Giovanna Cavalli, Corriere della Sera 11/05/2014, 11 maggio 2014
L’EURODEPUTATO CHE HA SCELTO IL ROCK: CANTO LE BUGIE DELLA POLITICA
Il suo è pezzo cliccatissimo su YouTube «Ma le mele marce sono ovunque» ROMA — «Eh eh eh... ho un sacco di parenti ma non così tanti» se la ride l’euro-onorevole in scadenza Tiziano Motti, 48 anni, Udc, che sta per lasciare il seggio a Strasburgo ma in compenso — a dieci giorni dal debutto rockettaro con la sua prima hit intitolata «La Verità» — è ancora ben saldo nella Top 20 dei brani più venduti/scaricati d’Italia.
Il pezzo, che vanta 50 mila like su YouTube, è una schitarrata sulle leggendarie bugie della categoria («Quando un politico promette che farà/ chissà qual è la verità/ perché nel cuore forse sa quello che fa/ però il potere è una poltrona comoda» rappa Motti, nel video metà parlamentare in blazer e metà metallaro in giubbotto di pelle nera, e pazienza se la rima è molto libera) e va fortissimo. «Sono al diciassettesimo posto della classifica generale, davanti a Emma, a Mina e a Robin Williams, dati ufficiali, mica me lo dico da solo» spiega l’imprenditore reggiano (ramo publi-marketing) prestato prima alla politica (nel 2009) e ora alla canzone. Non che si sia montato la testa. «Durerà poco, è l’effetto curiosità, anche se è rarissimo che un esordiente parta così bene, erano esterrefatti pure quelli della Universal, la mia casa discografica» ammette lui. «Sì sì, mi passano tanto anche alla radio ma ben venga, visto che il ricavato del cd andrà tutto in beneficenza».
L’unica critica che gli fanno gli ammiratori — rendendolo peraltro felicissimo — è «che nella voce somiglio troppo a Vasco Rossi, parecchia gente pensava che fosse il suo nuovo disco», e in effetti la raucedine e la zeta emiliana (l’originale è di Zocca, Modena, Tiziano di Reggio Emilia) sono quelli. «Sono un suo fan da quando avevo 16 anni, si vada a vedere la mia cover di Ogni Volta ». Motti, che da europarlamentare si è occupato perlopiù di mercato e tutela dei consumatori, si è autopromosso acquistando duemila copie del cd. «Direttamente dalla casa discografica però, sono stato onesto». O parsimonioso, visto che gli avranno fatto un prezzo di favore. «Vero, però così non ho influenzato la classifica».
Il titolo della compilation — «Siamo tutti assolti» — sembra di preoccupante attualità in pieno scandalo Expo, tra corrotti e mazzette. «Nooo, non c’entra niente, però con il mio singolo sono stato un buon veggente, in effetti». Interprete e pure cantautore, l’onorevole Motti ha scritto e musicato il pezzo del debutto. «Racconto della distanza infinita che c’è tra la gente comune e i politici che in campagna elettorale, per vincere, dicono quello che gli elettori vogliono sentirsi dire». Quindi anche lui... «No, io le panzane non le ho mai dette. Al tempo feci attaccare i manifesti “Vota Motti” senza nemmeno avere una candidatura, pensi lei. All’ultimo minuto mi prese Cesa all’Udc, io che non sono manco cattolico. Però ho portato 18.500 voti». Dell’ennesima puntata di Tangentopoli non si stupisce. «La corruzione è nella natura umana, però i politici non sono tutti ladro- ni, le mele marce ci sono ovunque, quando a 18 anni facevo il cameriere c’era chi si fregava le mance».