Dea Verna, Oggi 7/5/2014, 7 maggio 2014
LA TV È UN GRANDE SUPERMERCATO. INTERVISTA A CHIAMBRETTI
Milano, maggio
«Il supermarket è il padre di tutte le markette e il nonno di tutte le telepromozioni. E io mi sento come Mohammed Al Fayed, l’ex proprietario di Harrods. Vendo prodotti culturali come banane e uova fresche di gallina, senza vergogna». Piero Chiambretti torna in tv dopo più di due anni (se si esclude l’incursione a Striscia la notizia dello scorso ottobre) ed è scatenato. Il suo nuovo programma si chiama, appunto, Chiambretti supermarket (dal 13 maggio, 7 giorni su 7 alle 23.50 su Italia 1) e per lanciarlo il conduttore cita Andy Warhol. E si fa fotografare mentre sbuca da una lattina di salsa, come il maestro della Pop Art sbucava da una Campbell’s Tomato Soup, in una celebre copertina di Esquire nel 1969.
«Sono un teorico del casino organizzato», spiega il conduttore. «La tv è tutta un pretesto da cui partire per andare non si sa dove. Il Pil televisivo è costituito dagli ospiti che frequentano il piccolo schermo dalle sette di mattina a mezzanotte. C’è un tacito accordo con i conduttori: tu vieni a promuovere i tuoi prodotti, io riempio la tua trasmissione. E allora, se telepromozione deve essere, ho deciso di portarla alla massima espressione».
Che cosa ha fatto in questi due anni di assenza?
«Ho scritto sui giornali, ho fatto radio e web, soprattutto mi sono occupato della mia preziosa bambina, Margherita. È stata una bella cura ricostituente e mi è tornata voglia di fare tv».
Che televisione ha ritrovato?
«La stessa tv, con gli stessi problemi e le stesse facce, non è cambiata di una virgola. E questo è uno dei problemi principali. Io stesso dovrei sottopormi a un lifting, ma più di indossare la calza di Berlusconi per sembrare più bello non riesco a fare».
È vero che ha pescato molti personaggi dal web? Si parla della presenza fissa di una drag queen e di un gigante.
«Ci saranno ospiti provocatori e altri più rassicuranti, toni forti e soft, nani e ballerine. La televisione non è più centrale nell’interesse degli italiani, è stata scavalcata dal web. Perciò sì, useremo anche personaggi che vengono da quel mondo».
Il web ammazza la tv?
«Il web è l’antitesi della tv e la detesta. Poi non si capisce perché vai su Twitter e non si parla altro che di televisione».
Ci sarà la sua ultima scoperta, Chiara Nasti, fashion blogger definita la nuova Belén?
«Chiara Nasti è una ragazza carina e sveglia, ed è un prodotto, come tutti noi, che potenzia il suo valore quando appare in tv. L’unico guaio è che ha solo 16 anni e, come tutti i minori, non può apparire in televisione dopo la mezzanotte. Se ci sarà, dovrà entrare nel nostro supermercato per i primi 10 minuti e poi sparire come Cenerentola».
La novità assoluta di questo programma?
«Non c’è. Sono uno chef che sa usare bene gli ingredienti, faccio sembrare una semplice pasta e fagioli un risotto allo champagne».
Anche quest’anno ha seguito Sanremo per Radio2. Cosa ne pensa di Carlo Conti alla conduzione del Festival 2015?
«Prima o poi doveva condurlo, così si toglie il pensiero. Gli faccio il mio in bocca al lupo, sperando che i Conti tornino».
Nel 2009, ha detto a Oggi: «Se un giorno la sinistra tornerà al governo, sarà grazie a un leader nuovo, che sa comunicare e sarà merito del Cavaliere». Profetico, no?
«Ma io sono sempre profeta! Ho chiamato il mio programma Supermarket e ora l’argomento più caldo sono le famose due settimane di spesa con 80 euro, ho scelto come frutto simbolo la banana e nel frattempo è diventata il tormentone del momento contro il razzismo. Il mago Otelma è nulla in confronto a me».
Ha detto che in questi due anni ha passato tanto tempo con sua figlia Margherita. Cosa le piace fare con lei?
«Cerco di farla divertire e soprattutto di instillare in lei delle passioni, l’unica salvezza contro la frustrazione. Margherita canta, balla, disegna. Speriamo però non faccia l’artista della tv. Meglio la pittrice, mi darebbe più soddisfazione».
È vero che le legge venti favole ogni sera?
«Le leggo ogni sera la stessa favola in cui metto dentro Cenerentola, Nemo, Biancaneve, Peter Pan. Ora che ci penso, capisco perché non dorme mai!».