Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore 8/5/2014, 8 maggio 2014
UN SOCIO CINESE PER ANSALDO ENERGIA
PECHINO.
La tecnologia italiana nel settore delle energie alternative fa gola alla Cina. In quest’ottica si inquadra la lunga trattativa che ha impegnato i cinesi di Shanghai Electric, un colosso del settore energetico, e Ansaldo Energia, società del gruppo Finmeccanica con un expertise appetibile nel campo della tecnologia per lo sfruttamento di shale gas.
Si tratta di una fonte di cui la Cina è ricca, ma a far difetto è il know how, sul quale la Cina ha tutto da imparare, dall’estrazione allo sfruttamento energetico. Le due società siglano oggi a Roma l’accordo vincolante in base al quale Shanghai Electric acquisisce una robusta partecipazione di minoranza (il 40%) nel capitale di Ansaldo Energia, controllata del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, ma la partnership sarà rafforzata da una serie di joint venture che si andranno a costituire nei prossimi mesi. Non un incontro casuale, dunque, quanto un percorso a due ben delineato e strutturato. La fame di competenze della Cina, ormai primo consumatore al mondo con una quota del 21,3% registrata nel 2013, ha già visto una serie di passi: l’ultimo in ordine di tempo l’accordo tra State Grid ed Enel che potrebbe riservare a breve altre sorprese, perché la pressione a cambiare la tipologia di fonti, anche a beneficio di quelle meno inquinanti, è fortissima. Attualmente in testa c’è sempre il carbone (69%), seguito da petrolio (18%), energia idroelettrica (6%) e gas naturale (4%) nucleare (1%) e rinnovabili (1%). Se vuole riequilibrare le proprie energie rivedendo le proporzioni della «torta», la Cina deve rafforzare le collaborazioni strategiche. Ansaldo Energia, infatti, è specializzata nella produzione di turbine sia a vapore sia a gas e di generatori, mentre l’acquisizione di Ansaldo Ricerche e di Ansaldo Fuel Cells ha potenziato in genere lo sviluppo e la ricerca della società nel campo delle nuove fonti di energia. A Shanghai electric interessano proprio le tecnologie per sviluppare turbine a gas. Uno sfruttamento più razionale delle risorse di gas non convenzionale potrebbe permettere alla Cina di triplicare entro il 2035 la produzione ma questo non frenerà di certo le importazioni. Oggi consuma quanto la Germania, tra vent’anni la Cina consumerà quanto l’Europa intera. I consumi di gas tenderanno quindi a crescere si stima fino a 260 miliardi di metri cubi rispetto ai 170 del 2010. La risorsa gas crescerebbe dell’8,3% entro il 2015 rispetto al 4% del 2008. Shanghai Electric, dal canto suo, oltre ad avere una lunga storia, è anche la più vasta produttrice di turbine a vapore. Quotata a Hong Kong e a Shanghai, è anch’essa alla ricerca di nuove e più sostenibili tecnologie. Nella stessa direzione di partnership nel campo delle energie alternative il recente memorandum of understanding, tra Enel e State Grid, società leader nella distribuzione e trasmissione di energia e big nel settore energetico, per la cooperazione nel campo delle tecnologie Smart Grid per lo sviluppo urbano sostenibile e lo scambio di esperienze nella generazione di energia da fonti rinnovabili. Sulle Smart Grid la Cina sta impegnando fondi e energie, non sono esclusi ulteriori sviluppi proprio in questa direzione.
Rita Fatiguso, Il Sole 24 Ore 8/5/2014