo. «Oggi ho riferito ai consiglieri i miei colloqui della scorsa settimana con il ministro Franceschini e con la presidente del Festival di Salisburgo Helga Rabl-Stadler – ha aggiunto –. C’è stata un’ampia discussione e poi il cda ha chiesto qualche giorno per riflettere». Riflessione più che dovuta, secondo il sindaco, dato che in gioco ci sono «il futuro e la credibilità della Scala». La prossima stagione, quella che vedrebbe l’insediamento di Pereira, sarà oltretutto legata all’Expo e vedrà un impegno aggiuntivo da parte del teatro lirico milanese. Proprio per questo Pereira si è difeso nelle scorse settimane dicendo di aver voluto agire con anticipo, per assicurare alla Scala allestimenti di successo, oltretutto a costi vantaggiosi, trattandosi di precedenti accordi di coproduzione (si veda Il Sole 24 Ore del 4 maggio) con il festival austriaco.
Un dettaglio non irrilevante, se si considera che il conto economico della Scala chiude da anni in pareggio solo grazie a un contributo "straordinario" dei soci pubblici e privati, che ripiana il «risultato dell’esercizio», negativo. È facile quindi ipotizzare (stando ai rumors degli ultimi giorni) che le diverse posizioni all’interno del cda sul caso Pereira riflettano gli interessi degli azionisti della Scala, con i privati (che nel 2013 hanno coperto il 65,6% delle entrate) a favore della conferma di Pereira, così come il Comune e la Provincia, magari affiancato un meccanismo di vigilanza in attesa della conferma da parte del ministro per i Beni culturali il prossimo gennaio, come prevede la nuova legge Bray. Una soluzione di compromesso che non convince la Regione, favorevole alla sostituzione di Pereira. «Questo tergiversare non giova al teatro e alla sua operatività», ha detto dopo l’assemblea dei soci l’assessore alla Cultura Cristina Cappellini.
Giovanna Mancini, Il Sole 24 Ore 13/5/2014