Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  maggio 12 Lunedì calendario

CHI È RAFFAELE CANTONE, IL CAPO DELL’ANTICORRUZIONE

Napoletano di nascita ma cresciuto a Giugliano, a una Scampia di distanza dal capoluogo campano, Raffaele Cantone è entrato in magistratura a 28 anni. Con un curriculum di tutto rispetto, è stato chiamato prima da Letta e poi da Renzi a presiedere l’Autorità nazionale Anticorruzione. Un organismo che ora il premier vuole come «task force» per cacciare i corrotti dall’Expo milanese.
A lungo magistrato impegnato nella lotta contro la camorra, Cantone ha lavorato anche presso l’Ufficio del Massimario della Cassazione e ha scritto diversi libri: il primo, nel 2008 Solo per giustizia, (edito da Mondadori) l’ultimo, del 2013, Football Clan (Rizzoli) nel quale con Gianluca Di Feo ricostruisce i rapporti tra mafia e pallone.
Da magistrato, è stato fino al 2007 alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e ha condotto importanti indagini contro il clan camorristico dei Casalesi che si sono concluse con l’ergastolo di boss del calibro di Francesco Schiavone, detto Sandokan, Francesco Bidognetti, Walter Schiavone, Augusto La Torre, Mario Esposito.
In seguito a queste inchieste, minacciato dalla camorra, ha dovuto condurre per anni una vita blindata. Saviano, nel 2011, lo ha proposto come candidato sindaco di Napoli. Ma Cantone ha declinato sempre ogni invito ad entrare in politica. Ha accolto, invece, quello di diventare Garante dell’Authority anticorruzione.