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 2014  maggio 13 Martedì calendario

“IO, IL PIÙ BRAVO AL TEST DI MEDICINA MA CHE FOLLIA FARLO AD APRILE”

[Intervista ad Augusto Egidio Ripa] –

TORINO.
«Augusto Egidio Ripa vogliamo conoscerti!», scriveva ieri una ragazza su una delle tante pagine Facebook in cui i ragazzi che hanno fatto il test per entrare a Medicina si confrontano e discutono. Perché ieri il ministero dell’Istruzione ha pubblicato le prime graduatorie e ha finalmente associato un nome e cognome a quella sigla “31mp41840” che corrispondeva al migliore di tutti i 63mila che hanno compilato il questionario. Quel nome è appunto Augusto Egidio Ripa, 19 anni compiuti da poco, studente all’ultimo anno del liceo classico De Sanctis-Galilei di Manduria, in provincia di Taranto. È stato questo studente che vive a San Pancrazio Salentino, un paese di 10mila abitanti nel Brindisino, a fare 80,5 punti su 90 al quiz, staccando di quasi due lunghezze il secondo in graduatoria e di 25 la media registrata dai primi mille in graduatoria. Un diciannovenne semplice, con una faccia più da bravo ragazzo che da secchione. Che ora racconta: «Sapevo di aver dato un buon numero di risposte corrette, ma sinceramente non pensavo di essere il più bravo».
Augusto, in tantissimi si fanno la stessa domanda: ma come ha fatto?
«Era da anni che mi preparavo. Volevo fare il test e così ho iniziato a studiare già due o tre anni fa, facendomi aiutare da più persone, a partire da mio papà Antonio, che è medico. Ho cercato di arrivare all’appuntamento il più preparato possibile e per riuscirci ho anche frequentato un corso specifico organizzato da un ente di formazione».
Preparare il test di Medicina e al tempo stesso la maturità è stato faticoso?
«È stato difficilissimo. Anzi, secondo me dovrebbero abolire il test ad aprile. Confesso di essermi trovato davvero male in tutti questi mesi, soprattutto da febbraio ad aprile, quando dovevo frequentare sia le lezioni a scuola che questo corso. Mi sono anche assentato una settimana da scuola, per ripassare in vista della prova».
Come le sono sembrate le domande?
«Molto difficili, soprattutto rispetto a quelle che si trovano sui libri con gli esercizi per affrontare al meglio i test. I quesiti di logica erano più complicati del previsto e anche quelle di biologia mi hanno lasciato perplesso. Sempre partendo dal fatto che tutte queste domande sono fuori dal programma che di solito si fa a scuola».
Che media ha al liceo?
«Sono tra l’otto e il nove. Però negli ultimi tempi mi sono concentrato soprattutto sul test di Medicina».
La sua giornata tipo?
«Nei giorni prima del test ero assorbito quasi del tutto dalla preparazione alla prova. Ho passato sui libri anche le vacanze di Natale».
Meglio le materie scientifiche di quelle letterarie?
«In realtà mi piacciono entrambe, non saprei dire quali prevalgono».
Oltre a una super preparazione, che altro ci vuole per fare un risultato del genere al quiz?
«Ovviamente la passione. Anzi, a chi non è convinto sconsiglio caldamente di preparare un test così difficile. Sarebbe solo una perdita di tempo».
Ora il suo futuro è segnato: frequenterà un corso di laurea che la porterà a diventare medico. Soddisfatto?
«Moltissimo, anche se non so ancora in cosa specializzarmi. Mi piace la chirurgia, ma penso che in sei anni di corsi capirò cosa mi attrarrà di più e deciderò che cosa fare».
Intanto ha già fatto una scelta importante: ha deciso di tentare l’ingresso a Medicina a Torino, a più di mille chilometri dal suo paese. Cosa l’ha spinta?
«Il sogno di tanti ragazzi come me è di provare ad andare lontano. Il mio è un piccolo borgo e ho scelto Torino perché cercavo una via di mezzo tra una città grande, che fosse abbastanza lontana, ma che al tempo stesso non mi facesse sentire troppo solo. In Piemonte, infatti, vive una mia cugina: è un punto d’appoggio prezioso, che mi ha permesso di conoscere la città già da qualche tempo».
E che idea si è fatto?
«Mi piace il clima, la vedo meno caotica per esempio di Roma e ben organizzata, anche per chi deve studiare».
Ora il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini apre alla possibilità di cambiare le modalità per entrare nelle scuole di Medicina: che ne pensa?
«Ho letto che c’è molto dibattito attorno a questo argomento. Io mi limito a dire che non auguro a nessuno di passare ciò che è capitato quest’anno a noi che abbiamo affrontato il test in primavera. Davvero, non è stato per nulla facile».

Stefano Parola, la Repubblica 13/5/2014