Andrea Pira, MilanoFinanza 8/5/2014, 8 maggio 2014
ALIBABA PRENDE LA STRADA DI WALL ST
Il cammino di Alibaba a Wall Street è ufficialmente partito. Il colosso cinese dell’e-commerce ha presentato la documentazione preliminare per procedere all’ipo. Secondo i piani, il gigante fondato nel 1999 dall’ex insegnante di inglese Jack Ma punta a raccogliere 1 miliardo di dollari, ma non sono stati comunicati il numero delle azioni che finiranno sul mercato e il prezzo di collocamento.
Il valore dell’ipo potrebbe toccare 15 miliardi di dollari o addirittura arrivare fino a 20 miliardi, superando quindi i 16 miliardi di Facebook. Gli analisti stimato che la capitalizzazione iniziale del gruppo cinese potrebbe arrivare a 250 miliardi, facendo di Alibaba la quarta società tecnologica al mondo dietro ai colossi statunitensi Apple, Google e Microsoft. La gestione dell’operazione è stata affidata a Deutsche Bank, Goldman Sachs, JpMorgan, Morgan Stanley e Citigroup, cui andrà una commissione pari all’1% dei proventi dell’ipo.
Il gruppo di Hangzhou controlla circa l’80% dell’e-commerce cinese, mercato che nel 2013 ha toccato quota 295 miliardi di dollari e che nel 2017 potrebbe arrivare a 713 miliardi. Lo scorso esercizio gli utenti attivi di Alibaba sono saliti del 14% a quota 231 milioni. La scelta di approdare sul listino azionario di New York aveva provocato un vivace confronto a Hong Kong sulla necessità di cambiare o meno le regole sulle strutture societarie nell’ex colonia britannica, che aveva di fatto perso l’occasione di accogliere la quotazione del colosso cinese dell’e-commerce per il rifiuto di concedere una deroga che permettesse ai 28 partner di Alibaba, rappresentati per la maggior parte dai fondatori e dagli alti dirigenti del gruppo, di mantenere il controllo della società anche dopo il collocamento delle azioni in borsa. Quanto all’attuale composizione della compagine azionaria, il fondatore Jack Ma detiene l’8,9% del gruppo, mentre il co-fondatore Joseph Tsai ha 3,6% delle quote. I giapponesi di Softbank detengono invece il 34,4% delle azioni, quota che non ha mancato di suscitare qualche malumore negli ambienti maggiormente nazionalisti all’interno dell’establishment cinese. Yahoo ha invece in mano il 22,6% e prevede di vendere un terzo dell’attuale quota. I documenti presentati alla Sec (omologo statunitense della Consob) aprono inoltre uno spiraglio sui dati finanziari ufficiali. Nel 2013 Alibaba ha totalizzato ricavi per 5,55 miliardi di dollari e un utile netto di 1,39 miliardi. In attesa che le autorità di vigilanza statunitensi valutino la documentazione di Alibaba per la quotazione a Wall Street, sono già partite le analisi sul possibile esito dell’operazione. Ed è emerso che secondo gli analisti una zavorra per il gigante cinese è rappresentata la quantità di merce contraffatta che viene comprata e venduta attraverso i suoi canali telematici. L’altro ostacolo si chiama Tencent, gruppo con cui il gruppo di Hangzhou si contende lo spazio online cinese. Le operazioni di Alibaba passano sempre di più attraverso l’internet mobile. Tencent, proprietaria dell’applicazione WeChat, vanta una posizione di forza per quanto riguardo l’uso degli smartphone. Ha inoltre quote in JD.com, principale concorrente e-commerce di Alibaba. Come scrive Jeffrey Towson, docente alla Tsinguhua University, in un commento sul settimanale finanziario Caixin, Alibaba pur detenendo il primato nell’e-commerce potrebbe trovarsi davanti una concorrenza non sperimentata negli anni passati.
Andrea Pira, MilanoFinanza 8/5/2014