La Gazzetta dello Sport 13/5/2014, 13 maggio 2014
«ROMA È SEMPRE SPECIALE, NON LA DELUDERO’»
Nell’eterna sfida in famiglia tra le due sorelle più famose e più forti della storia del tennis, ci sono un paio di classifiche in cui Venus Williams può ancora guardare Serena dall’alto al basso, come si conviene alla maggiore di casa. La prima è quella delle partite vinte in carriera, con Venere che battendo ieri la Beck è salita a 652, due in più. La seconda la svela proprio Serena: «Mia sorella è decisamente più forte di me nelle spese per lo shopping». Entrambe però restano insuperate e insuperabili maestre di look, come certificano le unghie smaltate di arancione di Serena (ma con gli indici a sfumature dorate) e la nuova acconciatura in ultracorto di Venus. Roma le adora alla follia anche per questo, e loro ricambiano: la Williams numero uno del mondo è reduce dal ritiro di Madrid per l’infortunio agli adduttori della gamba destra, ma al Foro ha voluto esserci a tutti i costi. Le sue condizioni fisiche, del resto, sono l’incognita più pesante sulla strada della riconferma del titolo dell’anno scorso.
Serena, innanzitutto come sta?
«Vado avanti ora per ora, prendendomi il tempo che mi serve. In pratica non gioco da una settimana e qui avrò un giorno di riposo in più (esordirà domani sera, ndr), intanto ho cominciato a colpire qualche palla in allenamento. Ma solo dopo la prima partita potrò capire in che stato fisico sono».
A Madrid è stato un ritiro preventivo o sentiva davvero molto dolore?
«Si vive una sola volta e non hai tempo di pensare al domani. Non ero preoccupata di quello che avrebbe potuto succedermi se avessi continuato, sentivo dolore e non potevo giocare, questa è la verità nuda e cruda. Quando scendo in campo, voglio essere al cento per cento, voglio dare al pubblico tutto quello che si merita. E qui a Roma comincio a sentirmi vicina a quel livello».
In attesa del tennis, domenica si è concessa una divagazione per Roma-Juventus.
«E’ stato davvero speciale, era la prima volta per me. E’ tutto così diverso rispetto all’America, il pubblico partecipa con una grande intensità, ti fa sentire molto coinvolta».
E per chi ha fatto il tifo?
«Sono a Roma, dunque per la Roma».
Come si vincono 650 partite in carriera?
«Amando il tennis. Dopo gli infortuni di tre anni fa e il rischio di smettere, prendo le cose con molta più tranquillità. Ho la mente più libera, fuori dal campo mi dedico a tante altre attività e così ho la possibilità di apprezzare di più quello che faccio con una racchetta in mano. Per questo mi è dispiaciuto fermarmi a Madrid, stavo giocando molto bene».
Ci sono otto giocatrici americane in tabellone, una nuova generazione che avanza?
«E’ una bella cosa, spero possano far vivere ancora bei momenti al tennis americano. Ma credo dovremo aspettare che accumulino un po’ di esperienza in più per vederle ad altissimi livelli».
Si sente una fonte di ispirazione per loro?
«Chiaramente, le giocatrici di uno stesso paese tendono ad avere un legame speciale tra di loro, mi piace far parte in qualche modo del gruppo. Io mi sto avvicinando alla fase finale della carriera, e se qualcuna di loro è migliorata o migliorerà ispirandosi a me, non posso che considerarlo fantastico. Devono ancora crescere, diamo loro tempo».
Tutti i giocatori magnificano la magia di Roma. E’ davvero diverso disputare questo torneo?
«E’ molto divertente, amo venire qui. E poi c’è la sfida della terra rossa, che mi affascina, perché la superficie ti richiede di essere sempre solida, di dare qualcosa in più ad ogni partita e questo mi eccita».
Tanto quanto lo shopping?
«Girare per negozi da voi è sempre qualcosa di magico, credo di riuscire a ritagliarmi un po’ di tempo in questi due giorni, prima di cominciare a giocare».
Ma davvero Venus spende molto più di lei?
«Ormai è cosi, io sono soprattutto un’appassionata di vetrine. E poi c’è un particolare da non trascurare: Venus riesce più facilmente di me a trovare vestiti della sua taglia...».