Mario Ajello, Il Messaggero 13/05/2014, 13 maggio 2014
IL PD SOSPENDE IL COMPAGNO G: «MA QUI NON SI VEDEVA MAI»
ROMA Nel mondo della sinistra, anche quella democrat, sotto sotto, ma neanche tanto sotto, il Compagno G è sempre stato considerato un eroe del sacrificio personale in nome della fedeltà di partito. Un mito dell’incrollabilità del silenzio, davanti al pool di Mani Pulite nel ’93 e successivamente, sulle fonti impure dei finanziamenti al Pci. Un compagno che sbaglia? Mica tanto! Sarà per questo che, indisturbato, Primo Greganti aveva ripreso la tessera del partitone non più soprannominato La Ditta ma l’erede di quello - ossia il Pd di cui egli è un iscritto dal 2012 nella sezione del quartiere Parella di Torino - e adesso nell’atto di sospenderlo in maniera «cautelare» dal partito, in quanto finito agli arresti, si fa a gara nel dire: e chi lo conosce?
La segretaria del circolo del Compagno G, Valentina Caputo, osserva: «Io non l’ho mai visto. E se lo avessi visto, non sarei stata in grado di riconoscerlo, perchè appartengo a una generazione più giovane della sua».
L’IGNOTO
Fabrizio Morri, fassiniano doc, segretario provinciale del Pd, premette: «Di sicuro, Greganti faceva tutto per sé in questa vicenda dell’Expo, e non per il partito. E cercava di risollevarsi dal punto di vista professionale. Quanto a noi, non potevamo certo negargli di avere contatti con il mondo del Pd o di partecipare agli eventi. Ma a quanto ne so io, non aveva rapporti con i dirigenti». E però, in questi anni, nelle feste dell’Unità in giro per l’Italia ogni volta che Greganti spiegava le mazzette per il Pci non erano mazzette e le mazzette degli altri partiti erano mazzette, scrosciavano i battimani. E ieri ha twittato Mario Adinolfi, blogger e per breve tempo parlamentare del Pd: «Ridicolo il tentativo di certo Pd di smarcarsi da Greganti. Io c’ero alla festa dell’Unità quando il Compagno G venne sommerso di applausi».
Ma ora è fuori dal Pd il vecchio eroe - che cominciò come operaio della Fiat ed è più volte finito nella zona grigia tra affari e politica fino al caso dell’Expo 2015 - anche se fino a pochi mesi fa Greganti presenziava a molti eventi torinesi del partito. Come quello recente al Teatro Carignano, per il lancio della candidatura di Sergio Chiamparino a governatore del Piemonte. Il Compagno G in quell’occasione era in prima fila. Il ”chi l’ha visto?” dunque vale poco nel caso di Greganti. E che qualche frequentazione democrat l’avesse risulta anche dalle intercettazioni della nuova inchiesta dei pm milanesi. In cui si sente una delle persone coinvolte, Cattozzo, che dice al telefono al tesoriere del Pd ligure, Raggi: «Se senti un attimo Burlando» (governatore della Liguria per il Pd ed ex ministro) «digli che Primo Greganti lo vuole vedere abbastanza urgentemente».
LA RESTITUZIONE
In una vicenda così, naturalmente, i 5 Stelle vanno a nozze. Davide Bono, candidato grillino alla Presidenza del Piemonte, attacca: «Non sarà certo la sospensione in via cautelare di Greganti, tesserato nel 2012 e nel 2013 nel Pd, a invertire la rotta del malaffare tra politica e criminalità». La replica democrat: «Questo è sciacallaggio politico».
La tessera comunque è stata tolta al Compagno G. Ma se verrà appurato che tutto lo scandalo Expo è un bluff, egli verrà riammesso nel partito. Magari nell’anno tremila, visti i tempi della giustizia in Italia.