S. Ci., Il Fatto Quotidiano 7/5/2014, 7 maggio 2014
LA PEDOFILIA E IL VATICANO 884 PRETI SOSPESI IN 10 ANNI
Sotto la pressione dell’Onu il Vaticano aggiorna i dati del suo repulisti interno contro la piaga della pedofilia. Tra il 2004 e il 2013, un totale di 884 membri del clero sono stati ridotti allo stato laicale nell’ambito dello scandalo della pedofilia. Lo ha detto a Ginevra il nunzio apostolico presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, Silvano Tomasi, nel corso della seconda e conclusiva giornata di esame del rapporto della Santa Sede davanti ai 10 esperti del Comitato Onu contro la tortura.
Tra il 2004 e il 2013 è stato registrato un totale di 3.420 casi giunti alla Congregazione per la Dottrina della fede, fondati su accuse credibili di abusi sessuali commessi da membri del clero contro minorenni, ha affermato monsignor Tomasi, rispondendo alle domande formulate ieri dal Comitato. La maggioranza dei casi - ha precisato - si riferisce agli anni 50, 60, 70 e 80.
Nello stesso periodo, il numero di membri del clero dismessi direttamente dalla Santa Sede è stato di 884. Altre misure disciplinari sono state prese nei confronti di 2.572. Poco prima, monsignor Tomasi, aveva ribadito che la “Santa Sede non ha la competenza o i mezzi per avviare procedure per crimini fuori dalla Città del Vaticano”. Tuttavia “compie ogni sforzo per condurre procedure ecclesiastiche nei confronti di membri del clero contro i quali sono state mosse accuse credibili di abusi sessuali contro minori, ma senza pregiudizio per le procedure giudiziarie nel Paese di residenza”. “I membri del clero” sono soggetti alla legge “del paese dove risiedono”.
Le conclusioni del Comitato sull’esame del rapporto della Santa Sede sono attese il 23 maggio.
Si tratta del primo rapporto della Santa Sede davanti al Comitato Onu contro la tortura. A febbraio una delegazione pontificia si era presentata davanti alla Commissione sui diritti del fanciullo e aveva fornito cifre inferiori sui casi di allontanamento di membri del clero.
Il Comitato esamina i rapporti di tutti i 155 Paesi aderenti alla Convenzione del 1984 contro la tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti. La Santa Sede ha aderito al Trattato nel 2002.
Intanto, comunque, un commento del Wall Street Journal afferma che se il Comitato Onu preposto al rispetto della Convenzione contro la Tortura “dovesse accogliere la richiesta” di alcune associazioni e gruppi e “concludere che il Vaticano ha violato la Convenzione” per i casi di abusi sui minori, “questo rappresenterebbe un’interpretazione giuridicamente insostenibile e perversa del trattato” che potrebbe indebolire la sua efficacia e soprattutto “rappresenterebbe un attacco palese alla libertà religiosa”.
Nell’analisi firmata da David B. Rivkin Jr. e Lee A. Casey - ex funzionari del Dipartimento di Giustizia a Washington durante le presidenze Reagan e George W. Bush - si ricorda che nel passato la Chiesa non si è mossa in maniera adeguata nella lotta alla pedofilia ma “più recentemente la Chiesa ha invece ammesso i propri errori e ha messo in campo riforme fondamentali per risolvere il problema”. Per gli editorialisti del quotidiano finanziario statunitense Wsj nessuno ha dubbi nel condannare la pedofilia “ma inserire la questione nella Convenzione contro la tortura è legalmente scorretto”.
S. Ci., Il Fatto Quotidiano 7/5/2014