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 2014  maggio 08 Giovedì calendario

“FASCISTI? NO, RAGAZZI IN CONFLITTO COL POTERE”

[Intervista a Paolo Cento] –

Uno dei più curvaioli tra i politici italiani è di sinistra, una vita nei Verdi del sole che ride prima di passare tra le file vendoliane, ora addirittura presidente dell’assemblea nazionale di Sel: si chiama Paolo Cento. Oggi nega la supremazia dell’estrema destra tra gli ultrà: “Non si può ridurre a ideologia quello che è scontro con il potere”. E ritiene che quella maglietta “Speziale libero” sia stata esibita da Genny ’a carogna “nel contesto sbagliato: mi pare ci siano elementi per chiedere la revisione del processo a Speziale, ma bisogna premettere il no più assoluto alla violenza e la solidarietà alla famiglia Raciti”.
Cento, è però innegabile che le curve degli stadi italiani siano in mano a gruppi di estrema destra, non è forse così?
Le curve vivono di contraddizioni belle e negative. Non mi scandalizza la militanza politica. Ma non bisogna leggere il fenomeno delle curve racchiudendole sotto a una cappa ideologica. Non c’è egemonia né di destra né di sinistra.
Bandiere e simboli riconducibili alla sinistra si vedono ormai solo a Livorno e Terni eppure...
La sinistra, troppo vip e poco popolare, manca nella società, mica solo nelle curve. Guarda a quel fenomeno con la sufficienza tipica di chi si è allontanato dalla realtà. Ma mi creda, con la battaglia contro la tessera del tifoso e le altre leggi speciali il collante è lo scontro con il potere. Non possiamo leggere questa generazione con gli occhi della mia. È una generazione cresciuta con i soprusi che vanno da Gabriele Sandri a Cucchi e Aldrovandi.
...e anche dell’ispettore di polizia Filippo Raciti.
No, quella è già la generazione precedente. Quelli di oggi sono post-Raciti.
Era il febbraio 2007, ma scusi Genny ’a carogna almeno, di sicuro, non è post-Raciti, vista la maglia che ha sfoggiato all’Olimpico.
Era il contesto sbagliato per indossarla, certo.
Può esserci un contesto giusto per indossare la maglietta del condannato per l’assassinio di Raciti?
Dubbi rispetto alla condanna di Speziale ce ne sono, si parla da più parti di elementi per la revisione del processo. Certo in quella maglietta mancava la premessa.
Cioè?
La solidarietà, doverosa, alla famiglia dell’ispettore Raciti. E la più netta condanna possibile ad ogni forma di violenza.
Comunque lei, pur con la sua storia di sinistra, ha addirittura amicizie in quegli ambienti di destra no? Ha condotto una trasmissione radiofonica con Zappavigna, un passato nella destra romana...
Era un rapporto di lavoro radiofonico. Riserverei ad altro la parola amico, con una diversa importanza. Poi mi confronto certo con tutti, ma non è che per la Roma spariscono storie e militanze politiche, certo. Fuori dallo stadio, diciamo, ognuno va per la sua strada.
Insomma, i personaggi come Gastone e Genny ’a carogna, destra o sinistra che sia, la fanno da padrone, Genny ha gestito addirittura una trattativa in campo con il capitano del Napoli e con le forze dell’ordine: che effetto le fanno quelle scene?
È stata la conseguenza di una giornata in cui l’ordine pubblico è stato gestito non male, di più. Come si fa a mettere i tifosi della Fiorentina che arrivano da nord in curva Sud e quelli del Napoli che arrivano da sud in curva Nord?
Ma è l’odio tra romanisti e tifosi del Napoli ad essere ormai a livelli altissimi...
Sì, mi pare una rivalità esasperata dalla norma sulla discriminazione territoriale. Quello che era solo uno sfottò da stadio non è più consentito... È frutto delle leggi speciali repressive pensate sull’onda dell’emotività dopo fatti gravissimi. Episodi da condannare, ma che hanno generato leggi inutili se non a togliere diritti alle persone: così si esasperano gli animi e invece di contrastare la violenza la si produce.
Qual è la soluzione per lei? Nessuna legge punitiva? Nessun tornello? Nessun divieto?
Ma guardi, parliamo tanto male delle curve, ma il vero problema è il calcio marcio, dai diritti tv alle scommesse. Sa cosa bisogna fare per davvero?
Me lo dica lei...
Fermare la baracca, interrompere il circo mediatico, altro che Daspo. Interrompiamo per un po’ il campionato e poi ne riparliamo.

Giampiero Calapà, Il Fatto Quotidiano 8/5/2014