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 2014  maggio 05 Lunedì calendario

FINMECCANICA, LA SOLITUDINE DEL MACCHINISTA FERROVIERE


Che cosa deve fare Finmeccanica? Prima della scelta dei manager delle grandi aziende pubbliche (Eni, Enel, Poste, Terna e Finmeccanica) il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva detto che il governo avrebbe deciso la mission dei gruppi. Solo dopo sarebbero arrivati i nomi. Che ora ci sono. Ma per la holding italiana della difesa e dell’aerospazio, gruppo che - secondo Prometeia - vale circa lo 0,6 per cento del Pil, quasi il 7 per cento degli investimenti in ricerca e sviluppo e l’1,9 per cento delle esportazioni, la missione non è del tutto chiara. Purtroppo. E certo non la si ricava con nettezza seguendo il profilo di Mauro Moretti designato dall’azionista Tesoro (ha in pancia il 30,2 per cento dei titoli) al vertice di Piazza Monte Grappa. Perché la scelta di Moretti - stando al ragionamento del premier dovrebbe essere stata compiuta a valle della definizione delle strategie da parte dell’azionista. Il management piegato, cioè, a un progetto industriale, quello che Finmeccanica stenta da tempo ad avere per colpa di scelte compiute nel passato (la stagione del disordinato espansionismo di Pier Francesco Guarguaglini); per colpa delle emergenze determinate dalle clamorose inchieste giudiziarie (la fallimentare stagione di Giuseppe Orsi) che hanno distorto risorse e prospettive (Finmeccanica è tornata a un piccolo utile nell’ultimo bilancio dopo due esercizi in profondo rosso), nonché danneggiato la reputazione internazionale del gruppo. L’identità industriale non è emersa nemmeno durante la breve stagione di Alessandro Pansa, per la cautela dell’ad ma anche perché in poco più di un anno sono cambiati tre governi. Dunque, Moretti (ammini-stratore delegato delle Fs dal 2006 per scelta dell’allora ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa) ha dalla sua il risanamento finanziario e industriale delle Ferrovie dello Stato, non più un carrozzone capace solo di produrre perdite ma un’azienda con punte di eccellenza come nell’alta velocità, per quanto nelle tratte locali restino sacche di antiche inefficienze. L’ultimo bilancio delle Ferrovie si è chiuso con un utile netto di 460 milioni con una crescita di oltre il 20 per cento rispetto all’esercizio 2012, contro i due miliardi di perdite che Moretti ereditò dalle precedenti gestioni. Una galoppata sorprendente e da tutti riconosciuta. Moretti è manager determinato e decisionista. Spigoloso nel carattere, poco disposto al compromesso. Tagliente nel linguaggio. Polemico, come si è visto nella disputa con il presidente Renzi sul tetto agli stipendi dei ceo delle aziende pubbliche. Senza questi elementi non avrebbe strappato le Ferrovie al fallimento, non avrebbe potuto sfidare, vincendo, i veti e gli ostruzionismi sindacali che ben conosceva essendo stato a lungo dirigente della Filt-Cgil. Quando è entrato un competitor (la Ntv di Montezemolo e Della Valle) nel settore dell’alta velocità, Moretti ha reagito senza cautele, scatenando una guerra dei prezzi che ha accelerato le difficoltà dei treni privati. Ha mostrato cinismo, utilizzando le leve che aveva a disposizione a cominciare dal controllo sostanziale delle rete gestita da quella Rfi il cui amministratore delegato Michele Mario Elia appare oggi il candidato più forte per la promozione alle Ferrovie, sostenuto, se non addirittura selezionato, proprio da Moretti. D’altra parte quella tra i binari è una concorrenza parziale. Perché il trasporto ferroviario resta largamente un mercato domestico protetto. Questo non è un vantaggio, in termini di esperienza, per chi dovrà guidare un gruppo industriale quotato che si misura con la durissima e complessa (per i settori in cui opera Finmeccanica) competizione globale, dove i rapporti personali contano almeno quanto la credibilità del proprio sistema-Paese. Ed è per queste ragioni che la Borsa ha penalizzato il titolo Finmeccanica nei giorni successivi alla designazione di Moretti che assumerà il nuovo incarico il 15 maggio. Moretti ha una profonda conoscenza del settore dei servizi di trasporto ma non ha alcuna esperienza in quelli dell’aerospazio, della difesa, della sicurezza. E in generale dell’industria. La manifattura è diversa dai servizi. I trasporti non