Alessandro Grandesso, La Gazzetta dello Sport 5/4/2014, 5 aprile 2014
THIAGO SILVA :«MILAN, PRENDI ALEX»
È il leader e capitano di un Psg destinato a continuare a mietere successi in Francia e che ambisce a conquistare i vertici europei. Con il Mondiale brasiliano alle porte, Thiago Silva fa il bilancio sulla stagione che si avvia al termine, con lo scudetto già in bacheca. Il quarto della storia parigina, il secondo consecutivo da quando nella Ville Lumière è arrivato l’emiro del Qatar che ha portato le star, spendendo senza contare. Il centrale comunque non perde mai di vista il calcio italiano e il suo Milan.
È’ più gustoso il doublé scudetto-coppa di Lega di quest’anno o il primo scudetto francese non si scorda mai?
«Penso che il primo scudetto sia quello più bello, anche perché era molto importante per il Psg che non lo vinceva da 19 anni. E poi è sempre più difficile vincere il primo titolo perché per il secondo basta continuare a lavorare duro, sfruttando la mentalità vincente costruita in passato. Quest’anno però è lo stesso speciale perché abbiamo vinto pure la supercoppa di Francia. E’ stata una stagione quasi perfetta. Peccato davvero per l’eliminazione dalla Champions League».
Mercoledì durante la partita persa con il Rennes, i tifosi vi hanno fischiato anche se avevate appena vinto lo «scudetto». Amareggiato?
«Un po’ i fischi mi hanno sorpreso. In realtà anch’io ero un po’ incazzato perché vedevo che non stavamo giocando come sappiamo. Quando scendi in campo sapendo già di aver vinto il campionato non è mai semplice, ma io gioco sempre per sempre. Contro il Rennes non abbiamo avuto la mentalità giusta, anche se è comprensibile. E alla fine trovo comprensibili pure i fischi dei tifosi che forse ci chiedevano solo di chiudere in bellezza. Se avessimo vinto, sarebbe stato più bello. Alla fine neppure io sapevo se dovevo festeggiare visto che avevamo perso».
Giuste le sanzioni finanziarie dell’Uefa contro il Psg?
«Non sta a me dirlo, ma il presidente ci ha detto che per noi non cambia nulla. Mi sembra però un sistema strano: ma se c’è da pagare, bisogna pagare. Poi spetta anche a noi giocatori continuare a lavorare duro per aiutare il club».
Cambia qualcosa per la sua carriera?
«No, non credo. Con il presidente Al Khelaifi ci sono rispetto e stima reciproci. E il Psg è un club destinato a crescere. Mi trovo bene, da qui non mi muovo».
Le sanzioni finanziarie dell’Uefa rischiano però di ridimensionare il progetto del Psg che si è sfilato dal dossier Pogba.
«Questo non lo sapevo. Pensavo fossero sempre interessati. Anche perché Pogba è un ottimo giocatore dal grande futuro, alla Juve, al Psg o altrove. Ha personalità, mentalità giusta e qualità per imporsi ai vertici, ovunque».
Chi le piacerebbe prendesse il Psg?
«Se possibile Neymar, Messi e Cristiano Ronaldo. Anzi no…».
Perché?
(ride) «Perché Ibrahimovic ha detto che il Psg non ha bisogno di nessuno perché abbiamo Zlatan, quindi andiamo già bene così»
Nella lista di Scolari qualche «italiano». Da Maicon a Henrique passando per Hernanes. Pero non c’è Kakà.
«Sì, però Kakà ha vinto il derby! Scherzi a parte, sono contento per Hernanes e triste per Kakà. Anche se allo stesso tempo sono un po’ felice per lui perché quest’anno si è finalmente potuto esprimere bene in campo, cosa che non accadeva al Real Madrid».
Deve rimanere al Milan?
«So che girano voci che lo danno in partenza per gli Usa. La decisione spetta a lui. Se resta, sono sicuro che potrà aiutare il Milan a tornare ai vertici. Lo aspetto in Champions League».
Le è piaciuto il Milan dell’ultimo derby?
«È un Milan diverso dal mio. Anche il derby è stato meno spettacolare rispetto ai miei tempi, meno tecnico. Ma quando De Jong ha sparato la fucilata di testa in rete, ho visto i giocatori correre a festeggiare con Seedorf, con la rabbia di vincere di sempre».
Seedorf deve restare al Milan?
«Vista la squadra che ha a disposizione, secondo me sta facendo davvero molto bene. I miglioramenti si vedono partita dopo partita. Credo che con Seedorf in panchina il Milan potrà tornare in Champions già l’anno prossimo».
Al Milan piace il suo collega di reparto Alex.
«E lo consiglio vivamente ai rossoneri. Alex è davvero un difensore per squadre importanti. Dobbiamo aspettare la fine del campionato per sapere, ma se va al Milan farà sicuramente bene. E sarei contento per lui perché avrei un altro amico in un grande club».
Sarà il mondiale di Balotelli?
«Penso di si. Balotelli è un attaccante incredibile e lo dico da difensore centrale. Ma deve fare più attenzione alla vita lontano dal campo. Ha la personalità giusta per fare la differenza al mondiale con l’Italia».
Verratti rischia di non andare al Mondiale.
«E sarebbe meglio per noi brasiliani se non venisse convocato da Prandelli. Ma se fossi io il c.t. dell’Italia a centrocampo metterei Pirlo, Thiago Motta e Verratti. Un centrocampo fenomenale che potrebbe portarvi davvero lontano».
Fino in finale?
«Magari per un bel Brasile-Italia ».