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 2014  maggio 12 Lunedì calendario

“PAGATO DA MCDONALD’S” OMBRE SULL’UOMO DEGLI SCOOP


BERLINO
Günter Wallraff, il più famoso giornalista investigativo europeo, di cui si tornò a parlare la settimana scorsa per la sua denuncia del cibo avariato e delle condizioni di lavoro bestiali a Burger King, è accusato dal settimanale tedesco Der Spiegel di aver effettuato collaborazioni di consulenza sul rapporto tra sindacati e azienda per McDonald’s, il numero uno mondiale del fast food e degli hamburger, e concorrente più forte di Burger King. Alla storia il settimanale di Amburgo dedica un lungo servizio. Citando anche Wallraff, secondo cui le consulenze per il numero uno non hanno nulla a che fare con il tele-reportage che ha smascherato Burger King, nato da un’idea di un suo collaboratore. «Ho parlato due volte a conferenze di McDonald’s criticando sempre la mancanza di cultura del fast-food in sé, McDonald’s incluso. L’onorario che altri si mettono in tasca l’ho versato in parte ad una sindacalista licenziata e in parte alla mia fondazione ».
Si tratta di somme irrisorie, rispetto a quelle — è probabile che si tratti di milioni di euro — risparmiate da Burger King servendo ai clienti carne avariata con colibatteri e altri veleni, nonché altro cibo andato a male e pericolosissimi per la salute. Compensi versati non a Wallraff personalmente, bensì alla sua Stiftung ( fondazione), l’associazione di volontari da lui fondata per indagare su ingiustizie contro i dipendenti e i consumatori, andarono due volte 5000 euro e una volta 3000. Nondimeno, l’aver intascato soldi dal diretto concorrente dell’oggetto della sua ultima inchiesta sembra una macchia nella carriera del reporter investigativo più celebrato del Vecchio Continente.
Le cose starebbero così, secondo Der Spiegel: Wallraff era nel mirino di McDonald’s da quando, travestito da Alì, operaio migrante turco, si era infiltrato negli anni Ottanta tra i dipendenti del colosso americano del fast food per denunciare anche con telecamere nascoste tutto quanto non andava: dalla qualità del cibo ai dipendenti cui veniva di fatto vietato ogni contatto col sindacato. Wallraff fu dichiarato persona non grata in tutte le filiali McDonald’s nel mondo intero e affrontò una lunga battaglia legale con gli avvocati del gruppo. Ma la sua campagna informativa aveva colpito duro, per cui dal 2007 McDonald’s cambiò idea. Così come oggi Burger King si è ritrovata a chiudere provvisoriamente due delle sue filiali in Germania e a rivelare di aver subito un notevole calo del suo fatturato.
Cominciò prima a permettere ai dipendenti di iscriversi al sindacato di settore, lo Ngg. Poi tramite un suo alto consulente esterno, Karl-Heinz Heuser dell’agenzia di PR Burson-Marsteller, prese contatto col giornalista. Il quale, scrive sempre il settimanale, partecipò dapprima a due eventi organizzati da Mc-Donald’s. Il primo fu nel maggio 2010, con la presenza di dirigenti del gruppo americano e con il leader del sindacato Ngg, Franz-Josef Moellenberg. Fu un seminario interno sulle condizioni di lavoro nel comparto fast food, e Wallraff si batté per più diritti di dipendenti e sindacati. Per la sua partecipazione, affermano a Burson-Marsteller citati da Spiegel , Wallraff ebbe 5000 euro versati alla sua fondazione. Nel febbraio 2010, Wallraff (continua il resoconto) si era anche prestato per un video interno per la formazione professionale, che però non fu mai mostrato ai dipendenti. Altri 5000 euro alla sua fondazione.
Infine Wallraff prese la parola a un convegno dell’agenzia Burson- Marsteller sul tema “public relations e giornalismo investigativo”. Onorario per la fondazione, 3000 euro. Spiegel avanza sospetti, e riferisce di una battuta dello stesso Wallraff sugli «standard più alti» di McDonald’s rispetto a quelli di Burger King.

Andrea Tarquini, la Repubblica 12/5/2014