rappresentano più del 10 per cento del fatturato di Finmeccanica che con Ansaldo Breda (controllata al 100 per cento e che produce treni e metropolitane) e Ansaldo Sts (segnalamento ferroviario, con il 40 per cento di Finmeccanica) è anche fornitrice delle Ferrovie. E i trasporti - nel piano di riorganizzazione aziendale elaborato da Pansa - erano destinati alla dismissione visto che ogni anno appesantiscono con un apporto di 500 milioni (direttamente da Ansaldo Breda) la voce perdite del bilancio del gruppo. Moretti può giocarsi le sue carte nel settore dei trasporti. Già, ma quali? Chi è davvero interessato a Breda? I cinesi di China Cnr Corportation? Quelli di Insigma? Bombardier, General Electric, Thales? Chi? Moretti ha nell’ambito dei trasporti la sua rete internazionale, i suoi rapporti fuori dai confini nazionali: dal 2013 è presidente dello European Management Commitee dell’Uic (Union Internationale des Chemins de Fer), cioè delle Ferrovie europee. Cercherà accordi con partner europei? Certamente non con i francesi di Alstom (contesa tra gli americani di Ge e i tedeschi di Siemens) perché è partner del concorrente Ntv. Moretti cercherà intese con gruppi dei cosiddetti paesi emergenti del Mediterraneo, allora? Quali? Dunque rinnegherà il piano Pansa dando corpo all’ipotetico Polo dei trasporti nazionale evocato da sindacalisti e politici locali? Oppure darà concretezza al progetto di dismissioni? L’incertezza è addirittura palpabile nel palazzone romano di Piazza Monte Grappa, dove i dirigenti aspettano immobilizzati (e preoccupati vista la fama di tagliatore del “ferroviere”) l’arrivo del manager esterno, l’unica scelta, tra i tre grandi gruppi pubblici quotati (Eni, Enel e Finmeccanica) selezionata dall’esterno. Non a caso, molto probabilmente. Un segnale di discontinuità, presumibilmente. Ma c’è un punto che riguarda il governo, questo governo. La coerenza dell’esecutivo Renzi. Quando a marzo l’ad uscente Pansa ha presentato il piano strategico con il «deconsolidamento » del settore dei trasporti, il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, come azionista di riferimento di Finmeccanica, e quello dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in quanto responsabile delle politiche industriali, espressero apprezzamento, in un comunicato congiunto: «Il deconsolidamento delle attività dei trasporti deciso da Finmeccanica rappresenta un elemento essenziale per il successo di tale piano». E difficile pensare che non sia ancora questa la mission di Moretti. Un clamoroso dietrofront del governo sembra difficile. Eppure - si è visto - è lecito coltivare qualche dubbio. E per fugarli il nuovo ad dovrà trovare rapidamente i partner per una prospettiva industriale per Ansaldo Breda e Ansaldo Sts senza distrazioni su tutto il resto che rappresenta il 90 per cento del fatturato. Moretti, dunque, dovrà cercare anche all’interno del gruppo i suoi alleati, dove ha una consuetudine solo con Sergio De Luca, ex ad di Ansaldo Sts, ora direttore generale operations di Piazza Monte Grappa. Con un limite, anche per il numero due della holding: avere una carriera tutta costruita all’interno di Ansaldo (per questo ha conosciuto Moretti) e quindi, anche lui, esclusivamente nel settore dei trasporti. Sarà allora decisiva la collaborazione con i capi azienda. Moretti, insomma, avrà bisogno dei vari Giuseppe Giordo (Alenia), Antonio Perfetti (MBD, sistemi difesa), Daniele Romiti (Agusta). D’altra parte il futuro di Finmeccanica dipende da loro. Come dimostra l’ultimo accordo tra la controllata Alenia e Boenig per la fornitura di componenti della fusoliera dl “787” e che porterà nella cassa 1,5 miliardi circa nei prossimi 3-4 anni, secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore. Ma intanto c’è chi scommette che se c’è un manager interno destinato a rafforzare la sua posizione con l’arrivo di Moretti quello è Giovanni Soccodato, il direttore delle strategie, l’uomo dell’industria, regista dell’ultima cessione di Ansaldo Energia al Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti. Insomma, la rivincita degli “industrialisti”. Qui accanto l’andamento del titolo Finmeccanica a Piazza Affari Sopra, i settori operativi del gruppo Qui sotto, Mauro Moretti Dal 15 maggio prossimo prenderà la guida di Finmeccanica.

Roberto Mania, la Repubblica – Affari & Finanza 5/5/2014