Giuseppe Crimaldi, Il Messaggero 13/05/2014, 13 maggio 2014
«QUELL’ULTIMA SERA IN ALBERGO CON CLAUDIO
CENA IN CAMERA PER EVITARE PETTEGOLEZZI» [Intervista a Rosa Criscuolo] –
NAPOLI «Ma quale mistero, che liaison? Claudio Scajola l’ho conosciuto solo un paio di mesi fa e con lui ci siamo visti per parlare delle cose che non vanno all’interno di Forza Italia in Campania. Altro che Dolce Vita romana». Rosa Criscuolo appare sorpresa dell’improvvisa notorietà di essere indicata come la dama bionda che ha trascorso l’ultima sera vissuta da uomo libero dell’ex ministro dell’Interno. «Mamma mia, e chi se lo aspettava? Tutto questo clamore per così poco. Mi hanno fatto diventare la Candy Candy di Forza Italia...». Rosa Criscuolo, in passato aspirante soubrette, lavora ora da avvocato in uno studio legale. Ma, su tutto, resta una passione irrefrenabile: quella per la politica. Prima ex militante del Pd, poi pasionaria radicale e, oggi, orgogliosamente iscritta a FI.
Allora venerdì scorso lei era all’hotel Imperiale di via Veneto con Scajola. Come mai?
«Con Scajola avevo un appuntamento, era stato lui a darmelo: ci siamo conosciuti due mesi fa e lui, sapendo che io avevo costituito un gruppo di iscritti che sollecitano maggiore trasparenza nei rapporti interni al partito e rispetto alle decisioni prese in sede centrale, mi aveva contattata. Sa, anche Claudio era molto deluso dalla mancata candidatura alle Europee».
Un incontro solo per parlare di politica?
«Domanda maliziosa, ma sgombriamo subito il campo dai dubbi: io non ho una relazione con l’ex ministro, potrebbe essere mio nonno... (ride, ndr). Sa com’è, fino a Cosentino potrei anche arrivare, ma a Scajola no, per favore».
E allora cosa avete fatto di notte all’hotel Imperiale?
«Io avevo prenotato per conto mio una camera, lontana da quella di Scajola. Alle 21, quando lui ha finito una lunga serie di incontri, mi ha offerto un aperitivo nel bar dell’albergo; poi siamo andati a cena».
Al ristorante?
«No, in camera sua: abbiamo deciso così per evitare che qualcuno, vedendoci in un ristorante, montasse una storia... Ci sembrava più opportuno, anche perché così avremmo potuto parlare meglio delle cose politiche che ci stavano a cuore. Il nostro era e resta solo un rapporto politico e me ne guarderei bene».
Si renderà conto che non è facile credere a un incontro politico di sera e in una camera di albergo.
«Invece sì, finita la cena ci siamo salutati e io sono tornata nella mia camera».
L’ex ministro aveva paura di essere arrestato, le ha confidato timori?
«No. Pensi che la mattina successiva gli uomini della Dia hanno bussato alla mia porta e ricordo che mi hanno domandato anche se militassi in Forza Italia. Ma sono stati molto professionali, mi hanno rassicurato dicendomi che sapevano già che ci eravamo incontrati la sera prima. L’arresto mi dispiace molto. E quello che dissi a suo tempo per Cosentino lo ripeto anche per Scajola: nessuno è colpevole prima di essere stato condannato con sentenza definitiva».
A proposito di Cosentino, vi conoscete bene?
«Macché! Con lui non ho mai preso nemmeno un caffè... Tutta questa pubblicità, mi creda, non mi fa piacere. Anche perché c’è già qualche maligno che mi indica come la “porta-sfiga” di quelli di Forza Italia».