Giuliano Foschini e Fabio Tonacci, la Repubblica 12/5/2014, 12 maggio 2014
GREGANTI E LA LOBBY DELLE COOPERATIVE ROSSE
Per vincere quell’appalto serve il quadro completo.
Così siamo a posto», diceva al telefono la banda dell’Expo. Volevano dire che bisognava mettere insieme «i compagni» e i «compagni neri», le cooperative rosse e quell’Enrico Maltauro, l’imprenditore che pagava tangenti.
Nell’inchiesta sulla nuova tangentopoli milanese non c’è soltanto la rete di Gianstefano Frigerio e i suoi amici di Forza Italia. Parallela corre quella di Primo Greganti, a partire da quel Claudio Levorato, potentissimo numero uno di Manutencoop. Ed è proprio grazie al compagno G che la banda di Frigerio arriva ai «sindaci comunisti», contatta o almeno così racconta di fare i vertici del Pd, riesce a intervenire persino sul commissario unico dell’Expo Giuseppe Sala per far nominare un «amico» nella commissione aggiudicatrice.
IL CONTATTO CON SALA
Il 17 maggio del 2013 la “cupola” è in fibrillazione. «Sta uscendo una cosa da 67 milioni... — dice Sergio Cattozzo (il braccio destro del ex senatore Pdl Luigi Grillo) a Frigerio — è la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori per l’architettura dei servizi». Per mettere le mani sull’affare, e intascare così una tangente dell’0,80 per cento del valore complessivo, serve qualcuno nella sede dove prendono le decisioni. Il Professore ha già un piano: «Bisogna parlare con Primo (Greganti, ndr) perché il comune è di sinistra... Sala (ndr Giuseppe, il commissario unico) è un uomo di sinistra, non di Pisapia, Sala è più legato alla gente che Primo conosce, cioè Boeri e quelli lì, al Pd». Greganti si muove e, annota la Procura nella richiesta di arresto, riesce a inserire un suo uomo di fiducia nella commissione. È la sua quinta colonna segreta, lo mette al corrente delle offerte, ne condiziona l’esito. Ma come ha fatto? La risposta sta in un’intercettazione telefonica, datata 29 ottobre. Cattozzo si lascia sfuggire che Greganti, per mettere un suo uomo dentro, è andato da Sala: «Primo, per il commissario, è andato lì eh...». Un’espressione «di univoca interpretazione », scrivono i magistrati, perché «era stato appena sottolineato il ruolo di Sala all’interno di Expo Spa e le sue vicinanze con gli ambienti politici notoriamente accomunati a Primo Greganti».
GLI UOMINI DEL COMPAGNO G
La galassia dei contatti di Greganti, vera o millantata che sia, funziona. Produce effetti. «Devo scendere a Roma, a parlare con gli amici miei», comunica più volte ai suoi sodali, senza specificare nomi e ruoli. Un’accortezza, forse imparata negli anni di Tangentopoli, che però gli altri non hanno. Al telefono Frigerio spiega come Greganti «fosse convinto che si potesse ancora correre su Nucci (ndr, ex ad di Sogin non riconfermato) perché Pierluigi Bersani ha detto “sono d’accordissimo” ». L’ex segretario del Pd ha smentito definendole «pura illazione». Il compagno G prova poi ad avvicinare il nuovo ad di Sogin (Riccardo Casale) che pare essere «persona molto vicina a Enrico Letta e a Claudio Burlando», governatore della Liguria, quota Pd, e «questo va bene — dice Cattozzo — perché Primo ha un ottimo rapporto con il nostro qua di Genova». Il 26 settembre 2013 Cattozzo chiama Giovanni Battista Raggi, attuale tesoriere del Pd in Liguria: «Se senti Burlando, digli che Greganti lo vuole vedere abbastanza urgentemente».
Lo ascoltano, il compagno G. Trova uditori disponibili anche nei vertici del Partito democratico. Nella sua rete di contatti ci sono Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, e Giancarlo Quagliotti, area torinese del partito. Mentre Frigerio — che dice di conoscere Maltauro grazie all’ex ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri — sostiene di dover scendere a Roma per parlare con Lorenzo Guerini, il vicesegretario del Pd.
LEVORATO E MANUTENCOOP
L’uomo forte delle coop è invece Claudio Levorato, 65 anni, presidente della Manutencoop di Bologna, un colosso da 15mila dipendenti. Nel giro di pochi mesi ha scampato due volte il carcere: a Milano e a Brindisi dove ora è stato chiesto il rinvio giudizio per un appalto da otto milioni promesso alla sua società da consiglieri regionali del Pd in cambio di assunzioni. Il numero 1 di Manutencoop è in ottimi rapporti con Greganti e viene messo in contatto con Frigerio e Maltauro per entrare nell’affare della Cittadella della Salute. «Volevo vederla per questo, tra poco comincia la fase delicata degli esami, dei progetti e così via» gli dice Frigerio. «Ed è importante che io da parte mia e lei da parte sua facciamo ogni sforzo di collegamento per portare a casa un risultato pieno». Levorato sembra aver capito: «Si lavora per questo, non si lavora per stare a guardare gli altri» gli risponde. Ma è chiara la «volontà di Frigerio — dice la Procura — di mantenere saldo anche lo stretto legame con gli ambienti delle Cooperative e con Levorato in particolare al fine di sfruttare tutte le alleanze e gli appoggi di ogni parte politica». Provano infatti a costruire un futuro per Antonio Rognoni, dg di Infrastrutture Lombarde: tanto che il 13 novembre Maltauro e Cattozzo sono a Roma e incontrano Alfonso Celotto, capo di gabinetto del ministro della Coesione Territoriale Carlo Trigilia, per sponsorizzarlo.
Levorato e Frigerio parlano anche della realizzazione del nuovo ospedale di Maglie, un project financing da 165 milioni di euro del quale il “professore” dice di aver «parlato con Fitto » (ndr, Raffaele). Roba che potrebbe interessare all’amico Maltauro.
Giuliano Foschini e Fabio Tonacci, la Repubblica 12/5/2014