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 2014  maggio 08 Giovedì calendario

SPEZIALE, PER GLI ULTRÀ È LUI LA VITTIMA


Dalle curve degli stadi italiani ai tifosi tedeschi del Borussia Dortmund, il grido è uno solo: “Speziale innocente”. La maglietta (Speziale libero) indossata in occasione della finale di Coppa Italia da Genny, leader degli ultràs napoletani , è solo l’ultimo episodio di una “campagna” che indica Antonino Speziale non colpevole dell’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti. Una tesi rilanciata dai difensori di Speziale e dell’altro imputato, Daniele Micale, già poche ore dopo il loro arresto per gli scontri avvenuti la sera del 2 febbraio 2007 allo stadio ‘Massimino’ di Catania. Speziale è stato condannato a 8 anni per omicidio preterintenzionale, e Mi-cale a 11 anni entrambi in via definitiva, ma il mondo degli ultràs ha vissuto la sentenza come una “ingiustizia” da parte dello Stato repressivo che vuole eliminare le voci libere dei “veri tifosi”. Sembra fantascienza per chi pensa alle violenze negli stadi come episodi isolati, ma non lo è: i due poli di questo conflitto – la polizia da un lato e gli ultràs organizzati dall’altro – ogni domenica rinnovano le tensioni. Chi sventola una sciarpa con i colori della squadra del cuore ed è pronto ad alzare sulla testa il cappuccio della felpa per non farsi identificare ha un solo urlo di battaglia: ‘Acab’, l’acronimo contenuto in un brano dei The 4-Skins, band inglese di skinheads che mantiene unita la fratellanza con il motto All cops are bastards: tutti i poliziotti sono bastardi. Ma l’innocenza di Speziale non è solo chiacchiera da curva: nel 2013 Simone Nastasi ha pubblicato con l’editore Bonfirraro un libro dal titolo Il caso Speziale, sottotitolo; Cronaca di un errore giudiziario.
“In copertina sembra una affermazione perentoria – dice Nastasi – in realtà dentro nel libro mi limito a ripercorrere gli atti giudiziari e a mostrare possibili incongruenze”.
Quali sarebbero, gli errori della polizia giudiziaria che hanno portato dietro le sbarre Speziale? Innanzi tutto, la dinamica: l’ispettore Raciti, al comando di un gruppo di agenti, quella sera del 2007 cercò di sbarrare la strada agli ultràs catanesi che, dopo aver distrutto parte dello stadio, cercavano di avventarsi contro i palermitani. In questo contesto avviene l’impatto: secondo la testi “innocentista” però, non è vero che la morte di Raciti dipende da Speziale e Micale che, impugnando come un ariete un sottolavello sradicato da uno dei bagni dell’impianto sportivo, hanno colpito l’ispettore di polizia al tronco; piuttosto, gli “innocentisti” si appellano a una prima ricostruzione del Ris dei carabinieri, che esprimeva dubbi sulla possibilità di sferrare un colpo letale con quell’oggetto. E allora, come sarebbe andata? Spunta il “fuoco amico”: ad uccidere, per sbaglio, Raciti sarebbe stata una manovra errata dell’autista di un mezzo della polizia: “L’autista del Discovery – rilancia Nastasi – nel primo verbale dichiara di aver fatto marcia indietro fino ad aver sentito un urto, poi cambia versione riferendo quel botto a un scoppio e che l’ispettore era distante dal mezzo diverse decine di metri”. Aggiunge Nastasi: “Per due volte furono annullate le ordinanze di custodia cautelare; e alla fine, una prova inconfutabile che sia stato Speziale a uccidere Ra-citi, non c’è. Mi spiace solo che si parli di questo per la maglietta del tifoso napoletano, invece di dire che la Cassazione in febbraio ha annullato l’ordinanza con la quale la Corte d’Appello di Messina aveva dichiarato inammissibile l’istanza di revisione”. Il libro ha avuto una certa diffusione fra gli ultràs e pure in ambienti politici di estrema destra: a Roma e Firenze lo scorso anno l’autore è stato ospitato nei circoli di Casapound: “Ma io non faccio politica – ribatte Nastasi – se mi avessero invitato i ragazzi di sinistra ci sarei andato volentieri”. Resta il dato di fatto: dalle croci celtiche passando per Genny ‘a carogna e il mondo delle curve, Speziale e Micale sono vittime innocenti, come recita l’omonimo profilo facebook, e i poliziotti restano i nemici: non solo la domenica.

Valerio Cattano, Il Fatto Quotidiano 8/5/2014