Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 12 Lunedì calendario

DA THE PILLS AL TERZO SEGRETO DI SATIRA, LE WEBSERIES CONQUISTANO LA TV

C’è aria di novità. Ecco che in tv sbarca il web, quello giovane e pieno d’idee, ecco che arrivano i The Pills. Scuola romana, comicità caustica, bianco e nero falso chic, i The Pills raccontano le storie dei ragazzi di oggi, e con lo stile dei ragazzi di oggi: ironia, ritmo, scorrettezza. Una simile miscela non poteva sfuggire a Pietro Valsecchi, già capace di portare Checco Zalone e I soliti idioti dalla tv al cinema. Adesso il passaggio è dal web alla tv: i The Pills con la loro serie sono passati su Italia 1 e Italia 2, riscuotendo un ottimo successo di ascolti. A riprova anche che il pubblico televisivo è vario, e i giovani quelli veri (gran successo nella fascia dei 15-34 anni) esistono.
I The Pills sono Matteo Corradini, Luigi Di Capua, Luca Ravenna, Luca Vecchi, quest’ultimo alle prese anche con la trasposizione web di Dylan Dog finanziata dai fan del fumetto. Ma non sono solo Mediaset: i The Pills scriveranno per Raidue una serie breve dal titolo Zio Gianni, che andrà in onda nella stessa fascia oraria de Una Mamma Imperfetta. Già, la serie web di Ivan Cotroneo, prodotta da Rai e Rcs (adesso di nuovo on-line sul sito di Corriere.it), che ha portato il linguaggio delle serie web anche a un pubblico mainstrem proprio grazie all’impegno di due dei maggiori editori italiani.
Ma il panorama indipendente ormai è denso, dopo il successo nel 2011 di Freaks, prima serie web autoprodotta a essere notata anche dei grandi media. C’è la scuola milanese de Il terzo Segreto di Satira, lontana da inflessioni dialettali e giochi di parole, che fa infatti propria una costruzione moderna e corposa della gag (i suoi corti si non visti in diversi programmi tv, da La7 a Raidue a SkyUno)
E poi c’è la scuola napoletana de The Jackal, che si differenziano per uno stile visivo molto curato, per una costruzione narrativa complessa in prove come Lost in google, per la capacità di miscelare western, horror, action movie, influenze orientali, Matrix e Tarantino.
Insomma, il nostro web è maturo per fare il grande salto. Alcune perplessità però. Siccome è difficile trovare un modello di business per internet, è giusto che questi ragazzi si affidino al piccolo schermo per poter pagare il muto e farsi notare ancora di più. Eppure, devono stare attenti a non farsi mangiare dal mezzo, che tende spesso a livellare invece che a esaltare, come il web, le peculiarità. Il rischio anche è non riuscire sempre a competere con altre produzioni, e essere vissuti come un’arte minore.
Inoltre, è giusto che il web trovi un suo modello economico, che gli autori che ci lavorano combattano per questo non fuggendo altrove. Altrimenti internet rimarrà un medium potentissimo ma azzoppato. Un discorso che non vale solo per le serie web.