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 2014  maggio 13 Martedì calendario

LE INCHIESTE GIOCANO A FAVORE DI GRILLO


Lo scandalo Expo rischia di allungare la sua ombra sulle ultime due settimane di campagna elettorale. Il flusso di informazioni che vengono dai verbali cresce e continuerà nei prossimi giorni, dopo l’inizio degli interrogatori degli arrestati. Il dubbio che i principali coinvolti - Greganti, Frigerio e Grillo - millantassero, quando promettevano contatti ai più alti livelli nel governo e nei partiti di riferimento, rimane. Ma la macchina della propaganda non distingue molto tra accuse e smentite (ieri, tra le altre, quelle del ministro Lupi, citato 33 volte nelle intercettazioni, e del coordinatore della segreteria Pd Guerini, con cui Greganti prometteva appuntamenti). E un’opinione pubblica frastornata deve cercare di farsi strada tra il polverone che rievoca la Tangentopoli di vent’anni fa e il tentativo di salvataggio dell’Expo, la vetrina internazionale che in un anno dovrebbe essere inaugurata, ma al momento, a causa degli sviluppi dell’inchiesta della magistratura, rischia di portare un danno d’immagine all’Italia agli occhi del mondo. Anche su questo terreno lo scontro più duro è tra Renzi e Grillo (che ha annunciato una mozione di sfiducia individuale contro Lupi), con Berlusconi defilato, che cerca di parare le conseguenze dell’altro scandalo legato all’arresto dell’ex ministro Scajola per il presunto aiuto dato all’ex-parlamentare di Forza Italia Matacena, condannato in via definitiva per i suoi rapporti con la ’ndrangheta. Il presidente del consiglio arriva oggi a Milano con la parola d’ordine «fermare i delinquenti, non i lavori dell’Expo». L’incarico conferito al magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, di vigilare sugli appalti in corso, servirà a dare pratica attuazione a questa linea. E anche Cantone, ieri, in un’intervista al Tg3, ha detto che fermare appalti e cantieri significherebbe darla vinta ai corrotti. Non lo ha chiesto neppure la Procura, ha aggiunto l’amministratore delegato di Expo Sala. Ma a Milano, sempre oggi, arriva anche Grillo, che da due giorni martella sugli scandali, e punta decisamente contro Renzi e la sua decisione di far proseguire i lavori dell’Expo. Nei giorni in cui per legge i risultati dei sondaggi non possono essere resi pubblici è difficile capire se la tendenza ravvisata nei giorni scorsi, con quasi una metà dell’elettorato che si dichiarava sconcertata per quanto sta accadendo e pronta a mutare il proprio voto, risulti confermata, o rafforzata e a favore o a danno di chi. Ma è evidente che l’affare Expo e la vicenda Scajola-Matacena sono destinati a imporsi in questi ultimi giorni che precedono il voto, mettendo in difficoltà sia il premier che puntava a mobilitare gli elettori a partire dai risultati dell’azione di governo, sia il tentativo di Berlusconi di ripetere la rimonta dell’anno scorso.

Marcello Sorgi, La Stampa 13/5/2014